Forum: Poesie
ANIMA
Giuseppina (Giusi) PONTILLO
Anima raccolta a cura degli Amici della Poesia
Poesie 1
Poesie 2
Poesie 2001
Giuseppina (Giusi) Pontillo, nota e stimata poetessa di Grassano (MT),
coglie l'attimo nella sua fugacità ed evanescenza e lo sprigiona nell'iridato caleidoscopio della poesia per offrirlo a sé e agli altri, tesi alla naturale ricerca (della felicità "eudemonismo", che lei riesce a sfiorare e a trasfondere con intenso slancio e con accenti spontanei e coloriti.
La sua poesia, soffusa (di aura solare, è creazione di immagini ora limpide, palpitanti di fresco stupore dinanzi al fascino delle bellezze naturali e ora dolenti, quasi singhiozzanti per l'umana pietà nell'impatto diretto con il dramma esistenziale, vissuto nella solitudine che "mai può cessare".
Sono densi di attualità i suoi sommessi richiami, rivolti a un mondo inaridito, che non sa più stupirsi, che non sa più donare e godere, non sa più sognare, sperare ed amare, neppure col canto.
Il messaggio di Giusi, sostanziato di "luce interiore", rifulge in versi sobri, nitidi e melodiosi. intima ed inscindibile è pertanto la connessione fra testo e forma espressiva.
La produzione poetica dell'autrice scaturisce, come polla sorgiva, da un innato bisogno di poetare e deriva da lunghi, ardui percorsi culturali e artistici, evidenziando mio avviso una personalità attenta e sensibile alle esperienze liriche della realtà contemporanea.
(Giovanni Abbate)
Cantico dei Boschi
Tra il verde fogliame,
canti di voci misteriose
penetrano nel profondo di ognuno.
Sono rami piegati alla volontà
che il vento declina
nei cavernicoli di un respiro profondo.
Hanno il sapore di frutti maturi.
Sono il ciclone,
"la capacità di spazzare via le paure".
Sono le voci della coscienza,
"al suo centro la serenità".
Hanno la sensibilità di ascolto
di voci provenienti dall'alto
che si liberano
in un cantico celestiale,
quando le illusioni
restano preghiera
sulla terra ancora umida
di forti emozioni,
quando i petali diventano l'etica
di un valore supremo,
"l'uomo si accende di luce"
diventa senza alcun volere
"il seme che germoglierà ancora".
Saprà respirare i profumi in altri boschi,
in altre terre lontane
e la sua anima
saprà varcare cancelli fioriti,
capaci di ascoltare con amore.
Pallida luna
Piano forse pianissimo
lo strano fruscio della pioggia
d'aprile,
batte sui tetti arroventati
dal pazzo sole incandescente.
Sceglie le ore pomeridiane
come i tramonti da dimenticare.
Per casa passeggia
un bambino
che aspetta teneramente
un forte segnale d'allegria.
La sera si rischiara
timidamente
dietro le nuvole
e viene la luna
a rasserenare
questa giornata.
Saprà ancora imitare,
una luminosa parodia
nel verso
di una poesia decadente?
Grassano
Come l'aurora,
come le stelle cadenti
che bruciano
dentro le proprie radici,
"amo Grassano".
Come meteora vagante
mi disperdo
dentro le stanze della politica.
Appesa ai ricordi
l'amo ancora!
Con le sue terre brulicanti
di vigneti,
ubriaca come chicco alcolico
dentro gli avvenimenti importanti.
Dentro i crepuscoli
mi sento adagiata,
come le fiamme rosse
della cultura surrealistica,
pensosa nei carboni soffocati
sotto le macerie incenerite,
della storia.
Cercami
Quando senti il fischio del vento
cercami senza parole.
Quando tristemente bussa
la tua verde malinconia
cercami nei primi albori mattutini,
mentre un'ombra ti accompagna
lungo i sentieri rigogliosi
di una meravigliosa primavera.
Quando bussa alla tua porta
quell'incredibile senso di dolore
cercami ancora,
troverai il vortice incredibile
che ti trascinerà
lungo altitudini inimmaginabili.
Sentirai quel velo negli occhi
offuscare tenue presenze
alle tue spalle.
E parlerai come non mai
nel sonnecchiare di attimi quotidiani.
I tuoi occhi diventeranno ruscelli limpidi
tra montagne festose.
E il tuo pensiero
diventerà oceano sconfinato
che non cesserà mai di esistere.
