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Per un orientamento narrativo, FrancoAngeli, Milano, 2000.
Il volume accoglie i contributi di: F. Batini, B. Salvarani, B. Rossi, L. Fabbri, A. Fontana, R. Zaccaria.
Preliminarmente vengono illustrate le ragioni di un percorso secondo un orientamento narrativo per affermare la riscoperta della narrazione in un’epoca post-narrativa partendo dalla teologia narrativa e per proporre una pedagogia narrativa che assecondi il bisogno di narratività dell’individuo.
Il libro offre un interessante percorso di avvicinamento all’orientamento narrativo, con ampi riferimenti alle ragioni che conducono a tale scelta, per descriverne poi ampiamente il procedimento. Vengono approfondite la potenzialità che la narrazione di sé, in un atteggiamento autobiografico, acquisisce in termini di autocostruzione identitaria e di autoorientamento in quanto “narrare a se stessi e agli altri la propria storia, rimmemorarla, magari manipolandola con ’mani sporche’, poiché la manipolazione è ri-progettazione esistenziale del proprio sé, ricostruzione dei significati della propria storia, equivale a porsi nell’esistenza attraverso il proprio esserci, scegliendo di partire dalla propria intimità storica per incontrare e confrontarsi con quella altrui”.
Le questioni dell’identità e dell’orientamento sono affrontate in prospettiva pedagogica, laddove la formazione identitaria favorisce l’autoorientamento ed educa alla progettualità; significativa l’affermazione: “Il sentimento di identità finisce con il disegnarsi come il risultato della coniugazione tra autobiografia ed eventi sociali, tra il soggettivo farsi e le influenze della cultura di appartenenza, tra autoiconsapevolezza e consapevolezza dell’altro”.
Viene poi illustrato e motivato l’orientamento narrativo che sostiene la formazione in direzione della scoperta identitaria del singolo che narra se stesso e dell’arricchimento reciproco che ha luogo con l’ascolto della narrazione altrui, cosicché ciascuno possa affermare: “Il mio sapere è ciò che io sono, è come io esisto, è come io lo racconto agli altri. Il mio sapere assomiglia a me. E il mio sapere assomiglia anche agli altri in quanto di partecipativo io condivido con loro: emozioni e conoscenze”.
Viene inoltre illustrato, sotto il profilo della didattica, l’orientamento narrativo per la promozione dell’orientamento e della promozione di sé, secondo i modelli “orientamento e tecnologie della scelta” e “orientamento, tecnologie dell’insensatezza e paradigmi narratologici”, e si sostiene l’importanza della didattica “qualitativa” poiché “se la didattica generale si occupa tradizionalmente di questa classe di problemi che fanno riferimento all’insegnamento-apprendimento la didattica ‘qualitativa’ dovrebbe immergersi e mostrare tali processi nella vita di tutti i giorni, facendosi carico della scena formativa e dei suoi attori nel loro contesto naturale”.
In rileievo viene posta anche la questione dell’identità personale “nel labirinto delle scienze dell’uomo” e vengono posti in relazione il processo di sviluppo identitario dell’individuo con l’ambiente e con gli altri cosicché “La narrazione si colloca al centro del conflitto tra i bisogni di appartenenza e le aspirazioni al cambiamento, svolgendo un ruolo liberatorio di accomodamento, di interdipendenza e integrazione tra il sistema personale e quello sociale.
La narrazione inizia quando la persona diventa capace di assumere il ruolo degli altri e contemporaneamente guarda se stesso dal loro punto di vista: è la conversazione interiore che nella sua forma narrativa è ricca di simboli significativi.
La sostanza della narrazione sta proprio in questa riflessività che consente di essere contemporaneamente soggetto e oggetto”.
Nella seconda parte del libro vengono proposti alcuni “materiali” per un orientamento narrativo unitamente ad alcuni percorsi per un orientamento narrativo e ne viene illustrata la sperimentazione.
Viene infine affrontato il tema dell’orientamento narrativo offrendo un approccio “estetico” sulla base di alcuni esempi di ”miti”presenti nell’arte letteraria.
Gloria Capecchi
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