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Ritmi declamatori versificano stralci di vita e di educazione sentimentale quand’anche non puramente amorosa. Alessandro Marti postula l’esistenza dell’amore come metro non della felicità ma della praticabile via verso la razionalizzazione della vita, nel mentre in cui creare un assoluto significa demonizzare e non edificare.
In un eccesso di sentimentalismo pare il poeta assurga quasi all’irrazionale per far salvo l’amore nell’epoca storica attuale.
Di particolare tensione tematica le liriche che il Marti dedica a grandi temi della storia attraverso quei personaggi esemplari che, la storia dell’ordinario e del quotidiano, l’hanno scritta nell’esatto istante in cui la normalità era una situazione di assoluto pericolo e di ristretta libertà.
Tracce sentite e vissute in un ordito fatto di un’educazione privilegiata - ove ricordo e speranza consentono il superamento del concetto di tempo come corso di una vita sola - consentono ai versi di Alessandro Marti di non plasmare la percezione del tempo.
Dina Turco
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