E i tuoi colori diventeranno
sempre come i tuoi sorrisi
da conservare.
Il Basento
Il cielo è più cupo di sempre,
il Basento mormora
torbido fango.
Il viale sussurra sfumati pensieri
cercando una voce amica.
C'è il fiume che tacito
mormora la sua presenza.
Lo specchio in burrasca.
"Dentro al velo dei suoi occhi"
stormi di uccelli neri.
C'è il dipinto di una madonna
dentro la chiesa solitaria.
Il suo panorama bagnato dallo scroscio
di una pioggia battente;
ha l'effetto di comunicare
con la natura più bella.
E' forse un angolo di paradiso
da ammirare ai piedi dei monti
dei giardini grassanesi.
Ti libererò l'anima
Un caldo fascio di luce
Scivola dentro i cavernicoli
Dell'anima.
Ha forti radici di esoterico.
Vaga come un guerriero errante,
Alla ricerca del suo bambin Gesù.
Io, la tua Dea in amore,
Vago lungo le sponde del fiume,
Nelle tenebre di una notte
Di luna nera.
Ti libererò l'anima
Guerriero Errante,
Perché niente
E' più esoterico
del grande Amore!
Ci ho provato a separare le onde
Ci ho provato a separare le onde,
quando al risveglio
una barca piena di sogni
si affondava come naufraghi.
Ci ho provato a sorridere
sopra le onde del mare,
quando il dolore del vuoto
diventava tenue arcobaleno.
Poi in fretta riprendevo il largo;
"dove il mare"
sembrava nient'altro che cielo;
"dove i sogni "
diventavano bandiere colorate
da sventolare.
Ci ho provato
ha liberare l'anima pura,
dentro i cancelli arrugginiti;
quando qualcuno ha rapito
il mio corpo causale
e ha tagliato i miei dubbi
in due personalità.
Ci ho provato
a cancellare l'infinito
dentro i balconi del mio silenzio;
ma l'aurora mi ha colta di sorpresa.
E l'etereo sembrava quasi visibile
dentro al mio piccolo mondo.
Una cosa soltanto
non ho ancora provato;
"ma il desiderio è grande":
"vivere fuori dal tempo,"
dentro un Amore Grande.
La sincronicità delle mammole
Quel feeling etereo
dal profumo di mammole
albeggiava
tra i rossi vigneti,
giocherellando
tra i grappoli odorosi
che sanno ancora di sterile.
Quando con la forza
della passione più pura
"il Vichingo"
ha osato estirpare
le sterili siepi
di mammolo in fiore.
Ritratto Normanno ebbro,
forse caduto tra le braccia
del profumo di Sophya
"vibrava nel letto infuocato."
E i sogni si accendevano
nella trasformazione più pura.
Nella danza,
insieme ai profumi
nasceva la sincronicità delle mammole.
Eppur Romeo
non esisteva già da un pezzo
quando si assopì
nel feeling
-di un AMORE Singolare-
La Dea della Luce
Nel giorno più corto dell'anno
l'animo prese fuoco verso la luna.
Danzava come una leggiadra cerbiatta
la Dea della luce.
La luna romantica prese ad ascoltare
dentro al vortice dell'animo mio
cerchiando lingue di fuoco;
"sembrava già giorno."
E nessuno riusciva
più a fermare
questa danza armoniosa.
Radiosa nel cosmo
incontravo l'anima gemella
e il corpo diventava eterica rugiada.
Stelle filanti annunciavano
già l'aurora più romantica
nel calice della luce.
E la notte già spenta
esprimeva i versi più dolci;
e l'uomo sembrava
un fiordaliso narciso
"venuto dai cieli".
E quando si esprimeva col silenzio
nelle indescrivibili emozioni
tutto s'inoltrava verso l'infinito.
L'illusione
Se ti è stato donato
"il dono dell'illusione"
colora l'infinito di parole;
Colora i gesti inconsueti,
mentre i sogni ti ristorano
cancellando
la pesante materia.
Se lo spazio e il tempo
sono senza misure
allora inebriati dinanzi
ai colori inesistenti.
Se per poterli descrivere
hai bisogno di pennelli,
usa le grandi iridi sfavillanti.
Se per tutto questo
c'è soltanto bisogno dell'illusione,
allora cancella la ragione
e comincia a sognare.
perchè se cerchi DIO
non lo troverai mai dentro
il tuo piccolo scrigno,
ma soltanto nella percezione
della Grande Madre Natura!
