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30 marzo...31 marzo...
Martedì 30 marzo
6:45.Stamattina mi sono svegliata davvero male, anzi malissimo. Non riesco a scrollarmi di dosso il torpore del sonno profondo in cui sono caduta stanotte.
Nella fitta nebbia della memoria avanza qualche ombra di ricordo: davanti al mio telefilm preferito, la bottiglia di vino rosso era venuta giù che era un piacere. Palli e Ino mi si strusciano sulle gambe facendomi strada verso la cucina. Davvero dolci questi esserini pelosi. Se non fosse per loro, il risveglio ed il rientro nella casa vuota dopo una giornata di lavoro sarebbero squallidi e tristi. Il nostro, capisco bene, è un rapporto di mutuo opportunismo: io mi servo di loro per sopportare meglio la mia singletudine oramai fossilizzata, loro mi usano come inserviente per i pasti e la pulizia dei servizi. Ma sono maledettamente intransigenti. Per loro ogni giorno è uguale a quello precedente e non ammettono cambiamenti di programma. Ci sono delle immutabili priorità: prima la loro pappa, poi mi viene concesso di prepararmi il caffè.
Miaoooooo.Miauuuuuuuuuuuuuuuu. Bastaaaaaaaaa!!! Oggi ho bisogno urgentemente di un caffè, prima di ogni altra cosa. Possono miagolare quanto vogliono, ruggire pure, ma prima il mio caffè.
Mi dirigo come una sonnambula in cucina a caricare l’alambicco per la pozione nera, ma sono come in preda ad una strana sensazione che non capisco se associare ad un sogno fatto ma di cui ho perso memoria oppure a qualcosa di realmente importate che mi sfugge. Frugo, corrucciata, nel cassetto della memoria. Il vuoto.
Miaooooooooo. Grrrrrrrrrrrr. Va beneeeeeeeeee. Ora che l’aroma di caffè inizia a risvegliare uno dei miei cinque sensi, posso svuotare nella ciotola la maleodorante sbobba al gusto di salmone. Ma non capisco una cosa: per quale motivo se da sempre il cibo preferito dai gatti sono stati i topi non esistono bocconcini al gusto di ratto?Comunque non sono problemi di cui preoccuparmi alle 7 del mattino.
Uffa. Una giornata iniziata davvero male.
Driiiiiiiiiiin. Anche il telefono!
-“Ciao mamma!”
-“Come facevi a sapere che ero io?
-“Ma chi vuoi che mi chiami a quest’ora del mattino? Dimmi pure”.
“Sai, tesoro….bla bla….”
Le“incursioni telefoniche” di mia madre sono tutte le stesse. Copia-incolla. Ctrl C-CltrV. Sembrano nastri registrati, così come le mie monosillabiche risposte: sì, no, no, si, si… In realtà è facile capire che prende al volo ogni pretesto per controllare che stia bene e sia in casa. Come se non la conoscessi!
7:30. E’ tardi. E’ ora di andare. Preso tutto? Chiavi dell’ufficio, acqua, panino, documenti moto….Eppure…Eppure sto dimenticando qualcosa, qualcosa di importante. Ma se è davvero importante perché non la ricordo? Scrupolosa come sono avrei lasciato un post-it sullo sportello del frigo o nell’agenda. Vediamo….che giorno è? Martedì 30 marzo. Nulla. Questa data non mi dice nulla di nuovo. Vabbuò. Alla fine, se davvero si tratta di qualcosa di vitale verrà fuori, magari tardi. Ma oramai mi sono rassegnata alla “smemoratio precox”così è da qualche mese a questa parte. La vecchiaia comincia a fare stragi di neuroni.
Il resto della giornata scorre senza tante novità o scossoni. Al lavoro già da tempo perso ogni entusiasmo. Nella casella di posta elettronica una caterva di spam. Il telefonino rimane muto per l’intera giornata .
La strana sensazione con cui mi sono svegliata non svanisce.
20:30. Stasera non mi va di cucinare. Che novità! Prendo due fette di pane in cassetta, riverso in un piatto di plastica una scatoletta di tonno ed una di mais e condisco il tutto con della maionese..che chef!
21:00. Mi accingo a stravaccarmi sul divano con i mici che già mi puntano impazienti di saltarmi addosso per conquistare come da copione le loro posizioni, uno sopra la pancia e l’altra sulle gambe, quando squilla il telefono. Driiiiiiiiiiiin.Questo si che è insolito. Una telefonata a quest’ora. Davvero un fuori programma degno di nota. E mentre nei pochi secondi che impiego per alzare la cornetta passo in rassegna il possibile uomo (perché di un uomo si tratterà!) desideroso di comunicare con me, il cuore comincia a battermi forte in petto e le sistole riecheggiano sorde nelle orecchie come se un’orchestra di membranofoni avesse improvvisato un concerto.
Dum Dum. E’ Luca, che dopo avermi mollato senza un plausibile motivo, si è reso conto che senza di me non può stare. DUm Dum. No. E’ Fabrizio, il mio ex marito, che ha mollato quella vipera …Che stupida! Come se non sapessi già che NON RITORNANO…. Almeno da me.
Profondo respiro e “Pronto?”
-“Ciao sono io”. Voce di donna. Ho come la sensazione di averla sentita già ma non riesco ad associarla a un volto o solo un nome…
-”Io chi?”.
-“Sono io.Anzi te. Te ne sei dimenticata, lo sapevo!”
-“Scusi ma probabilmente lei ha sbagliato numero…” la interrompo fra il sarcastico e l’indispettito.
-“Non ho sbagliato numero. Io sono te e ti ricordo di ricordarmi, anzi di ricordarTI. Sono oramai mesi che mi trascuri. Non vai più in palestra. Mangi scatolette come i tuoi gatti. La tua vita è più piatta di una tavola da surf…per quanto tempo ancora intendi continuare così? La vita è breve e tu la stai sprecando sopravvivendo non vivendo”.
TU.TU.TUUUUUUU….”Ha chiuso! Pazzesco!” dico ad alta voce, guardando il ricevitore come se vedessi questo oggetto per la prima volta in tutta la vita e cercassi di indovinarne un possibile uso.
Sono sconvolta. Cerco di capire se si possa trattare di uno scherzo e in caso affermativo da parte di chi. Meglio berci un po’ su. Tiro fuori dalla dispensa una bottiglia di vino rosso, la stappo a fatica e me ne verso un bicchiere che butto giù tutto d’un fiato. Quando la spremuta di uva ha raggiunto comincia a fare il suo effetto relax mi convinco si sia trattato di uno scherzo e mi butto come peso morto sul divano, pronta per una nuova puntata del mio telefilm preferito. Un altro bicchiere di vino…un altro ancora…
Mercoledì 31 marzo
Stamattina mi sono svegliata davvero male, anzi malissimo…….
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