Forum: Poesie
Natale 1941
Anche se mia madre ha scritto parecchie poesie più belle, questa mi è particolarmente cara perché il feto di cui parla sono io.
Francesco Raucea
NATALE 1941
di Laetitia BOSCHI HÜBER (1906-1972)
E' l’ alba di Natale, ma la mia città
pare un gran deserto di case abbandonate.
Nella via, grigia di nebbia e di malinconia,
io, nell' opaco silenzio, intravedo soltanto
come per darmi un ultimo saluto,
i pallidi fantasmi di quelli che ho perduto.
Dentro al cuore disperato rimpianto.
Intomo freddo e vuoto
e quell' odore, sgradevolmente noto,
di funerei ceri e di fiori.
Per l' aria, calma e solitaria, aleggiano
gli strazzi, i lutti, i pianti
che quest' orrenda lotta di giganti
inffligge all’ Umanitä :
ed anche lei, la mia città sfollata
forse piange i suoi molti abitanti
morti, morituri,
nel miglior dei casi, richiamati
dall’ incerto ritorno.
Ma più che il pensiero della morte
a farmi male e torcermi l' anima smarrita,
é quello della vita del mio bambino,
ch' ormai, impaziente, scalcia nel mio ventre,
ignaro che lo attende il regno di un nuovo Erode,
con la consueta crudele strage ; e il funerale
delle più sante aspettative della vita
anche nel giomo di Natale.
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