Educazione civica europea

Trattato di Lisbona - L'ABC dell'Europa di Ventotene

La voce T di Trattato di Lisbona del dizionario illustrato "L'ABC dell'Europa di Ventotene" (Ultima Spiaggia, Genova 2022, seconda edizione). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
27 aprile 2022

di Paolo Ponzano*

Trattato di Lisbona

Cos’è un Trattato?

Un Trattato è un insieme di regole che gli Stati (come la Francia, la Germania, l’Italia, ecc.) decidono di darsi tra di loro per regolare i loro rapporti in alcune materie. Pertanto il Trattato – detto di Lisbona perché firmato in quella città dai governi di 27 Stati europei nel 2007 definisce le regole in vigore al giorno d’oggi tra gli Stati all’interno di una organizzazione politica chiamata l’Unione europea (UE) che è stata creata nel 1993 con il Trattato detto di Maastricht (città olandese). Ogni comunità di persone o di Stati deve darsi delle regole per essere sicuri che i loro rapporti siano garantiti da alcuni principi di comportamento e che ci siano delle istituzioni incaricate di farli rispettare. Anche una partita di calcio ha bisogno di regole valide per tutti e di un arbitro che sorvegli il comportamento dei calciatori, permetta il corretto svolgimento del gioco e sanzioni le eventuali scorrettezze commesse dai calciatori.

Cos’è l’Unione europea?

L’UE è un’organizzazione politica composta da 27 Stati europei che si sono impegnati a risolvere i loro problemi in comune adottando delle leggi europee in alcune materie, applicandole ai loro cittadini e impegnandosi, in caso di controversie, a risolverle in modo pacifico affidandosi al giudizio di un arbitro che si chiama Corte europea di Giustizia. L’UE è nata per mettere fine ai conflitti secolari tra gli Stati europei che si sono combattuti per centinaia di anni in guerre civili (la guerra dei Trenta anni tra i principali Stati europei o dei Cento anni tra la Francia e l’Inghilterra) e che nel secolo scorso hanno causato milioni di morti nelle due guerre mondiali. Oggi invece gli Stati che appartengono all’UE non si sono più combattuti negli ultimi 70 anni.

Lo sviluppo dell’Unione europea.

Il Trattato di Lisbona è l’ultimo di una serie di Trattati che hanno dato vita nel 1951 alla prima Comunità europea (chiamata del carbone e dell’acciaio perché metteva in comune le due materie prime necessarie per l’industria bellica), diventata poi la Comunità economica europea e nel 1992 l’Unione europea. Gli Stati europei partecipanti erano inizialmente sei (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) che sono oggi diventati 27 in seguito alla partecipazione degli Stati del Nord Europa e dell’Europa centrale ed orientale. La Gran Bretagna – che aveva aderito alla Comunità europea nel 1973 – ha deciso di ritirarsi dall’Unione europea nel 2016 (→ Brexit).

Il contenuto del Trattato di Lisbona.

Gli obiettivi del Trattato di Lisbona sono quelli di rendere l’UE più efficace nel suo funzionamento, più democratica nella partecipazione dei suoi cittadini e più coerente nella sua azione sul piano internazionale. Per ottenere questi risultati, il Trattato di Lisbona modifica alcune disposizioni contenute nei Trattati precedenti. In particolare, esso afferma i valori fondamentali dell’UE che sono la libertà, la democrazia (non possono esistere dittature in seno all’UE), l’uguaglianza e la dignità umana. Gli Stati che aderiscono all’UE si impegnano a rispettare e a promuovere questi valori. L’UE riconosce i diritti e i valori contenuti in una Carta dei Diritti fondamentali (quali ad esempio la libertà di pensiero, il divieto della pena di morte e della schiavitù, l’uguaglianza davanti alla legge, la parità tra uomini e donne e una serie di diritti sociali e alle cure sanitarie che esistono solo nell’UE). Questi diritti si applicano a tutti i cittadini europei (alla sola eccezione della Polonia). Il Trattato di Lisbona contiene una serie di disposizioni relative alle istituzioni dell’UE (vedi qui sotto) e alle politiche dell’Unione nei settori di sua competenza (vedi capitolo successivo).

Le istituzioni dell’Unione europea.

Gli Stati membri dell’UE (per esempio l’Italia) dispongono di istituzioni che assicurano il corretto funzionamento dello Stato e realizzano i suoi scopi, quali promuovere il benessere e il progresso sociale dei suoi cittadini, mantenere l’ordine e la giustizia, provvedere alla difesa e alle relazioni con gli Stati esteri. Allo stesso modo, l’UE dispone di istituzioni che contribuiscono a realizzare gli obiettivi del Trattato e a promuovere le politiche che sono di sua competenza (vedi il → glossario delle istituzioni europee).

