Riprendiamoci l'ONU - Seminario internazionale - Padova 18-20 Novembre 2004
Il seminario internazionale "Riprendiamoci l'ONU" è stato promosso da alcune tra le più importanti organizzazioni e reti del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale (Tavola della Pace, Assemblea dell'ONU dei Popoli, Attac Brasile, Ubuntu, Social Watch ..), a seguito di una decisione assunta nel corso dell'ultima riunione del Consiglio in Umbria, lo scorso aprile.
Il seminario si ricollegava alle iniziative in corso in Italia e nel mondo tese a promuovere la riforma , il rafforzamento e la democratizzazione dell'ONU e delle istituzioni internazionali, e intendeva contribuire alla definizione di una strategia e di un piano di azione della società civile mondiale in vista della prossima edizione del Forum Sociale Mondiale che si terrà a Puerto Alegre nel gennaio 2005.
Il seminario di Padova voleva essere l'occasione per :
1. definire una strategia comune per democratizzare e rafforzare l'ONU e ridurre lo strapotere della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale
2. decidere di lanciare con tutti gli interessati una campagna mondiale per il rafforzamento e la democratizzazione dell' ONU e avviare la sua definizione ;
3. avviare il dibattito su una strategia comune che potrebbe promuovere un analogo processo di democratizzazione nella Banca Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nella Organizzazione Mondiale del Commercio.
4. Impostare un piano d'azione e di comunicazione globale e nazionale per il 2005.
Giovedì 18 Novembre
Riunione Congiunta del Comitato Nazionale per le celebrazioni del 60° Anniversario dell' ONU del Comitato Italiano per l'ONU dei popoli con l'introduzione di Flavio Lotti (coordinatore nazionale della Tavola della Pace), Antonio Papisca , (direttore centro Diritti Umani dell'Università degli studi di Padova), e Giulio Cozzari (Presidente del Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i diritti umani).
Venerdì 19 Novembre
La prima sessione plenaria, dedicata alla presentazione del seminario, degli obbiettivi e del metodo di lavoro nonché delle principali proposte e iniziative avviate nel mondo si è svolta a Padova, nel salone del Palazzo della Ragione durante la mattinata del 19 Novembre.
Il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, ha rivolto un saluto di benvenuto all' Assemblea, sottolineando come Padova ambisca a diventare Città della Pace, "vocazione che ha radici antiche nella nostra città grazie al pensiero di Marsilio da Padova che nel XIV secolo ha affermato il principio che le controversie vanno risolte con la legge e non con la violenza, poiché principale obiettivo dello stato è quello di difendere , attraverso la legge la pace. Il sindaco ha poi ricordato la figura di Sant'Antonio, che si è adoperato per la diffusione di una cultura della pace contro il dispotismo e ha infine menzionato il gesto del Presidente della Repubblica , Carlo Azeglio Ciampi, che ha inviato una targa a riconoscimento dell'importanza degli obiettivi che il seminario intende realizzare.
E' quindi intervenuto Massimo Giorgetti, Assessore alla cultura della Provincia che ha dichiarato di aderire agli obiettivi che il seminario intende perseguire, aggiungendo che una riforma dell' ONU è indispensabile, a garanzia di una maggiore forza delle Nazioni Unite, e ha infine citato il pensiero del Papa, che ha più volte ribadito che " L'ONU deve essere riformato come perno di un governo democratico mondiale".
Il terzo intervento è stato del Rettore dell'Università di Padova, Giovanni Milanesi, che si è dichiarato felice di aver promosso la Tavola della Pace e ha richiamato il primo articolo dello Statuto dell'Università in cui essa afferma il proprio carattere pluralistico e la proprio indipendenza. Il Rettore ha poi ricordato il Centro dei Diritti Umani diretto a Padova dal professor Papisca che nel 1992 è stata la prima istituzione in Europa a promuovere la democratizzazione dell'ONU.
Il quarto intervento è stato di Don Livio, incaricato del Vescovo di Padova che ha letto un messaggio in cui il Vescovo evidenziava come la Chiesa abbia sempre creduto nell'ONU e definiva l'impegno per la pace e per la democrazia "un raggio di luce nelle nebbie di questi ultimi tempi".