Luna Selvaggia
Un solitario impulso di piacere
ti condusse per mano
verso la meta ombrosa.
Una fresca carezza
albeggiava il tuo respiro,
[ questo tumulto dei sensi]
e lasciava rifiorire,
un'emozione nuova e scintillante,
mentre un giardino incantato t'invitava
a lasciar germogliare
la tua vita.
Nel sole di settembre
un custode della porta del tempo
ti regalò un dono così grande:
"capire il tuo passato"
(mentre il cuore si schiuse
per guarirti dentro);
donandoti
una preziosa lacrima di Luna.
Il cielo ti invitò ad ascoltare
i suoni della natura,
creando la sinfonia della nostra vita.
Tra le braccia dell'istinto
"la sensualità"
gradiva il miele svelato dalle fate
e la vita ci raccolse i sui toni
in coppe di fiori.
Tra i baci ancora umidi,
alloggiando per un attimo sulla
Luna Nera dell'inconscio
si poteva creare la nostra luce.
Credere
Vento di maggio
Dentro camere chiuse
Dietro le sbarre
Debole profumo
Anima che danza
Come spirito libero
Tra i profumi selvaggi
In alto tra cielo e terra.
Violetta Africana
Una violetta africana
mi è apparsa nei sogni
in una notte serena
nel mese d'ottobre.
Volava come una foglia sperduta
da un tappeto di foglie ammucchiate.
Cercava un sentiero perduto
tra le pagine del Vangelo.
Ma il tempo
non era che profumo di viole
nel caldo africano...
E come clessidra
spiravano
montagne di dune.
E il cammino verso il Nulla
sembrava pieno di buche.
Nell'anno di nascita
Portavo nel primo vagito
già forti radici di "albero".
Dentro cornici di cielo
già storie misteriose.
Nel canto dell'aurora,
già storie comuni
di gente familiare.
Nell'eco di un tuono
la sorgente infuocata
fu presa a modello,
nel delicato profumo
di un incontro.
Poesia.
Poesia
è amplesso
d’amore,
è attimo
di felicità.
ANIMA
Anima
sei la brina che posa
lungo la valle
di questi giardini
del fertile Basento.
Gli alberi spogli
di questo inverno.
Le luci accese
sul rosa dei monti
del primo albore.
Il bianco sorriso
che impagina i ricordi
nella luce di una candela.
La dolce visualità
di un panorama radioso
che accende d’azzurro
la tua anima,
sulla soglia del Monastero
di Santa Chiara.
MAMMA
Il tempo
è diventato
neve,
nei tuoi capelli.
I tuoi pensieri
sono diventati
tempesta,
nel tuo cuore.
Il tuo sorriso
pieghe
amare,
di incomprensione.
I tuoi occhi
nei miei,
una inquietudine
che non si spegnerà
mai.
POLVERE DI STELLE
Nel cielo vibravano
le stelle,
offuscando la notte
di un velo trasparente;
come polvere bianca
guardavo la luna,
nascosta
da nuvole di passaggio.
Fumavano le ciminiere
come code di aironi;
tanto che volevo
dissolvermi anch’io
come polvere
di stelle.
ROSE DI MAGGIO
La città profuma di smog
in questo mese di maggio.
Lungo i viali
soltanto blocchi di pietre,
cemento e orizzonti infiniti.
La lunga scia di un treno
percorre ferrovie velate
di un bianco orizzonte.
Deraglia stanco il respiro
ai confini
senza più aria da godere.
Pochi istanti per mirare
l’ Eden...
dal profumo di rose,
in questo mese di Maggio.
LE QUATTRO STAGIONI
Ho domandato all’Inverno,
che imbiancasse
di neve
questo meraviglioso
paesaggio;
forse perché non volevo
vedere pietre di ghiaccio,
trattenere il mio pianto.
Ho domandato alla Primavera
che fiorisse
per me;
forse perché non volevo
comprendere,
quanto fosse difficile germogliare
nel cuore del tuo prossimo.
Ho domandato all’Estate
soltanto cieli azzurri;
forse perché è impossibile
lottare
in un mondo
così nero e spietato.
Ho domandato all’Autunno
di trattenere l’ultima
foglia sul suo ramo;
forse perché
di tappeti variopinti
di malinconia,
ne ho vissuti
già tanti.
Ma ancora non ho ringraziato
il Creatore,
per avermi dato
il dono più grande
"che è la vita".
GLI ANNI
Fogli sgualciti
durante un temporale,
nel vento bagnati...
