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18 luglio 2006

Il calabrese che fece grande BOB DYLAN

Chi era il padre italiano di cui Bob Dylan parla nella sua autobiografia? Era un emigrato calabrese, cosentino di Domanico, che nel 1933, quando aveva diciotto anni, approdo’ a Ellis Island. Si chiamava Mike Porco. Sul finire degli anni ’50, egli riusci’ ad acquistare il Gerde’s, un bar ristorante situato al centro del Greenwich Village, il quartiere bohemien di New York.
Il locale divenne ben presto luogo di ritrovo di intellettuali anticonformisti, come Allen Ginsberg, di giornalisti d’avanguardia, come Robert Shelton, primo critico musicale del New York Times, e di musicisti controcorrente, come Cisco Houston, Phil Ochs e Dave Van Ronk. Shelton suggeri’ al proprietario del Gerde’s di istituire una ribalta per folksinger esordienti. Cosi’ il Gerde’s divento’ il Gerde’s Folk City, ossia il punto di riferimento esclusivo per gli appassionati del folk.
Andato via da casa, Bob giunse al Gerde’s. Chiese di esibirsi. Mike gli accordo’ un po’ di spazio. Il giovane folksinger riscosse successo. Era il mese di febbraio del 1961.
Bob aveva bisogno della tessera sindacale per essere scritturato. L’impiegato della Musicians Union noto’ che il giovane era ancora minorenne. Non gli avrebbe potuto rilasciare la tessera senza la firma del padre. Bob disse di non avere nessuno al mondo. Mike, che lo aveva accompagnato, firmo’ come tutore. E pote’ garantirgli il primo contratto della carriera.
Una successiva recensione di Shelton attiro’ l’attenzione di John Hammond, il grande produttore discografico della Columbia. Hammond non si lascio’ scappare il geniale folksinger. E per Bob Dylan fu il definitivo decollo.
L’emigrante e il vagabondo on the road: il libro ne romanza la vicenda, sin qui inedita. E lo fa con un’agilita’ che al lettore non concede tregua. Emigrato on the road come si sentira’ pure lui, all’incrocio della grande trasformazione culturale di quegli anni.

“Il calabrese che fece grande Bob Dylan”
di Luigi Michele Perri e Bruno Castagna
edizioni Klipper/Cosenza
Prezzo di copertina: 12 euro



Autore: Ferdinando Perri

Non e' la solita storia dell'emigrato calabrese che va in America per fare fortuna. Il libro di Luigi Michele Perri e di Bruno Castagna accompagna il lettore all'interno della storia della musica folk americana e planetaria, in una fase di snodo della modernizzazione culturale.
Due emigrazioni s'incontrano alla confluenza di due itinerari di riscatto sociale, entrambe per fare fortuna: la prima, rappresentata dalla vicenda di Mike Porco, che parte dalla Calabria per mantenere la propria famiglia; la seconda, incentrata sull'"andare on the road" di Bob Dylan, che se ne va dal Minnesota per rinvenire la strada del successo attraverso l'affermazione della sua arte.
I due s'incontrano nel posto piu' congeniale, quel Greenwich Village, dove da una parte giungono gli emigrati italiani e dall'altra intellettuali, come Jack Kerouac e Allen Ginsberg, precursori della beat generation, e artisti, come appunto Bob Dylan, decisi a vivere la vita bohemien del rinomato quartiere della City.
Mike gestisce il Gerde's Folk City. Bob vuole esibirsi. Mike lo accoglie nel suo locale, frequentato dal primo critico musicale del New York Times, Robert Shelton, che gli dedica una recensione.
Il nome di Bob Dylan, da quel momento in poi, campeggera' su tutti i giornali americani e su quelli di tutto il pianeta.
La storia e' finemente romanzata. E copre una lacuna delle biografie dedicate al grande folksinger. La trama si snoda attraverso aneddoti e accadimenti sin qui inediti che rendono il libro di agevolissima lettura.
Gli autori seguono la vita di Mike Porco dalla partenza fino al suo approdo al Village e cosi' quella di Bob Dylan da Duluth, a Hibbing, a Minneapolis, a St. George, a New YoRK.
La terza e ultima parte del libro spiega il rapporto paterno-filiale che tra i due s'innesca, grazie ad un feeling che finira' per ispirare un sodalizio destinato ad incamminarli, per ragioni diverse, sulla strada del successo.
A buona ragione, Bob Dylan definira' Mike come il padre italiano che altrimenti non avrebbe mai avuto.
Ferdinando Perri

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