Il quinto intervento è stato di Giulio Cozzari, il quale dopo aver ricordato che sono circa 500 le istituzioni che operano per la pace ha sottolineato il bisogno di democratizzare l'ONU che nonostante tutto resta la casa dell'umanità, anche se è stata svuotata di poteri reali, messa sotto accusa e emarginata. Occorre reagire a questa situazione ! L' ONU che vogliamo sarà perno fondamentale, per la promozione della globalizzazione dei diritti umani e della democrazia. Appuntamento fondamentale sarà l'11 settembre 2005 data in cui verrà realizzata la marcia per la pace Perugia-Assisi e l'Assemblea dell'ONU dei Popoli. Cozzari ha richiamato il carattere internazionale del consesso a cui hanno partecipato rappresentanti di organizzazioni internazionali di tutto il mondo e in particolar modo : 17 per l'America , 17 per l'Africa, 10 per gli Stati Uniti, 8 per l'Asia e il Pacifico e molti altri per l'unione europea e l'Europa. Cozzari ha infine concluso il suo intervento ricordando che vi sono due italie. La prima è rappresentata da Fini, da poco ministro degli esteri, l'uomo che di recente in un convegno ha invitato a organizzare manifestazioni contro i pacifisti, l'uomo che di recente ha tentato di riscrivere il pensiero di San Francesco, sostenendo che avrebbe legittimato l'uso delle armi, l'uomo che ha affermato che la pace si costruisce con l'interventismo militare e non con "i falsi pacifisti pilateschi", l'uomo che dopo la morte di Arafat è andato a stringere un patto militare con Sharon, l'uomo che accenterà il carattere di subordinazione del nostro paese al diktat degli Stati Uniti. Vi è però una seconda Italia che si incontra, che ha reso possibile questo seminario e che ha ricevuto un messaggio del Presidente della Repubblica che le ha chiesto di vigilare, affinché il nostro paese la smetta di violare la nostra Costituzione e in particolar modo l'articolo 11.
Sono a questo punto incominciate alcune relazioni introduttive, la prima di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.
"E' un privilegio trovarsi qui ! Vi sono milioni di persone che non possono essere qui e che noi pur tuttavia rappresentiamo e per le quali è giusto fermarsi e osservare un minuto di silenzio.
Che cosa significa : riprendiamoci l'ONU? E' giusto questo obiettivo? E' possibile fare a meno dell'ONU? Se vogliamo cambiare questo mondo e costruire l'altro mondo possibile, dobbiamo prenderci cura di questa organizzazione. L'ONU è una organizzazione con profondi limiti, in crisi, ma è nostra, è di tutte le donne e di tutti gli uomini del mondo ed è nata per impedire le guerre e per sradicare la violenza. E' stata paralizzata per oltre 50 anni e negli ultimi 40 è stata oggetto di attacchi dalle grandi potenze e in particolar modo dagli Stati Uniti. A partire dall'11 settembre del 2001 abbiamo assistito allo scontro fra l'unilateralismo della politica USA e il multilateralismo possibile. Con la rielezione di Bush purtroppo questo scontro diventerà ancora più duro, con questa sfida da parte degli USA : o sottomissione all'unilateralismo o distruzione. Questa drammatica alternativa ha portato Kofi Annan a essere al centro di un attacco personale. La realtà è che non può esistere un diritto internazionale senza una istituzione capace di far valere quel diritto. La lotta contro l'unilateralismo, la guerra, il liberismo, passa attraverso la riforma dell'ONU. Dopo aver smascherato i guasti della globalizzazione e aver promosso la più grande campagna preventiva contro la guerra, la sfida più grande che abbiamo di fronte è la riforma dell'ONU. Per realizzare la riforma ci vuole però strategia e piano d'azione con il massimo coinvolgimento possibile di organizzazioni e persone : partiti politici, università, movimenti per la pace, donne, sindacati … Questo seminario si muove in questa direzione e a gennaio il Forum sociale mondiale di Puerto Alegre recepirà i risultati di questo lavoro. Sono necessarie proposte concrete per la mobilitazione che deve porsi degli obiettivi politici realizzabili perché è venuto il tempo di unire le analisi con l'azione concreta. Occorre accelerare il dibattito intergovernativo all'interno delle Nazioni Unite. Il prossimo anno ci sarà a Pechino l'incontro dei +10 e a Copenaghen dei +10.