Così lontani
come
volo di rondini.
Senza alcuna meta,
abbandonati
come vecchio rame.
Così nascosti
nella memoria del tempo.
Attimi fuggenti.
Potesse il tempo
lustrarmi la mente,
come il cielo
ricalca la mia confusa
moralità.
Potesse spazzare
il vento ciò che il cuore
mi detta.
Tutta la mia vita
diverrebbe
come tempeste
di diamanti
nel mare aperto
della mia acquisita
certezza
dell’attimo fuggente.
Sei...
La malinconia
di una statua
in una nicchia
di rocce.
La porta socchiusa
di una vecchia casa,
nel cuore che muore
sui gradini erbosi.
Le mura prive
di fondamenta
di un grande edificio.
La pioggia che batte
sui tetti in rovina.
Lo sguardo spento
di un vecchio
sulla soglia
della lunga strada.
E, certamente vorresti
essere
quella rosa
che riuscirà
a fiorire
con un po’ di calore.
Nel mio paese.
Ho immaginato:
le case in rovina
del mio paese,
le foto ricordo
dentro al cimitero,
gli angeli sognare
nel cuore di una notte,
il pianto dei bimbi
nell’emisfero
del tormento,
la guerra spietata
portarsi via
ogni gioia
di vivere,
il tempo, che incrocia
le assurde vicende
di ogni storia.
Ma, ancora
attendo
fiorire
un lungo sorriso
nel mio cuore.
MILANO
Milano
tra la nebbia.
Milano
illuminata.
Milano
da vivere.
Milano
tra i fogli
di memorie,
come pezzi d’argento
di immagini vive.
Un tempo, io
emigrante,
schivavo i tuoi orrori
come lepre impaurita,
abituata
a un’immensa
quiete.
Poi il tempo
lievitava la mia ragione,
insieme alle tue vie
maestose.
E...come cumuli di radici,
mescolavo la mia origine
alla tua.
Natale ‘96.
Luce accese
nei vicoli sconosciuti.
Ombre umane,
dettagliati
nel desiderio
di anonimità.
Un uomo solo
non si illumina,
resta nel buio,
in penombra,
mirando
l’indifferenza
di ognuno,
nella sua
solitudine forzata...
esterrefatto...
abbracciando
le stelle
in cerca
di un contatto
pieno di calore.
Sogno.
Su un dolce pendio
poggiai i miei pensieri.
Verso sera,
senti che rotolavano giù,
senza nessuna resistenza.
Mi accorsi
che sognavo,
ed io piuma leggera,
non sentivo più
il mio corpo.
Un giorno d’autunno.
Fuori, le nuvole
sembrano lupi
che il vento
carezza con violenza,
con scariche di fragorosa
elettricità.
Non molto distante,
un’ombra
rimane a mirarti,
perduta nella sua confusa
moralità,
in un mare di pensieri.
Il mio cuore.
Il mio cuore,
ha bisogno
di spazi aperti...
lontani,
con la faccia umida di rugiada
verso la terrazza del mare.
Il mio cuore ha bisogno di prati,
di fiori odorosi
fioriti sotto le montagne aperte.
Il mio cuore
ha bisogno
di verità
nascoste da lunghi
silenzi, forse veri
e profondi.
Ma i giorni trascorrono
sbattendomi in faccia
questi viali apatici
di questo chiuso paese,
lasciando emigrare
il mio cuore
verso città conosciute.
Sapore di libertà.
Ti porto via libertà,
come i miei giorni
trascorsi al buio
in un cesto colmo di farfalle.
In un giorno grigio,
tra la fitta nebbia,
sto inebriandomi
con un volante
tra le mie mani;
asciugando
le mie arse lacrime.
Qui, sotto questa fitta pioggia,
a lenire il mio dolore
con immagini sognanti.
Non c’é più tempo
che mi lega a te
mia perduta libertà.
In questo istante
davanti a me,
compare un indimenticabile
arcobaleno.
Ho deciso,
vi libero mie tristi
farfalle...
come i giorni
della mia perduta libertà.
"Giuseppina Pontillo,,
è nata a Grassano (prov. di Matera) il 18.3.1960 dove attualmente risiede.
Nel 1994 sue poesie sono state lette da alcune emittenti radiofoniche regionali.
Nel 1995 ha partecipato e vinto, a Pescara, il 7° Premio -Internazionale
di poesia e narrativa "Gabriele D’annunzio".
