L'altra Lombardia per la costruzione dal basso di un'Europa federale

In vista delle elezioni regionali del 2005 in Lombardia oltre 200 firmatari promuovono il documento Spunti programmatici per un'alternativa al centrodestra in Lombardia. Uno degli impegni fondamentali resta la costruzione democratica e dal basso di un'Europa federale.
29 novembre 2004

In vista delle elezioni regionali del 2005 in Lombardia oltre 200 firmatari promuovono il documento Spunti programmatici per un'alternativa al centrodestra in Lombardia. Il documento verrà presentato e discusso nell'assemblea di mercoledì 1 dicembre alle ore 20.30 presso la Camera del lavoro di Milano (Corso di Porta Vittoria 43).

Al dibattito introdotto da Mario Agostinelli (Forum Mondiale delle Alternative) partecipano : Alberto Asor Rosa (Università di Roma), Maura Cossutta (deputata Pdci), Paolo Ferrero (Segreteria Prc), Alberto Magnaghi (Università di Firenze), Gianni Mattioli (Università di Roma), Achille Occhetto (senatore), Giampaolo Patta (Segr. Naz. Cgil), Gianni Rinaldini (Segr. Fiom), Cesare Salvi (senatore Ds), Sabina Siniscalchi (Fondazione Culturale Banca Etica), Aldo Tortorella (Ars), Pacho Pardi (Univ. di Firenze) e altri interventi della società civile lombarda.

Nel documento si afferma che "si è venuta manifestando in questi ultimi anni una comune volontà tra movimenti, associazioni, forze politiche di opposizione, nella lotta contro la guerra, per la difesa della democrazia e per l’allargamento della partecipazione, per una nuova centralità del lavoro, per una politica antiliberista che proponga all’Italia e all’Europa uno sviluppo coerente con l’estensione dei diritti ed il rispetto dell’ambiente e, dunque, capace di cambiare una crescita cieca e rovinosa".

Mai come in questa fase - si legge nell'introduzione al documento - le classi dominanti sono apparse incapaci di una proposta attrattiva per la nuova generazione, di un orizzonte inclusivo per tutti i popoli del pianeta, di una risposta per la sopravvivenza della specie umana. Si tratta di una crisi rilevante, a cui sembrano rispondere con lucidità i movimenti che hanno assunto la lotta per la pace come una forma costituente della politica e che hanno articolato proposte alternative sempre più incisive sulle questioni di lungo periodo, ma che non sono in grado di reggere senza la politica il peso di uno scontro sui poteri in un passaggio epocale in cui enorme è la posta in gioco.

Per questo sentiamo il bisogno - affermano i sottoscrittori del documento - di un nuovo modo di far politica, di un circuito produttivo tra sinistra e movimenti, tra programma partecipazione e rappresentanza, di una aggregazione che vada oltre la pratica dei poteri e che circoscriva con chiarezza gli obiettivi per cui mobilitare e mobilitarsi.

la crisi è globale e locale, come globale e locale deve essere la risposta da articolare e da mettere in campo
Mobilitazione che non può essere solo locale ma deve articolarsi anche a livello globale. Al riguardo uno degli impegni fondamentali indicati dal documento resta la costruzione democratica e dal basso di un'Europa federale.

Dal documento Spunti programmatici per un'alternativa al centrodestra in Lombardia evidenziamo, in particolare, il punto riguardante l'impegno per l'Europa federale:

[...] Il processo di costruzione democratica dell'Europa rappresenta una delle fondamentali opportunità per la comunità internazionale. E' in questo contesto e non in quello del federalismo previsto dalle modifiche in corso alla Costituzione che riprende vigore il riferimento a Regioni e a Comuni, in una prospettiva cioè di Europa Federale, unita, autonoma, solidale.

Il processo di costruzione democratica dell'Europa rappresenta una delle fondamentali opportunità per la comunità internazionale

Un'Europa dal basso che riconosce i diritti sociali e che rappresenti il lavoro nella sua irriducibilità al primato che l'impresa e il mercato assumono nella globalizzazione liberista e che, quindi, si opponga alla deriva della costruzione di società chiuse, socialmente omogenee, in scontro culturale tra loro e con visioni del mondo inconciliabili. Società in conflitto permanente tra loro, addirittura in contrapposizione preventiva, ma ricompattate al proprio interno intorno al primato del mercato e dell'impresa.

Non è il mercato che regala diritti, ma è l'assunzione di questi che pone limiti al rapporto economico e all'asimmetria tra capitale e lavoro.

Pensare l'Europa è compito urgente della politica militante ad ogni livello
In questa fase costituente dell'Europa occorre che la battaglia per la democrazia sociale affondi le sue radici ad ogni livello, nella struttura di ogni istituzione, a partire dai programmi concreti che si danno le autonomie locali e le Regioni e nella rivendicazione di un progetto che superi la costituzionalizzazione dell'Europa liberista di Amsterdam e di Maastricht. Anche la Costituzione Europea, come quella italiana, non può essere risucchiata nel pantano delle cose qualunque, negoziabili sulla base dei rapporti di forza. Pensare l'Europa è compito urgente della politica militante ad ogni livello ed è in questa prospettiva che ogni assemblea dovrà pronunciarsi e operare per una sua costituzionalizzazione nel vivo dei processi e a sviluppo di un modello sociale oggi largamente disatteso. Questo punto programmatico si permea di tutti quelli precedenti e intravvede nell'arretratezza del processo costituente in corso in Europa e nella pericolosità della revisione costituzionale in corso nel nostro Paese lo snodo su cui impegnare da subito le migliori aspettative e spendere la più decisa mobilitazione.

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