A settembre 2005 (14,15 e16), si celebreranno i 60 anni della nascita dell'ONU, per misurare il cammino fatto e per discutere la riforma delle Nazioni Unite.
Dobbiamo agire innanzi tutto a livello nazionale, poiché azionisti dell'ONU sono i governi e tutte le riforme e le proposte di riforma dell'ONU possono diventare utopie quando manca il consenso degli stati.
Occorre che tutti i popoli del mondo chiedano ai propri governi un ben diverso impegno nei confronti dell'ONU !
Occorre poi agire a livello regionale per sviluppare una maggiore sensibilità e responsabilità collettiva e ancora è necessario intervenire per gli stessi obiettivi nel mondo dei media.
E infine si dovrà agire a livello transnazionale, tutti insieme, in tutto il mondo insieme, come il 15 febbraio 2003 e il 20 marzo 2004.
L'11 settembre 2005, alla vigilia del vertice dei capi di stato di tutto il mondo, si proclamerà la giornata mondiale di mobilitazione per la pace, la libertà e la democrazia, contro tutti i fondamentalismi e tutte le guerre. La risposta al terrorismo non può e non deve essere la guerra infinita, ma la promozione dei diritti per tutti e della partecipazione per tutti.
L'anno 2005 dovrà essere un anno di mobilitazione mondiale con al culmine l'11 settembre.
E' a questo punto intervenuto Papisca con una relazione per la quale faccio riferimento alle due fotocopie "Comitato italiano per l'ONU dei Popoli" e la "Società civile mondiale per la riforma e la democratizzazione dell'ONU".
Ha fatto seguito la relazione di Oded Grajew, Presidente di Cives, associazione brasiliana.
"Qualcuno di voi ha partecipato alle ultime assemblee generali dell'ONU? Io si e sono rimasto depresso di fronte allo spettacolo offerto. L'ONU è nato per promuovere la pace e la giustizia nel mondo fra i popoli ! Ma durante lo svolgimento delle assemblee generali il popolo è tenuto a chilometri e chilometri di distanza. Vi sono barriere e barriere, elicotteri che sorvolano continuamente la zona. Per arrivare vicino alla sede occorre superare 3, 4 controlli di sicurezza. Viene realizzata una militarizzazione di tutto lo spazio intorno al Palazzo di Vetro. Dopo 60 anni, lo svolgimento delle assemblee generali dovrebbe essere accompagnato da danze, musiche, incontri di solidarietà e invece il modo in cui le assemblee si svolgono è la dimostrazione del fallimento dell'ONU. E' la struttura che è fallita. Gli obiettivi del Consiglio di Sicurezza si concentrano sul terrorismo e sull'11 settembre, data in cui sono morte 3000 persone. E' giusto che il terrorismo sia colpito, ma l'UNICEF ha dichiarato che nel 2001 sono morti per fame 30.000 bambini, ne sono morti 30.000 il 10 e il 12 settembre, ma su questo non vi è stata alcuna mobilitazione! I veri protagonisti dell'ONU sono la Banca Mondiale, il FMI e l'OMC (Organizzazione mondiale del commercio). Durante le assemblee si parla solo di sicurezza, di finanza e di banche. Non si parla di commercio equo e solidale, non si parla di sviluppo umano ! Non si parla del deterioramento della situazione sociale all'interno della maggioranza dei paesi del mondo, non si parla della condizione dei lavoratori e dei diritti umani. Nelle conferenze ONU, quando si fa un bilancio, tutti parlano di un insuccesso totale rispetto agli impegni assunti nelle conferenze precedenti. Per questo questa istituzione va riformata. L'idea del forum mondiale sociale è quella di cercare di rispondere a questo interrogativo : come è possibile che la maggioranza assoluta della popolazione mondiale sia sfruttata economicamente e culturalmente da una minoranza ? Se questa minoranza si mette insieme ha una forza colossale. Esiste tuttavia una difficoltà nel pianificare le azioni e l'idea del forum è questa. Cambiare le teste, le idee e creare gli spazi per promuovere le idee. Una volta che i popoli si muoveranno insieme le cose cambieranno. Se vogliamo cambiare l'ONU dobbiamo riflettere per promuovere delle azioni. E dobbiamo essere strateghi e articolatori, perché le idee devono poter essere attuate, altrimenti il forum fallirà.