Nel 1996 ha partecipato a una lettura pubblica di poesia tenutasi al teatro "Francesco Stabile" di Potenza e al premio internazionale "Città di Pomigliano d’Arco" (Prov. Di Napoli).
Nel 1997 ha partecipato, a Ferrandina, al concorso letterario "Poesia Donna".
E’ stata pubblicata nell’antologia intitolata "Schegge di poesia e di narrativa di autori contemporanei" edita da Cronache Italiane (Salerno).
Giuseppina (Giusi) PONTILLO
Poemi inviati in luglio 2001
“Angelica”
Angelica cerca invano
Il sentiero divino
Tra petali di rose appassite.
Sopra fiumi di silenzi
Naviga
Una stanca caravella;
Nel verbo infinito
sponde arroventate
Cieli tersi di fuoco
Di essenze magiche;
E non è pace il mistero!
Profumo di primavera
Ancora per poco
non è primavera.
Risuona festosa
Tra cinguettii di passeri;
gli Angeli volano
su vette indimenticabili
come bianche chimere.
Lourdes
Viaggio stanca pellegrina ,
e siedo a questa limpida sorgente.
In attesa bianche emozioni .
Nel tuffo leggero
la materia invoco
nella trasformazione;
la capacità sospesa
tra cielo e terra con l'infinito.
Strane queste emozioni
chiuse in una conchiglia;
Seme in una rosa antica,
in attesa del Grande prodigio.
Le tele fantastiche
Ho comprato delle tele
per dipingere gli attimi felici.
Ho comprato dei pennelli
per colorarle all'infinito.
Ho appeso la prima tela,
con il più bel sorriso
di un bambino;
e l ‘ho appesa
nel cielo azzurrino.
Ho dipinto la seconda tela
mentre la neve
copriva l'azzurro del cielo;
era l'amaro sorriso
di una madre,
in attesa di un tiepido raggio di sole.
Ho appeso la seconda tela
nel mio cuore...
Ho sospeso attimi,
aspettando che questa esistenza
impazzisse...
Ho colorato le tele
di tutti i colori nel mondo,
per vivere la vita in assenza,
dentro la vera essenza.
La vita va vissuta così
" attimo dopo attimo”:
senza attese.
Un angelo
Vorrei un angelo al mio fianco ;
un uomo dentro ai sogni;
che portasse la luce
nel buio dell'anima;
che fosse sinfonia silenziosa.
"Quell'uomo":un angelo!
Nel largo sorriso
come fulgida perla.
Nei lontani orizzonti,
soglia dei deserti.
Vorrei incidere tante dune
come messaggi ;
tante perle come ancore
dentro ostriche ,
per donare ad ognuno
il suo cammino.
Sinfonia
Musica divina è sinfonia;
caldo tepore della natura.
Anima vermiglia
in assenza di verbo.
Un uomo passeggia
sulle onde invisibili.
In eco la tua voce
uomo senza tempo!
Rosellina blu
Le montagne sono alte :
Sono paradisi sconosciuti.
Il sole di fresche ombre
...è Dio.
Sembra soffio di aria pura.
Numerosi folletti
Accendono il mistero.
Una rosa lungo il sentiero
non ha profumo.
Dipinta di blu,
un'onda d'azzurro svanisce.
Ero io…
La tua Rosellina selvatica,
piena d'amore!
I profumi di questo inverno
Sono lamenti quei laghi di fango ;
sono infiniti!
Sono bucaneve fioriti nell'Antartide
di mere illusioni.
Sono gelide notti d'inverno ;
pallide primavere di fede;
albe accese da diafane presenze
dall'intenso profumo di bucaneve .
Il sentiero della verità
La verità non segue un sentiero;
è Grande nella trasformazione
come" neve"...
E' di un rosso vermiglio
appesa ai cespugli
sfioriti di biancospino.
Soffice respiro
sotto rocce disumane;
è l' ignoto il suo Paradiso!
Alle nuvole
Alle nuvole impaurite
si cancella un'alba stupenda;
al soffio del vento la tristezza.
Ha pianto lacrime di sgomento
una speciale nuvola nel mondo.
Tutti la rincorrono
come una nuvola che fa pena.
Passata la pioggia,
il sereno non ritorna.
Riprende più malinconica e triste
quella nuvola sperduta
negli occhi sgranati
di un bambino negro.
Spirito Ribelle
La montagna silenziosa
mi si apre dinanzi,
spirito ribelle.
