Il pacifismo non basta

di Lord Lothian, Il Mulino
15 settembre 2004

Il pacifismo esiste da quando la guerra ha fatto la sua comparsa fra gli uomini. Esso non ha però impedito lo scoppio di conflitti sempre più devastanti e incontrollabili. Secondo Lord Lothian ciò è dovuto al fatto che l'atteggiamento pacifista "non è andato alle fondamenta dei fenomeno, né si è reso conto dei prezzo che deve essere pagato se si vuole che la guerra finisca".

Nel 1935, rivolgendosi ad un pubblico ancora inconsapevole della tragedia che si andava profilando, Lord Lothian affermava:

"Alcuni di voi, senza dubbio, avranno pensato che la mia tesi, secondo la quale la federazione di stati è il solo fondamento della fine della guerra e dell'affermazione del regno della pace, sia del tutto accademica. Anche se oggi l'opinione pubblica è probabilmente lontana dal pensare in questi termini, io credo invece che gli eventi stiano portando questo tema in primo piano con incredibile velocità. Per me è inconcepibile che si possa conservare ancora a lungo l'anarchia di ventisei stati in Europa e di oltre sessanta nel mondo, mentre ognuno di essi continua ad alzare alle stelle le sue tariffe doganali contro gli altri, ad armarsi fino ai denti e ad oscurare i cieli con aeroplani pronti a dirigere il loro mortale potere di distruzione contro le popolazioni civili".

L'umanità si trova oggi di fronte al rischio di una catastrofe senza precedenti, e solo lo spirito che mezzo secolo fa animò Lord Lothian è in grado di mobilitare le energie morali e politiche necessarie a scongiurare l'olocausto nucleare.

Lord Lothian nacque a Londra nel 1882. Nel 1904 si trasferì in Sud Africa dove promosse la federazione tra le quattro colonie britanniche. Ricoprì la carica di segretario privato di Lloyd George dal 1916 al 1921 quando decise di dedicarsi allo studio della politica mondiale. Il federalismo come risposta all'anarchia internazionale costituisce il filo conduttore di tutte le sue opere fra le quali ricordiamo, oltre a quelle tradotte in questo volume, The Outlawry of War (1929) e The ending of Armageddon (pubblicato postumo nel 1943). Nominato ambasciatore presso il governo americano nel 1939, morì negli Stati Uniti l'anno successivo.

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