Nell'anno 2005 saranno cinque anni dalla dichiarazione degli Obiettivi del millennio. Non sarà possibile una partecipazione della società civile alle celebrazioni ufficiali. Ma dovrà esserci molta gente e a New York per denunciare che i popoli non hanno voce per far valere le loro esigenze e per denunciare i governi che non hanno mantenuto nemmeno gli obiettivi modesti.
Dovrebbe attivarsi un'assemblea parlamentare mondiale. In Brasile Lula ha convocato il mondo intero per lanciare una campagna contro la fame, con Chirac, Zapatero e Cile. Questa potrebbe essere una occasione per partecipare a una assemblea parlamentare di carattere internazionale.
Attraverso Internet dovranno promuoversi plebisciti su questioni mondiali, da utilizzare come strumenti di pressione sui governi.
Si dovrà promuovere una costituzione mondiale sull'esempio della costituzione europea, che abbia fra i suoi contenuti anche l'obiettivo di cambiare la struttura poco democratica ed efficiente dell'ONU.
E' intervenuta quindi Fatma Alloo della Tanzania, in rappresentanza dell'associazione "Developing alternatives for women".
"E' un onore trovarmi qui a Padova in questa sala della giustizia. Sono qui in rappresentanza dell'associazione Dawn che si propone di agire in rappresentanza delle donne del sud del mondo, associazione sorta nel 1985 dopo la conferenza a Nairobi. Dobbiamo riprenderci la nostra rappresentatività di genere e sollevare con forza il problema della sovranità dell'ONU. La mia previsione è che nei prossimi quattro anni assisteremo a un attacco devastante e a una serie di violazione dei diritti umani ancora più gravi. E dato che l'Africa è il continente più ricco del mondo per le sue risorse naturali, il problema della sovranità all'interno dell'ONU è fondamentale. L'Africa ha vissuto sulla sua pelle la schiavitù, il colonialismo. Ora assistiamo al fenomeno del neocolonialismo, non solo a causa delle politiche della BM e del FMI, ma anche per le politiche delle agenzie di sviluppo. In Europa si assisterà sul piano diplomatico a una lotta per la sopravvivenza del più forte; dopo la morte di Arafat l'Europa terrà a precisare la propria potenza rispetto agli Stati Uniti. Noi non crediamo in questa democrazia fasulla. Occorrerà celebrare una strategia sul tipo di azione da avviare per la realizzazione di un mondo diverso. Sarà in questo senso fondamentale utilizzare l'esperienza del femminismo come capacità di creare spazi e momenti per il cambiamento. E come donne dovremmo sempre ricordare che qualunque guerra passa attraverso il nostro corpo perché sono i nostri figli a soffrire.
Democrazia : che cosa si è fatto succedere in nome di questa parola ? Nel nome della liberalizzazione i governi africani hanno aperto le loro frontiere per legittimare il commercio. Ma quello che è stato compiuto è in realtà un saccheggio. Ma questo non è bastato. La forza della democrazia fasulla si è spinta fino a eliminare fisicamente le persone. Basti per tutte ricordare l'esperienza di Falluja. L'esercito occupante, costituito da quanti si sono definiti liberatori, ha distrutto una città.
L'impero si è appropriato della lingua ed è come se ci prendesse a schiaffi.
