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3 febbraio 2004

Andrea Podesta' - "Fabrizio De Andre' in direzione ostinata e contraria"

Questo libro ci aiuta a ricordare Fabrizio De Andre' a cinque anni dalla sua scomparsa; ci aiuta a ricordare un uomo che si e' schierato sempre e comunque dalla parte di chi "viaggia", per scelta o per costrizione, in "direzione ostinata e contraria"...
Autore: Elisabetta Caravati

A Genova, in quella Via del Campo tanto cara a Fabrizio De Andre', al numero 29r, vi e' un "luogo" dove tutto racconta Fabrizio... Li' riposa la
chitarra del Faber; li' ci sono i suoi dischi, le sue foto, le sue parole, le sue musiche... li', ho acquistato questo libro che sto per raccontarvi,
per quanto possibile sia raccontare un libro fatto di interviste e immagini e suoni e profumi...
Un giorno qualunque, Fabrizio si e' posto un'importante domanda: "Perche' scrivo?"; poi si e' risposto: "Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me."
In molti forse scriviamo per quello stesso suo motivo; cosi' come in molti siamo certi che il ricordo di De Andre' non andra' mai perduto...
Fabrizio De Andre' si e' schierato sempre e comunque dalla parte di "chi viaggia in direzione ostinata e contraria", dalla parte delle prostitute,
degli emarginati, degli zingari; dalla parte degli "offesi"... Poi, proprio quando Fabrizio, sembrava essersi un poco allontanato (nelle sue canzoni) dagli "offesi", essi (gli offesi) fanno irruzione nella sua vita ed in quella della sua compagna Dori Ghezzi. Infatti, Fabrizio e Dori il 27 agosto del 1979 vengono rapiti da tre sconosciuti. De Andre', coerente con se stesso, cerca di entrare in sintonia con i suoi rapitori, cerca di capirli. "Erano trent'anni - dira' poi De Andre' - che qualcuno non si occupava cosi' totalmente di me. Sicche', a poco a poco, si stabili' un rapporto
inatteso, primordiale". Il suo tentativo di cercare di spiegare a se stesso e agli altri le ragioni dei suoi rapitori, scandalizzera' i benpensanti... ma, per Faber: "... se non sono gigli/ son pur sempre figli/ vittime di questo mondo." De Andre' passera' quattro mesi con gli "offesi", poi, nel suo tentativo di capire le ragioni dei suoi rapitori, e di andare alla
ricerca dell'uomo, fino a giungere alle radici etniche, vorra' capire le motivazioni dei Sardi, che lui paragona agli indiani d'America. Nei Sardi,
come negli Indiani d'America, Fabrizio riconosce quelle che sono state definite le vittime di questa storia, scritta dal potere che mira al genocidio di chi non e' omologabile... De Andre' legge, si documenta vuole a tutti i costi tentare di capire; contemporaneamente rielabora dentro di se'
l'esperienza del rapimento ed i racconti dei suoi rapitori; subito dopo scrivera' canzoni che racchiudera' in un album senza titolo, perche', se
occorre andare alla ricerca dell'uomo fino in fondo, occorre rinunciare anche al proprio passato e ripartire da zero. Quest'album (conosciuto anche
come "l'Indiano") e' in qualche modo il primo album in assoluto dopo la "rinascita" di De Andre'...
Dopo aver fatto i conti con la Sardegna ed i "marinai di foresta", De Andre' tornera' a cantare la sua Liguria e Genova, ma "Creuza de ma" non e'
dedicata ne' ai genovesi, ne' a Genova, bensi' all'intero bacino mediterraneo. E cosi', dopo la riscoperta della terra, Fabrizio arriva alla
riscoperta del mare, simbolo per eccellenza dell'eterno fluire della vita, ma anche dell'inconscio; e il suo "viaggio" sembra essere giunto alla sua
ultima meta: l'uomo...
Ma, dopo la terra e il mare, tocca al cielo guardare gli affanni umani... "Le Nuvole" rappresenta senz'altro uno dei dischi più politici di De Andre';
nuvole che altro non sono se non il simbolo di quei personaggi ingombranti e dannosi della nostra vita civile, politica ed economica. Da una parte il
potere inteso come simbolo negativo, dall'altra gli "offesi" che il potere devono subire o quanto meno sopportare. Due poli opposti che rappresentano le due facce dell'uomo...
Poi, in "Anime salve" il potere sembra definitivamente "evaporare in una nuvola rossa". La ricerca dell'uomo termina con il trionfo degli offesi,
degli spiriti liberi. Di fronte all'omologazione, alle "leggi del branco", De Andre' canta quelle persone solitarie che fuggono (o sono costrette a fuggire) all'uniformita' generale e che viaggiano, un'altra volta ancora e per sempre, in direzione ostinata e contraria...

elisabetta caravati

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