Per un’Europa di pace

“L’Ue deve tenersi alla larga dalla strada imboccata dagli Stati Uniti”. A ruota libera Kate Hudson, l’organizzatrice dello scorso European Social Forum di Londra.
1 marzo 2005
Kate Hudson (Traduzione di Flavia Cerrone)

For a Europe of peace Negli ultimi anni il mondo è diventato un luogo sempre meno stabile, ed ha affrontato nuove sfide in termini di pace e di sicurezza. Le tensioni globali sono aumentate a causa dell’unica superpotenza rimasta, gli Stati Uniti d’America, che ha risposto in maniera inappropriata ad atti di terrorismo, ed ha scelto di seguire una politica estera sempre più aggressiva. La quale include il ricorso ad una “guerra preventiva”, illegale, e il rifiuto dei trattati e delle leggi internazionali, comportandosi in maniera ottusa e unilaterale. Gli Stati Uniti hanno anche cambiato il loro atteggiamento nei confronti delle armi nucleari, considerandole oggi come parte di un arsenale “utilizzabile”. Stanno pianificando lo sviluppo di nuove armi nucleari miniaturizzate, come i “bunker busters”, da utilizzare anche contro stati non forniti di arsenale nucleare.

Mai più un’altra Hiroshima

Questi sviluppi sono davvero allarmanti. Chi vive in Europa è chiamato ad impegnarsi per trovare il modo di rendere il mondo un posto più stabile e pacifico. In un contesto più ampio, la strada da prendere è chiara: le relazioni tra le nazioni devono essere giuste ed eque. Vi dev’essere rispetto reciproco tra le etnie e le religioni; devono coesistere un commercio equo e uno sviluppo omogeneo. Tutti questi principi potrebbero, alla fine, aiutare ad estirpare molte delle tensioni che esistono intorno al pianeta. Ma in termini politici, per che cosa dovremmo lottare oggi? La risposta è: il rispetto delle leggi internazionali e l’operare entro la cornice delle Nazioni Unite. L’Europa deve rafforzare le Nazioni Unite e non seguire il comportamento degli Usa che invece scavalcano questa istituzione (come è successo per la guerra in Iraq). Inoltre ci deve essere il rifiuto del militarismo, dato che la guerra, e specialmente la guerra nucleare, non è una soluzione ai complessi problemi del pianeta. Nel sessantesimo anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, faremmo bene a ricordare l’impatto devastante che hanno le armi nucleari. In quei due tristi episodi della storia le esplosioni e gli incendi uccisero più di 180 000 persone, ma a causa delle radiazioni ne morirono nei giorni e negli anni che seguirono altre decine di migliaia a causa di tumori, nascite malformi e tanti altri effetti collaterali.

Le sfide del pacifismo

Nell’Europa di oggi, coloro di quelli che sostengono la linea politica che ho indicato affrontano sfide difficili. Prima tra tutte, quella della Costituzione Europea che è stata proposta, che significherà l’aumento della militarizzazione dell’Europa, nel suo disegno di migliorare le risorse militari e l’imponente allargamento delle aree di intervento. Il recente orientamento degli Usa verso interventi illegali non deve essere perseguito dall’Europa. Dobbiamo opporci ad esso e rifiutare ogni nozione che gli interventi Europei siano in qualche modo più umani; dopo tutto non dovremmo dimenticare gli orrori relativamente recenti del colonialismo europeo.
Secondo, affrontiamo una grande sfida contro la Nato. Gran parte dell’Europa è integrata nella Nato, ma quanti di noi sanno che la Nato adotta la politica del nucleare come prima arma, e che circa 480 armi nucleari americane sono sparpagliate per l’Europa, principalmente in stati che non sono essi stessi muniti di arsenale nucleare? Il Regno Unito, che ha anche il proprio armamento nucleare, ospita 110 bombe nucleari americane free-fall nella base aerea di Lakenheath in East Anglia (sud-est); circa150 sono custodite in tre basi in Germania; 90 nel sud-est della Turchia, 90 in Italia, 20 in Belgio e altrettante nei Paesi Bassi. Data la posizione attuale degli Usa circa la guerra, questa è una cattiva notizia per l’Europa. Chi sarà la prossima vittima dell’America? L’Iran? E queste armi, verranno impiegate?

Secondo la legge internazionale, uno stato armato con il nucleare non può trasferire armi nucleari verso uno stato che non possiede arsenale nucleare, e quindi queste armi dovrebbero lasciare il continente europeo per ragioni legali, così come per ragioni morali e politiche.
Adesso è il momento per gli europei amanti della pace di lottare per i valori che possono portare una pace vera in europa e nel mondo. Lottare per sostenere le leggi internazionali intorno al mondo e contro la militarizzione e la ‘nuclearizzazione’ dell’Europa sarebbe davvero un buon inizio.

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