Occorre che i nuovi spazi all'interno dell'ONU siano alimentati dalla giustizia, dalla giustizia di genere, dall'equità dei rapporti Nord-Sud.
L'Italia e gli altri paesi occupanti dovranno subito ritirare le truppe dall'Iraq, come ha fatto la Spagna. Siamo certi che questo passo non sarà compiuto nel futuro immediato dagli USA. Gli americani si uniranno a noi solo quando la conta dei morti diventerà astronomica, com'è accaduto in Vietnam.
Negli USA e nel mondo occidentale il sistema di mettere il bavaglio all'informazione è finora risultato efficace. Avete definito l'Africa "il terzo mondo".
Ma il terzo mondo è ormai alle soglie di questo mondo e la lotta continua.
Intervento di Salil Shelly responsabile della "Campagna del millennio", sorta dopo l'assemblea delle Nazioni Unite del settembre 2000, quando 189 governi del nord e del sud del mondo, firmarono la dichiarazione del millennio con l'intento di "liberare i nostri simili, uomini, donne e bambini, dall'abbietta e disumana condizione della povertà estrema". La dichiarazione si fonda su impegni presi in una serie di conferenze ONU degli anni '90 e ha messo in luce il crescente malcontento dovuto agli squilibri della globalizzazione, riaffermando valori universali come l'uguaglianza, il rispetto reciproco e la responsabilità condivisa per il benessere di tutti i popoli. La "Campagna del millennio", di cui Shelly è responsabile, ha lo scopo di supportare i cittadini di ogni parte del mondo nel loro vigilare affinché i governi tengano fede alle promesse fatte nella dichiarazione.
Di seguito alcuni passaggi fondamentali del discorso fatto da Shelly :
"La chiave per la lotta nel millennio è che i paesi ricchi mantengano i loro impegni. Occorre agire ! Basta con la retorica ! E i cittadini devono fare pressione sulle istituzioni affinché mantengano le loro premesse.
La pace e lo sviluppo debbono avanzare mano nella mano perché la situazione di estrema povertà in cui versano centinaia di milioni di abitanti del pianeta è incompatibile con la pace. Deve promuoversi lo sviluppo e debbono essere assolutamente riformate la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio, in modo che sia garantito il riequilibrio dei poteri fra uomini e donne, ricchi e poveri.
Come i cittadini non hanno tratto benefici dalla democrazia all'interno dei loro paesi, così i popoli all'interno dell'ONU non hanno potuto far sentire la loro voce.
I popoli, nella decisione di intraprendere la guerra contro l'Iraq non sono stati assolutamente tenuti in considerazione. Questo ha provocato una crisi di fiducia nel confronti delle loro istituzioni e di quelle internazionali.
E mentre al centro dell'attenzione dell'ONU continua a essere principalmente il tema della sicurezza (l'Iraq è il caso più discusso del momento) e non si parla di altre regioni del mondo fortemente in crisi come la Palestina, ll Dawfur …), l'ONU trascura di focalizzare la sua attenzione sul tema dell'uguaglianza fra i popoli. Siamo diventati insensibili alla misura del problema : ogni anno 500.000 madri muoiono per ragioni non giustificabili ! Ogni giorno 30.000 bambini muoiono per motivi non giustificabili ! Quasi 3 milioni di persone sono morte per infezione HIV ! Non c'è scuola per centinaia di milioni di bambini .. E il paradosso è che nei paesi sviluppati il benessere è incredibile. Le 1000 persone più ricche del mondo hanno una ricchezza maggiore di 600 milioni di poveri.
Gli obiettivi del millennio intendono garantire i diritti allo sviluppo fondati sulla giustizia, sulla base di una responsabilità condivisa.
Al centro dell'attenzione dovrà esserci l'Africa che continua a pagare in termini di interessi dei debiti maturati più di quello che riceve.
E' fondamentale mobilitare una massa di persone sul tema della povertà.
Nel luglio del 2005 si terrà il G8 nel Regno Unito.
