Fini Ministro degli Esteri: una scelta antieuropea e contro la pace

Durante la Convenzione europea Gianfranco Fini ha presentato un emendamento ai primi articoli del trattato costituzionale per cancellare il modello federale nell'art. 1 e la pace tra gli obiettivi nell'art. 3.
21 novembre 2004

La scelta di Gianfranco Fini al Ministero degli Esteri è una chiara opzione antieuropea. D’altronde, il nostro governo non ha mai nascosto la preferenza filoamericana sin dalle dimissioni di Renato Ruggiero considerato troppo europeista.

La politica si fa con i fatti: a tal proposito occorre sottolineare un episodio della vita politica europea di Fini che forse non tutti ricordano ma che conferma la sua chiara volontà di lasciare l’Ue senza effettivi poteri e quindi subalterna agli Usa. Il riferimento è ai lavori della Convenzione europea incaricata dal Consiglio di Laeken di redarre una bozza di trattato costituzionale. Il 17 febbraio 2003, due giorni dopo la più grande manifestazione mondiale per la pace, Gianfranco Fini, rappresentante del governo italiano in Convenzione, ha presentato un emendamento ai primi articoli della Costituzione europea volti a cancellare la prospettiva federale quale modello di riferimento dell’Unione nell'articolo 1 e ogni riferimento alla pace tra gli obiettivi nell'articolo 3.

Il modello di Europa, che ha in testa Gianfranco Fini e il suo governo, non potrà giocare un ruolo costruttivo per la pace nel mondo perché le leve di comando restano in mano agli Stati nazionali. Tale situazione consente a paesi come l’Italia di sostenere la guerra all’Iraq contro la volontà della maggior parte dei cittadini e delle cittadine d’Europa.

Solo l’attribuzione al Parlamento europeo di reali poteri anche nei campi della politica fiscale, economica ed estera e la creazione di un governo federale europeo responsabile di fronte al Parlamento potrà sovvertire l’attuale status quo.

Di fronte a una posizione euroscettica del governo italiano sarebbe opportuno che il centro sinistra inserisse nel suo programma alternativo l’obiettivo di un’Europa democratica, federalista, sociale e pacifista sostenendo, in tal modo, le richieste provenienti dal movimento dei movimenti per la costruzione dal basso dell’altra Europa.

Note: Gli emendamenti presentati dal governo italiano in convenzione sui primi 16 articoli:

http://italy.peacelink.org/europace/docs/404-6570_emendamenti_fini1-16.rtf

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