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Più grande dell'Infinito - Edizioni Horizon
La matematica e’ una fonte inesauribile di concetti sparsi nei luoghi del pensiero, tanto che con la filosofia sovente si sposa per teorizzazioni note che coinvolgono sia il campo scientifico sia il campo umanistico.
Rafffinato e sensibile nell’espressione, l’autore impone alla parte narrativa un calibro decisamente gradevole, ove il mistero dei primi capitoli si svela d’impatto improvviso al termine del racconto, facendo confluire un discorso fatto di segni e numeri in una sommatoria narrativa corroborata da buono spirito, pervicace intuizione e giudizio sereno.
L’Uomo, preso dagli interessi di una vita spiegata e da spiegare, si arrovella si intrappola in se stesso. Rivolta le tasche al proprio Io e sagacemente ci trova una parte dell’Infinito che - l’Infinito - ne’ lo comprende, ne’ lo enumera, ne’ lo giustifica.
Come in una favola di Fedro, le parole – quelle impertinenti, quelle fondamentali e quelle ornamentali – che lo scrittore Sacchi utilizza per enucleare il problema da uomo, da credente e da conoscitore dei numeri e delle leggi finora scoperte che li governano, sono parole che come un reflusso ritornano al punto di partenza: siamo uomini, abbiamo confini, abbiamo limiti, dotati talora di illuminazioni, qualche volta di capacita’ di anticipazione, spesso di sentimenti e anche di una ostinata ciecita’ dinanzi ai misteri, al termine pero’ ci riscopriamo uomini, chiusi nelle pareti del nostro corpo, negli steccati della nostra mente.
Terminata la lettura del volume “Piu’ grande dell’Infinito” si ha la consapevolezza che davvero la cultura non sia qualcosa che si trasferisce ma che si condivide. Siamo parte di un ciclo in cui si e’ attori, autori e qualche volta vittime del giogo di una ‘Cosa’ che e’ piu’ grande di noi, nei numeri, nei segni e nelle parole.
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