Nel settembre del 2005 vi sarà la conferenza dei capi di stato. Occorrerà cogliere questa e tutte le altre occasioni possibili per avviare un processo di globalizzazione contro la povertà. La nostra generazione ha l'occasione di sradicare la povertà in modo assoluto. Non abbiamo più scuse !
L'assemblea è stata divisa in due gruppi di lavoro che si sono incontrati nel pomeriggio. Il primo ha avviato un dibattito sull'ordine internazionale che vogliamo costruire e sui suoi elementi portanti. Un ordine mondiale pacifico, giusto e democratico basato sui diritti umani contro un ordine mondiale gerarchico e diseguale orientato alla guerra e alla competizione del mercato.
Il secondo gruppo, cui ho partecipato, ha avviato un dibattito sulle sfide che siamo chiamati a fronteggiare e la risposta che intendiamo mettere al centro del nostro impegno comune.
Di seguito riporto alcuni interventi :
1. "E' fondamentale che l'ONU vada ricollegato a strutture democratiche partecipative. Dovremmo avere più audizioni nazionali".
2. Dati : la comunicazione è una sfida enorme. Vi sono state esperienze di mobilitazione sostenute dalla nuove tecnologie. Il problema è che in molti paesi non vi è l'accesso alle nuove tecnologie ! Occorrerà pertanto ricorrere a tecnologie diverse per avere accesso a più persone possibile, altrimenti le motivazioni per cui si deve sostenere l'ONU non saranno comprese !
E' importante strutturare un'agenda mondiale e una nazionale.
3. Intervento di Jamin dalla Palestina : ha riferito che si era sollecitato l'intervento di ispettori ONU all'interno di un campo profughi, ma è bastato che Israele dicesse no, si opponesse, perché nessun ispettore entrasse.
I palestinesi non hanno informazioni sull'ONU. Vediamo solo le belle automobili dei funzionari e aiuti per lo sviluppo, ma nessun intervento chiaro di tipo politico.
L'ONU non ha alcun potere per applicare le sue stesse regole.
Dovremo lavorare sulla stessa credibilità dell'ONU ! Come posso, come palestinese, avere fiducia nell'ONU ?
Dopo l'11 settembre l'ONU è diventato una specie di facciata per coprire la politica degli Stati Uniti. Le potenze mondiali usano il nostro stesso linguaggio per attaccarci. "Umanitario". Sotto questo aggettivo sono state commesse azioni ignobili.
Basti pensare alle sanzioni ONU in Iraq, per cui sono morti centinaia di bambini.
L'ONU è la sede dei governi, i governi sono di destra e lo usano come loro strumento. Come può l'ONU diventare uno strumento neutrale ?
4. Brasile
E' importante riflettere su alcuni aspetti dell'ONU :
- al suo interno mancano spazi in cui si pensi agli interessi dell'intera umanità. Si riproducono gli stessi rapporti di forza.
- Dobbiamo spostare la sede dell'ONU da Newyork. Non è una scelta irrilevante. Sarebbe in dato simbolico molto rilevante ! Chi ha potuto assistere alle riunioni, si è potuto rendere conto del peso enorme che hanno gli Stati Uniti all'interno dell'ONU.
- Architettura finanziaria dell'ONU : il peso economico e finanziario dei vari governi grava molto sulle decisioni dell'ONU. Se 500 milioni di persone dessero un dollaro al mese dicendo " vogliamo un ONU che nella società civile abbia una maggiore indipendenza dai governi ?!
E' fondamentale cercare un sostegno popolare per l'indipendenza, per poter prendere le decisioni in piena libertà.
L'ultimo scorcio di secolo ha visto un enorme aumento dell'impegno delle ONG nei confronti dell'ONU. L'istituzione della corte penale internazionale e la stipulazione della Convenzione per le mine antiuomo stanno a testimoniare che quando l'ONU ha la forza dalle ONG e non dai governi può ottenere molto !
I governi sono membri dell'ONU, ma lavorano per fare valere e loro propri interessi ! L?ONU fa quello che gli stati membri gli concedono. Ha meno fondi dei pompieri ! Le ONG devono poter avere più peso all'interno dell'ONU.
