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L'ULTIMO SALUTO DI BENEDETTA ALLA NONNA PATERNA
L’ULTIMO SALUTO DI BENEDETTA ALLA NONNA PATERNA
E così te ne vai.
A pochi giorni dal Natale, che già stavamo organizzando.
In un grigio ed umido giorno di dicembre che tu avresti, senz’altro, trascorso accanto al caldo del camino.
Circa ottant’anni ci separano, ci separano il modo di pensare e le priorità della vita. Ma non i valori.
Volevi essere la mia guida, ed io di guide non ne voglio. Ti voglio, però, un gran bene. Ora più che mai, ora che non posso più fartelo sapere.
Contavi novant’un’anni, ma non ti ho mai considerata una vecchietta.
Eri una signora austera, aulica, forse, simile alla nonna del Carducci: “Tra l’ondeggiar de i canditi capelli.”
Non una vecchietta: tu mi infondevi sicurezza. Sapevo che mi attendevi a casa, che la notte dormivi sotto la mia stanza, che preparavi per me, con la massima cura, le tante odiate verdure.
Mi piaceva averti accanto quando studiavo, oppure averti come pubblico durante gli esercizi di danza e di karatè.
Per te ero sempre brava, so che ti piaceva tutto di me. E, sai, i tuoi rimproveri non mi spaventavano per nulla, né mi offendevano.
Non la nonna delle fiabe: tu eri la nonna dei proverbi…..una massima per affrontare le difficoltà della vita. E la fede…..quella fede che ti ha tanto aiutata negli ultimi anni.
La nostra casa, ora, è diversa: quella casa che tu tanto amavi e curavi.
Sarà, però, solo la tua fisicità a mancarmi. Cercherò di conservare in me, per sempre, la tua voce…la tua voce…Rammenti? L’ho registrata sul cellulare mentre mi cantavi le canzoni tue di giovane. Quelle mi resteranno nell’anima insieme ai ricordi che tanto rincuorano, tanto struggono.
So, continuerai a proteggerci.
Ciao, nonna.
Benedetta
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