Sinfonia maestosa
giocherelli nell'aria
nell'aprica veste di colori
nel mese d'aprile.
Ti sento limpido e gentile,
ruscello che nasci
alla sorgente della vita;
qui nel pieno rispetto del mistero;
qui dinanzi
a questo fragore di cascata.
Un corpo in regresso odora l'infinito
e giace dinanzi a questa spettacolare
Madre Natura.
E parlano le tue vite passate
nella sinfonia celestiale
di "Molte vite e un solo Amore".
Luna selvaggia
Un solitario impulso di piacere
va verso la meta ombrosa.
Una fresca carezza in fiore
incanta i germogli della Vita.
Nel sole di Settembre
i nostri Ego,
custodi nel tempio
sono visibili
alle brume d'ombre
del nostro passato.
E al cuore parlò l'Amore!
Una preziosa lacrima di Luna
invitò il cielo ad ascoltare
i rumori della Natura.
La sensualità gradiva
il miele svelato dalle fate.
E la vita agile di toni
fiorì in coppe di anime.
Tra i baci languidi
per un attimo
sulla Luna Nera dell'Inconscio
si poteva generare la nostra luce.
Cercami
Al fischio del vento
cercami senza parole.
Nella tua verde malinconia
cercami come l'ombra solitaria.
Lungo i sentieri rigogliosi
a primavera sfiorami.
Lacero colore
cercami ancora
nel vortice infinito.
Velo dei tuoi occhi,
tenue presenza accanto
nel sonnecchiare
di attimi quotidiani.
Cercami
ruscello limpido
tra le montagne festose
con i tuoi silenzi
come tenue presenze d'angeli.
Il sentiero del proprio Se
Sono i sentieri del proprio Se:
si lasciano cadere
come velo di ipocrisia;
come involucro dell'Io.
Fulgida nostalgia d'Universo!
A un seme in germoglio
l'attimo ha trapiantato
il nostro Io narrante
a prossima infelicità.
Sentimenti
Il sole coltiva i prati dorati
in una tenera linfa di calore;
il prato fiorisce
inventando i colori
e semina amori
di essenze profonde .
La terra ricama zolle vermiglie.
I sentimenti sorridono:
e piangono le nuvole;
sulle gote un poco scarne le lacrime.
E gli attimi non saranno domani;
il presente avrà i tuoi occhi ...
Amico !
“Viola”
Sulla riva di Lesbo risalisti ;
giacevi insieme
Alla lira di Orfeo.
Tante ti fecero insano
Per la tua indifferenza;
Eri un uomo fedele!
Eri l’incarnazione dell’amore puro:
Ora unica viola nella mia anima.
“Giacinto”
Donasti ad Apollo questo fiore;
nel nome della tua gelosia
fosti ucciso.
Avevi nel sangue
il platino dell’amore perduto;
nel cuore il ricordo di una fiamma.
Un attimo…E tutto
potrebbe ricominciare.
La ninfa “Clitia”
Oltre l’azzurro l’incanto;
magiche montagne vagai
perduta nel vento.
In questo prato dorato
di girasoli
ho messo radici;
nel ricordo
il premio della costanza.
E appassionata di te
nel magico tramonto:
non fui che una ninfa…
“Nontiscordardime”
Lui vide sull’acqua
Un azzurro fiorellino;
Portava un messaggio d’amore.
Lei cercava
Un’isola sperduta
Nel filo d’Arianna:
Rimase regina:
Di “Teseo”
O di” Enea”…
Lacrime di margherite
Sotto questa croce
Lacrime di margherite
Ho versato;
Non ho aspettato
Che appassisse
La magica ombra
Di una corolla.
Ho implorato
alla “Maddalena”
L’evento sfavillante
Di un campo di margherite:
“ la tua non è appassita mai!”
“Fuoco”
Nel regno dell’armonia:
Tu fuoco nella grotta;
Onda mucillaggine
Ti vibravo intorno.
Nel silenzio respiravo
La tua purezza
Nel volto adamantino
Del Gigante.
E insieme:
Incendio che divampa
Nell’Universo.
Sopra il lunario di Praga “l’Omega”
Non adombri nel vuoto
nel gemme lunari
sui cieli di Praga;
sono sani principi dell’Omega.
Ho pregato l’Arcangelo Gabriele
in tante stazioni ferroviarie.
Mi sono inebriata
di fiori di geranio
davanti al tuo uscio smarrita.