Il problema fondamentale è che i governi non sono abbastanza responsabili a livello nazionale di quello che fanno a livello internazionale.
5. Intervento da parte di un esponente della International Disability Alliance che nel mondo rappresenta 600 milioni di disabili. Questo è essere rappresentanti politicamente ! "Se una strategia deve essere adottata è quella di dare le gambe alle proposte di stamani. Si pongono due questioni :
- le missioni ONU : dobbiamo rafforzarle?
- problema della rappresentanza degli interessi del mondo all'interno dell'ONU. Non possono intervenire solo i governi ! Occorre dare spazio anche alla società civile. Quando si parla di riforma dell'ONU occorre convincersi che non è possibile che essa venga effettuata per gradi !
Deve eliminarsi il diritto di veto. Nessuno stato dovrebbe avere il diritto di veto sui temi dei diritti umani. Ogni stato dovrebbe avere l'obbligo di accettare le decisioni della Corte Penale Internazionale.
Dovrebbero promuoversi incontri, convegni fra tutti i paesi del mondo, non più fra le maggiori potenze : G180 ! non più G8 !
Occorre decentrare, delocalizzare l'ONU ! Andiamo in Africa!
Altra sfida : l'efficienza. Il budget a disposizione dell'ONU non è un granchè, ma vi sono pur sempre dei fondi che dovrebbero essere gestiti da strutture proprie della società civile e non ricollegabili ai governi!
I coordinatori del dibattito hanno a questo punto individuato cinque gruppi di problemi fondamentali da affrontare :
1. la sfida di comunicare in maniera più efficiente che l'ONU non è solo un organismo rappresentato da governi. Dobbiamo recuperare il linguaggio originale per cui si parlava di ONU come di organizzazione rappresentativa dei Popoli.
2. bisogna individuare uno spazio economico pubblico e controllare che le risorse economiche siamo utilizzate effettivamente dalle agenzie che sono diramazione dell'ONU. Vi sono meccanismi per cui stornano risorse per inviarle a organismi al di fuori dell'ONU.
3. aprire degli spazi a tutti gli stati del mondo all'interno dell'ONU :
1. si è proposto di sostituire il Palazzo di Vetro con una sede in una altra regione del mondo (L'Africa ?)
2. le ONG devono avere un operato più strategico in modo da garantire all'interno dell'ONU una rappresentanza suppletiva dei popoli.
4. occorre recuperare l'efficacia locale dell'ONU e riappropriarsi del dibattito che riguarda l'ONU a livello dei vari parlamenti nazionali.
5. si deve abolire il diritto di veto.
Si è a questo punto proposto di affrontare i problemi a uno a uno e in maniera più approfondita.
Primo intervento
Il denaro e l'informazione sono due poteri di fondamentale importanza !
Se la gente fosse meglio informata potrebbe veramente partecipare in maniera attiva al processo democratico !
Il problema è quello di trovare le strategie più opportune per diffondere l'informazione.
Come informare il popolo d'Africa affinché capisca cos'è l'ONU ? In Africa i funzionari dell'ONU sono visti come turisti.
Secondo intervento
Per assicurare che i cambiamenti che vogliamo siano attuati è importante assumersi una responsabilità individuale. Gandhi parlava di autosufficienza , affettiva, economica. San Francesco non ha mai preteso che la Chiesa cambiasse !
Terzo intervento da parte di un produttore dei video
Negli Stati Uniti la società civile non ha dei media liberi, i media sono tutti schierati a destra.
Occorre dare più efficacia al nostro movimento nei confronti dell'opinione pubblica.
La chiave sono i media … dovrebbero dedicarsi due ore al giorno a un programma su Porto Alegre visto in tutto il mondo.
Quarto intervento
L'ONU dipende dal finanziamento degli Stati Uniti. Occorre svincolarsi per non dipendere dagli Stati Uniti e dalle multinazionali.
Si deve avviare un fondo finanziato dalla gente.
