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Dei domini del mare
È uscito da poco presso la casa editrice Ennepilibri di Imperia un piccolo volume di narrativa che racconta una grande storia. Francesco Giovannini lo ha scritto infatti con l’intento di fare delle proposte, non soltanto della letteratura: si parla di un’umanità impazzita, che stabilisce la divisione dei mari e degli Oceani, come già da millenni è avvenuto per le terre. Gli Stati acquisiscono così un loro territorio marino (“Dei domini del mare” si intitola il libro) che diventa parte integrante della Nazione: su di esso possono impiantare piattaforme estrattive, riscuotere pedaggi, tenere allevamenti ittici, compiere ogni sorta di sfruttamento; possono naturalmente venderlo ai privati.
Ma i singoli personaggi scoprono attraverso le loro vicende paradossali che la spartizione delle acque è una follia, e proprio come ogni follia sta generando mostri. I laboratori genetici sfornano nuovi modelli di pesci, i commercianti internazionali lucrano sui lotti marini, qualche dittatore nano svende subito tutto per i soldi; nel piccolo cosmo di ognuno accade qualcosa di infinitamente tenero, come al piccolo bimbo muto che non ha mai visto terra, o di straordinariamente ridicolo, come all’illustre professore di archeologia marina bidonato dal proprio rivale. Questa umanità modesta ma sofferente sarà inconsapevolmente "redenta" da un piccolo vecchio pescatore, un primitivo col senso però della natura e del limite umano, il quale di fatto vince proprio perché la sua è una ecologia interiore, non costruita su una teoria, ma sulla poesia della propria esistenza e della propria resistenza. E perché non ha mai voluto combattere nessuno.
Una favola fantaecologica regalata ad adulti e giovani assieme al suo contenuto di denuncia e di profezia; non a caso il testo si apre con una prefazione intensa, scritta da un gesuita, P. Mario Danieli, che opera a Bologna, per il quale “Dei domini del mare” si offre come “strumento privilegiato per trasmettere valori morali e per suscitare nel lettore interrogativi e riflessioni che aumentino la consapevolezza della realtà e il senso di responsabilità.”
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