Costituzione europea: "E ora subito la ratifica. Per condizionare i paesi in cui gli esiti sono più incerti"
Il trattato costituzionale, sebbene imperfetto, rappresenta il primo tentativo nella storia di estendere alle relazioni tra Stati nazionali le procedure costituzionali che hanno garantito, nell'età moderna, la pacificazione interna e la formazione della società civile.
Con la firma in Campidoglio del Trattato che istituisce una Costituzione
europea, si avvia la fase delle ratifiche nazionali. La Costituzione europea
incontrerà molti rischi sulla sua strada. I governi nazionali hanno
rifiutato la proposta, sostenuta dai federalisti europei, di un referendum
europeo, che avrebbe evitato l'interferenza di questioni nazionali. Hanno
così aperto la via all'euroscetticismo e a coloro che intendono sfruttare il
dibattito costituente per finalità partigiane.
I dibattiti nazionali sulla ratifica saranno inevitabilmente confusi e
deviati da problemi secondari. Marx sosteneva che gli uomini fanno la storia
senza sapere di farla. Il processo costituente europeo è un buon esempio
della incapacità della classe politica europea di comprendere il senso della
storia di cui è protagonista. La Convenzione europea e, poi, il Consiglio
hanno approvato un documento che non è una vera Costituzione, ma non è ormai
più un tradizionale trattato internazionale. Si tratta di un vero monumento
all'ambiguità politica. Quale trattato prevede istituzioni federali come il
Parlamento europeo, una Commissione responsabile di fronte al Parlamento, la
moneta europea, la Corte di giustizia, la cittadinanza europea e
l'iniziativa legislativa popolare? Ma quale Costituzione federale prevede
che eventuali revisioni vengano fatte all'unanimità degli Stati membri? I
giuristi discuteranno certamente a lungo sulla natura di questo patto
anomalo di rifondazione dell'Unione.
Lasciamo questa discussione all'accademia. Chi si è battuto e vuole
continuare a battersi per l'unità politica dell'Europa sa che il processo di
unificazione avanza grazie al consenso radicato nell'opinione pubblica,
nonostante la propensione alla conservazione nazionale diffusa in gran parte
della classe politica e dei governi. Basti ricordare che la Convenzione
europea, dove erano presenti i partiti europei e le istituzioni dell'Unione,
ha subito la volontà di alcuni governi che volevano mantenere il diritto di
veto in politica estera, oltre che su altre questioni cruciali, come la
fiscalità. Oggi, possiamo constatare facilmente quanto sincera fosse la
promessa di Francia e Germania di consentire all'Europa, con la
Costituzione, di parlare con una sola voce nel mondo. Nonostante la
Costituzione europea preveda la creazione di un Ministro degli Esteri
europeo, la Germania, sostenuta dalla Francia, chiede di entrare nel
Consiglio di sicurezza dell'ONU. Se la manovra riuscisse, si formerebbe in
Europa un direttorio di paesi forti Francia, Gran Bretagna e Germania
che, grazie alla loro posizione mondiale, cercherebbero di imporre agli
altri paesi europei le grandi direttive di una politica estera comune. Si
tratta di un orientamento antieuropeo e gravido di conseguenze nefaste.
Perché gli altri paesi dell'Unione dovrebbero accettare l'egemonia di un
Direttorio? Non rischia la Germania di risuscitare i sopiti risentimenti
antitedeschi in Europa? Infine, perché non proporre che sia l'Unione
europea, con il suo Ministro degli Esteri, a rappresentare l'Unione europea
nelle Nazioni Unite?
Con la Costituzione europea sono in gioco il futuro dell'Europa e il suo
ruolo nella politica mondiale. Chi vuole sfruttare la Costituzione per
compiere un altro passo avanti, dando all'Unione un vero governo federale,
responsabile di fronte al Parlamento ed ai cittadini europei, deve
esprimersi senza ambiguità a favore della ratifica della Costituzione
europea. I partiti della destra nazionalista sono già mobilitati in molti
paesi contro la Costituzione europea. Ciò è comprensibile. Tuttavia, un
nazionalismo inconfessato serpeggia anche in alcuni settori della sinistra.
La situazione francese è esemplare. Fabius sfrutta le ambiguità della
Costituzione per conquistare la leadership nel Partito socialista francese e
sfidare la destra alle presidenziali del 2007. E' vero, come sostiene
Fabius, che la Costituzione europea presenta delle falle, specialmente per
le politiche sociali, per rafforzare le quali sarebbe stato necessario
sopprimere il diritto di veto sulle decisioni riguardanti il bilancio
comunitario. Tuttavia, questi difetti sopravvivono anche perché i socialisti
europei non hanno fatto alcuna seria lotta nella Convenzione per abolire il
diritto di veto nelle procedure di bilancio e il governo laburista inglese
si è battuto ferocemente per conservare i privilegi fiscali nazionali. In
ogni caso, se la Francia dovesse respingere il progetto di Costituzione
europea, i souverainistes, di destra e di sinistra, avrebbero partita vinta.
Il futuro dell'Unione sarebbe messo in discussione. In una situazione
mondiale in cui la coesione dell'Europa è messa a dura prova dalla politica
unilateralista degli USA, dal terrorismo internazionale, dalla guerra in
Medio Oriente e dalla necessità di dare una risposta certa alle richieste
della Turchia, si rischierebbe di avviare un processo involutivo, di
disgregazione dell'Unione.
Le forze democratiche ed europeistiche devono dunque chiedere ai loro
governi, e naturalmente ciò vale anche per l'Italia, che la ratifica della
Costituzione europea venga fatta al più presto, entro i primi mesi del 2005,
al fine di condizionare l'opinione pubblica nei paesi, come la Francia, in
cui gli esiti sono più incerti. La Costituzione europea, sebbene imperfetta,
rappresenta il primo tentativo nella storia di estendere alle relazioni tra
Stati nazionali le procedure costituzionali che hanno garantito, nell'età
moderna, la pacificazione interna e la formazione della società civile.
Nell'epoca della globalizzazione, la nascita di una società civile
sovranazionale è il segno che la costruzione di una civiltà cosmopolitica è
in corso. La Costituzione europea rappresenta il primo passo per rendere
possibile il dialogo non lo scontro - tra civiltà e nazioni diverse. Chi
si schiera contro la Costituzione europea mostra di non aver compreso le
motivazioni profonde di coloro che si battono per la pacificazione della
comunità internazionale, primo tra tutti il movimento per la pace.
Guido Montani
Movimento federalista europeo
Articoli correlati
Facebook include Breitbart nella nuova sezione news: “alta qualità”
Il social ha incassato un duro colpo riguardo la scelta di includere una testata definita “piattaforma di estrema destra”1 novembre 2019 - Julia Carrie WongDopo il Nobel rilanciamo il disarmo nucleare respingendo i diktat NATO contro un"Trattato che non si ha da fare"
12 ottobre 2017 - Laura TussiDopo il voto all’ONU del 27 ottobre 2016, anche l’Italia deve schierarsi per il bando delle armi nucleari
6 novembre 2016 - Laura Tussi- Convegno al Liceo Manzoni di Milano, sabato 28 Marzo 2015
Liberi dalla paura nucleare: è un diritto!
22 marzo 2015 - Laura Tussi
Sociale.network