Quinto intervento
Qual è l'ONU che vogliamo ? L'ONU che affronti i temi della Pace, della democrazia e dei diritti umani. Il tema dello sviluppo ha pochissimo peso … dovrebbe essere invece al primo ordine del giorno, perché riguarda la maggior parte della popolazione mondiale
Sesto intervento
Perché dovremo escludere gli Stati Uniti e le multinazionali dal finanziamento ? ci si dovrebbe invece assicurare finanziamenti da parte degli Stati ricchi e delle multinazionali e attivare al contempo dei meccanismi che ne limitassero l'influenza nei confronti dell'ONU.
Settimo intervento
Deve esserci uno sforzo per coinvolgere le organizzazioni nel sud del mondo, affinché siano informate di quanto sta succedendo. Il 15 febbraio del 2003 milioni di persone hanno invocato la pace nel mondo. C'è bisogno di un posto in cui le domande a livello mondiale siano rappresentate.
La democrazia si ferma a livello locale.
Il Parlamento europeo è democratico perché è eletto dalla gente. Ma è l'Unione Europea a non essere democratica.
Deve avviarsi una campagna per una democrazia a livello dell'Unione Europea e del mondo e deve essere organizzato un referendum per chiedere se si è favorevoli o meno a un parlamento mondiale.
Ottavo intervento
La realtà politica internazionale è più complessa. Non si possono contrapporre, tout-court, gli Stati Uniti alla società civile.
Vi sono molti strumenti legali da utilizzare per prevenire la guerra e costruire la pace. Utilizziamo gli strumenti che vi sono e impariamo a utilizzarli al meglio.
Nono intervento
Non vi è modo di controllare i singoli governi a livello internazionale.
Deve potenziarsi il sistema di comunicazione all'interno del nostro mondo perché fra di noi possano circolare le informazioni.
Decimo intervento
Nello sforzo di avviare una campagna per democratizzare l'ONU dobbiamo tener presente che :
- non siamo tutti allo stesso livello politico
- non dobbiamo considerare alcuno stato come nemico
- dobbiamo riportare i nostri governi a rappresentarci a livello mondiale
- occorre lavorare innanzitutto a livello locale, quindi a livello nazionale e infine a livello globale.
Non si può lavorare a livello globale e trascurare i livelli locale e nazionale, perché trascureremmo il nostro dovere democratico !
Partiamo dalla democratizzazione della nostra società.
Undicesimo intervento
Dovremo partire da dove la gente si sta già muovendo, da dove c'è la mobilitazione e tener presente che avremo a che fare con le istituzioni che si oppongono a un diverso funzionamento dell'ONU. Avremo come interlocutori il WTO e il sistema bancario che faranno di tutto per impedire che la riforma dell'ONU funzioni.
Dodicesimo intervento
All'interno della campagna per democratizzare l'ONU dovremo mobilitare il "migrant moviment", che è un movimento trasversale.
Dovremo redigere un documento prima di Puerto Alegre, in modo che il nostro lavoro sia portato a conoscenza di più persone possibile.
Tredicesimo intervento
Di fatto l'ONU appartiene a pochi stati. Come possiamo riprendere i poteri dell'ONU ? Nei due giorni in cui siamo stati qui sono stati spesi due bilioni di dollari per la guerra ! Abbiamo una lunga strada da percorrere !
Quattordicesimo intervento
Metà della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Quale delle nostre proposte è in grado di mobilitarla?
Sintesi delle questioni emerse nel corso della mattinata
1. Come coordinare tutte le iniziative del mondo pacifista ?
2. E' importante rapportarsi con i governi nazionali per denunciarli, coinvolgerli, sfidarli.
3. E' stata proposta la relazione di una costituzione mondiale.
4. E' stata proposta l'istituzione di un Parlamento mondiale.
5. E' stata proposta l'attivazione di un osservatorio mondiale.
6. Non basta denunciare. Occorre agire !
7. Occorre creare collegamenti nei rapporti fra la società civile del Nord e del Sud del mondo.
8. E' essenziale, affinché l'ONU diventi l'ONU dei Popoli, modificarne la struttura.
9. Le attività dovranno essere adottate partendo dal locale per giungere al nazionale e, solo infine, all'ambito internazionale.
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