FinestraSud

Osare un tempo nuovo

Immigrati e Carovana della Pace

9 settembre 2003
Padre Giorgio
Padre Giorgio con la carovana della pace Domenica 7 Settembre la Carovana della Pace si è fermata a Castel Volturno. Numerosi giovani rappresentativi di tutta Italia, dal Sud al Nord hanno incontrato gli immigrati della parrocchia S. Maria dell’Aiuto. Il tema principale della Carovana è “Osare un tempo nuovo” , impegnarsi per la pace in un mondo dove le guerre aumentano e aumenta la mentalità della guerra come metodo per risolvere i problemi.

Siamo orfani, non sogniamo più.

Sono tante le guerre dimenticate in Africa e nel mondo. Noi ci siamo abituati a convivere con tutto, quasi niente ci smuove e i popoli non vengono ascoltati e lasciati andare alla deriva. La nostra è una società che non sogna più, il denaro e l’interesse privato smorzano ogni desiderio di cambiamento. Non sogniamo più una società dell’incontro della responsabilità comune, del cambiamento e della condivisione.

La ventina di giovani che forma la Carovana della pace, ci ricorda la possibilità di un futuro diverso. Un futuro che non sia a beneficio di pochi privilegiati dimenticando i molti, ma dove tutti abbiano possibilità di una vita umana degna.

In ascolto degli immigrati di Castel Volturno

Padre Giorgio, Padre Dario, Padre Mosè I giovani della Carovana della Pace hanno condiviso la messa domenicale celebrata in inglese con gli africani della parrocchia. La Messa è l’unico luogo dove tutti: regolari e irregolari, rifugiati e immigrati residenti si ritrovano. Davanti a Dio non ci sono differenze, è l’unico posto non discriminante e non razzista… E’ stato bello l’incontro dei volontari con il mondo africano, che impressiona per la vitalità della liturgia: il coro delle ragazze che canta e danza, il ritmo di tutta l’assemblea che partecipa attivamente. E’ il tempo scorre, non è importante che la celebrazione si protragga nel tempo, importante è vivere l’evento, essere parte attiva in quel che succede.

Condividere il pranzo

E’ forse utopia condividere “fuori della Chiesa” ciò che si è vissuto nella Messa? Dopo l’Eucaristia, la “frazione del pane”, abbiamo condiviso il pranzo: I volontari italiani della carovana hanno posto sul tavolo pane e frutta e gli africani hanno condiviso il riso con la carne cucinato secondo lo stile africano e offerto le bevande. Questa condivisione è un segno che si può osare il futuro, che si può costruire una società sulla condivisione e come l’incontro con Cristo possa realizzare questo. E’ possibile!

Condividere i problemi

Siamo tutti vittime di pregiudizi e di paure. Una punta di razzismo è dentro tutti noi. L’altro, che riteniamo diverso, ci fa paura, dimenticando che guardati dagli africani anche noi a loro appariamo diversi. Solo il denaro e il possesso dei mezzi, degli strumenti e dei beni rende gli altri diversi e inferiori. Allora il colore della pelle diventa un pretesto per difendere pregiudizi e privilegi… Volontari e immigrati hanno superato il mondo delle discriminazioni e separazioni. Si può osare un futuro diverso.

Permesso di soggiorno in nome di Dio

Per il credente la terra e tutto ciò che contiene appartiene a Dio, unico creatore, Egli la ha data ai suoi figli per vivere serenamente. Solo il male presente in ciascuno di noi e che si riflette nelle strutture porta a costruire un mondo di ricchi contro la moltitudine di poveri. E’ per questo che il 15 Novembre i Missionari Comboniani e tutti coloro che condividono rilasceranno i permessi di soggiorno in nome di Dio davanti alle Prefetture di tutta Italia, riconoscendo agli immigrati il diritto di vivere anche quando lo Stato non lo riconosce loro. E’ un invito a tutti, alle associazioni cattoliche e laiche a prendere posizione a favore dei nuovi schiavi e in particolare degli Africani.

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