Ho comprato oro bianco
dai mercanti venuti dall’Oriente;
perduta ti invento
spargendoti in atomi clonati ,
in viaggi astrali
dentro le viuzze antiche;
sopra candido lunario
parlando di te con”l’Omega”:
Nel profano.
La regina di maggio
Come foglie al vento
lo spirito vaga
tra favole Calliope
negli occhi ramati di ombre;
farfalle variopinte ondeggiano
su spighe di grano dorato.
Cerchi concentrici su specchi di realtà;
nei versi di Apollo sulla riva di Lesbo;
l'amore provato nel disinganno
come ancora approdata sulla prua
nell' angolo chiuso di mare.
Sorrento amata
nella filosofia accesa di “Croce”:
l'amante perfetto
per un amore iperuranio
La passiflora
Mi hai raccolta
In un prato
Come fiore di primavera
Mentre occhi bambini
Ti involano
in un gigantesco arcobaleno.
Mi hai adagiata bambina
Tra mani adamantine
Di simile passiflora.
Tra vergini colline
L’essere si adombra
In simili cerbiatti;
E in fili semantici
Cascate di perle
Nel Cielo sereno
Tra sterili foglie
Fiore di donna scelta dal caso
In similitudine di anime
Dove ridondanti campane
Disegnano le ore
Tra i profumi di veliera;
E istinto di profondo dolore
Per la crocifissione del Cristo.
Per te …Corona
Dai filamenti purpurei
In lunghi piccioli
che portano fiori bianchi
in collisione di Galassie.
Alfa e Omega
E’ stato possibile
Vedere per un attimo
Nella penombra
Due cherubini smarriti ;
Ora nel vuoto
Candido dipinto
Di tenere magie .
Nel sole,un viaggio
Segnato dall’incontro
Dell’Alfa & l’Omega.
Un giorno da festeggiare
In questo tuo giorno ti invento
personaggio di un Poema;
dentro una nostra favola antica .
“La Dea Calliope”ritorna
per dedicarti parole d’Auguri.
Voli pindarici
Sono estre carezze
consumate in voli pindarici;
sono cascate di stelle
in tende nere
appese ad una corda simbolica.
Invisibili cadute dai cieli
dal profumo di Dei smarriti
sotto cascate di” neve”.
Sono frutti campestri
nel nome di “Pindaro”;
in voli di rondini
i tesori nascosti
in due essenze perfette.
Sono nuvole il gioco
di una felice schizofrenia poetica.
“Stella”!
Ti ho portata sul mio petto
nel tempo presente
come magia del divino.
Con la punta rivolta verso l’alto
ti dipingevo come la perfezione umana;
sulla terra nel volto di un uomo
forse mai nato…
Falco rosso
Ti ho visto volare:
“Capace”
oltre la sfida del tempo;
nella magica fragranza
il tuo odore di ciclamino.
Baciare vagamente
questa conchiglia chiusa
in un’energia vitale indimenticabile,
parlando di noi
nella tua forza primigenia.
Ti ho sentito affermare
oltre la ragione e la coscienza
di aver smarrito il tuo filo D’Arianna
nel “Prato di ciclamini”
sulle montagne dell’ immaginario.
L’isola della felicità
Ho aperto la finestra
e il sole ha inondato la mia stanza:
tanti fiori di pesco oltre l’orizzonte!
Vagamente
ho percepito la mia isola felice:
abbracciando il mio” Sole”
e tu la” Luna!
Il calice del Graal
Grande è la fede!
Ha guarito le mie ferite
come fiore di rugiada.
Nell’eco della vita
non mi hai più cercata;
hai immolato la tua essenza:
nel calice del Graal!
La notte di “Michelangelo”
Hai gridato nella notte
a questo scalpello arroventato;
e come un fuoco
nella “forza”;
implorante mi hai bevuta!
Ora magia
“l’aurora”:
quest’esile figura
tutta triste dell’amore.
E il giorno
Attende lo strano potere
“Immortale”
del noi insieme.
“Il Messia”
Ritorni come magiche stelle
nella costellazione di Iana;
lampo sereno
affacciato ad una finestrella magica.
Ignara
nei profumi di questa primavera
l’orgoglio divampa nel nulla.
E come Michelangelo disse a Vittoria:
Vi sfido distesa
Nelle brume d’ombre della notte.