Modifiche apportate dal Trattato di Lisbona alle istituzioni dell’Unione

Il Trattato di Lisbona ha rafforzato il carattere democratico dell’UE attraverso, tra l’altro, un aumento delle competenze del Parlamento europeo (PE) in quanto Istituzione che rappresenta e difende gli interessi dei cittadini europei. A tal fine, il Trattato ha aumentato le sue competenze legislative accordando al PE la capacità di decidere circa il 90% delle leggi europee e di dare il suo accordo all’adozione di accordi internazionali dell’Unione negli stessi settori che riguardano le leggi europee. Sono stati anche rafforzati i suoi poteri in materia di bilancio europeo. Infine, il PE ha un ruolo decisivo nella scelta del Presidente della Commissione europea poiché la sua nomina deve tener conto dei risultati delle elezioni europee.

Il Trattato di Lisbona ha creato la funzione di un Presidente permanente del Consiglio europeo che può restare in carica per cinque anni e assicurare una maggiore stabilità ai lavori e alle decisioni dei Capi di Stato o di governo. Anche la nomina di un Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza (= Ministro europeo degli Esteri) assicura una maggiore continuità alle decisioni in questo settore. L’Alto Rappresentante assicura il coordinamento delle relazioni estere dell’Unione e dispone a tal fine di un servizio diplomatico europeo.
Le decisioni dell’UE sono prese in regola generale a maggioranza (circa 90% dei casi) e solo eccezionalmente all’unanimità per le questioni più sensibili (politica estera e di difesa, fiscalità e parte della politica sociale). Le decisioni a maggioranza sono applicate rispetto al passato a nuovi settori (per esempio asilo, immigrazione, energia, protezione civile, turismo, aiuto umanitario, ecc.). Per formare una maggioranza, occorre l’accordo di almeno quindici Stati su 27 che rappresentino al tempo stesso il 65% dell’intera popolazione dell’UE. Il Trattato di Lisbona rende l’UE più democratica attraverso molteplici strumenti complementari: 1) il carattere obbligatorio della Carta dei diritti fondamentali che permette ad ogni cittadino europeo di chiedere alla Corte di Giustizia l’annullamento di una legge europea che non rispettasse la Carta; 2) l’aumento delle leggi per le quali è necessario l’accordo del Parlamento europeo e delle decisioni prese a maggioranza; 3) il controllo da parte dei Parlamenti nazionali delle leggi europee affinché apportino un valore aggiunto a quello che potrebbero fare gli Stati membri; 4) l’introduzione di un’iniziativa dei cittadini europei (un milione di cittadini in almeno sette paesi membri possono chiedere alla Commissione europea di presentare un progetto di legge europea).

Altre modifiche delle politiche europee introdotte dal Trattato di Lisbona.

Il Trattato di Lisbona ha precisato in quali materie l’UE può adottare delle leggi in maniera esclusiva, vale a dire senza l’intervento da parte dei suoi Stati membri (per esempio in materia di concorrenza, di politica monetaria, di politica commerciale e di unione doganale). Il Trattato precisa, inoltre, in quali materie sia l’UE che i suoi Stati membri possono adottare delle leggi (essendo inteso che se l’Unione legifera per prima gli Stati membri non possono farlo nelle stesse materie). Tra queste materie figurano l’agricoltura, la protezione dell’ambiente e dei consumatori, i trasporti, l’energia, la ricerca, gli affari giudiziari, la cooperazione allo sviluppo, ecc. Infine, in alcuni settori l’UE non può adottare leggi - che restano di competenza dei singoli Stati – ma può decidere azioni di sostegno a favore delle misure nazionali (per esempio in materia di cultura, di pubblica istruzione, di turismo, di politica industriale, di protezione civile, ecc.). In materia di salute, l’Unione può adottare sia alcune leggi che misure di sostegno. Il Trattato ha esteso le materie per le quali l’UE può intervenire sia tramite leggi che tramite azioni di sostegno. Si tratta, per l’essenziale, della cooperazione giudiziaria (sia nel campo penale che in quello civile), della politica estera, dell’energia, della politica monetaria, del turismo, della protezione civile e del bilancio europeo.

* PAOLO PONZANO. Funzionario europeo dal 1971 al 2009. Rappresentante supplente della Commissione europea alla Convenzione europea del 2002/2003. Docente di Governance europea al Collegio europeo di Parma. Ha pubblicato 70 articoli sul processo di decisione europea e su problemi di carattere istituzionale dell’UE. Attualmente è Segretario generale del Movimento europeo Italia.

Note: Per approfondire:
Jacques Ziller, Il nuovo trattato europeo, Il Mulino, 2007.

Trattato di Lisbona è una voce de "L'ABC dell'Europa di Ventotene. Piccolo dizionario illustrato" a cura di Nicola Vallinoto e illustrazioni di Giulia Del Vecchio (seconda edizione Ultima Spiaggia, Genova 2022). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

L'indice completo del dizionario:
https://www.peacelink.it/europace/a/48970.html

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