“ANIMA”
di Giuseppina Pontillo
“Vi è una solitudine dello spazio,
una solitudine del mare,
una solitudine della morte, ma queste
saranno una folla
a confronto di quel luogo più profondo
quella polare segretezza,
un’anima ammessa alla propria presenza
finita infinità,,
Emily Dickinson
Poesia.
Poesia
è amplesso
d’amore,
è attimo
di felicità.
ANIMA
Anima
sei la brina che posa
lungo la valle
di questi giardini
del fertile Basento.
Gli alberi spogli
di questo inverno.
Le luci accese
sul rosa dei monti
del primo albore.
Il bianco sorriso
che impagina i ricordi
nella luce di una candela.
La dolce visualità
di un panorama radioso
che accende d’azzurro
la tua anima,
sulla soglia del Monastero
di Santa Chiara.
MAMMA
Il tempo
è diventato
neve,
nei tuoi capelli.
I tuoi pensieri
sono diventati
tempesta,
nel tuo cuore.
Il tuo sorriso
pieghe
amare,
di incomprensione.
I tuoi occhi
nei miei,
una inquietudine
che non si spegnerà
mai.
POLVERE DI STELLE
Nel cielo vibravano
le stelle,
offuscando la notte
di un velo trasparente;
come polvere bianca
guardavo la luna,
nascosta
da nuvole di passaggio.
Fumavano le ciminiere
come code di aironi;
tanto che volevo
dissolvermi anch’io
come polvere
di stelle.
ROSE DI MAGGIO
La città profuma di smog
in questo mese di maggio.
Lungo i viali
soltanto blocchi di pietre,
cemento e orizzonti infiniti.
La lunga scia di un treno
percorre ferrovie velate
di un bianco orizzonte.
Deraglia stanco il respiro
ai confini
senza più aria da godere.
Pochi istanti per mirare
l’ Eden...
dal profumo di rose,
in questo mese di Maggio.
LE QUATTRO STAGIONI
Ho domandato all’Inverno,
che imbiancasse
di neve
questo meraviglioso
paesaggio;
forse perché non volevo
vedere pietre di ghiaccio,
trattenere il mio pianto.
Ho domandato alla Primavera
che fiorisse
per me;
forse perché non volevo
comprendere,
quanto fosse difficile germogliare
nel cuore del tuo prossimo.
Ho domandato all’Estate
soltanto cieli azzurri;
forse perché è impossibile
lottare
in un mondo
così nero e spietato.
Ho domandato all’Autunno
di trattenere l’ultima
foglia sul suo ramo;
forse perché
di tappeti variopinti
di malinconia,
ne ho vissuti
già tanti.
Ma ancora non ho ringraziato
il Creatore,
per avermi dato
il dono più grande
“che è la vita”.
GLI ANNI
Fogli sgualciti
durante un temporale,
nel vento bagnati...
Così lontani
come
volo di rondini.
Senza alcuna meta,
abbandonati
come vecchio rame.
Così nascosti
nella memoria del tempo.
Attimi fuggenti.
Potesse il tempo
lustrarmi la mente,
come il cielo
ricalca la mia confusa
moralità.
Potesse spazzare
il vento ciò che il cuore
mi detta.
Tutta la mia vita
diverrebbe
come tempeste
di diamanti
nel mare aperto
della mia acquisita
certezza
dell’attimo fuggente.
Sei...
La malinconia
di una statua
in una nicchia
di rocce.
La porta socchiusa
di una vecchia casa,
nel cuore che muore
sui gradini erbosi.
Le mura prive
di fondamenta
di un grande edificio.
La pioggia che batte
sui tetti in rovina.
Lo sguardo spento
di un vecchio
sulla soglia
della lunga strada.
E, certamente vorresti
essere
quella rosa
che riuscirà
a fiorire
con un po’ di calore.
Nel mio paese.
Ho immaginato:
le case in rovina
del mio paese,
le foto ricordo
dentro al cimitero,
gli angeli sognare
nel cuore di una notte,
il pianto dei bimbi
nell’emisfero
del tormento,
la guerra spietata
portarsi via
ogni gioia
di vivere,
il tempo, che incrocia
le assurde vicende
di ogni storia.
Ma, ancora
attendo
fiorire
un lungo sorriso
nel mio cuore.
MILANO
Milano
tra la nebbia.
Milano
illuminata.
Milano
da vivere.
Milano
tra i fogli
di memorie,
come pezzi d’argento
di immagini vive.
Un tempo, io
emigrante,
schivavo i tuoi orrori
come lepre impaurita,
abituata
a un’immensa
quiete.
Poi il tempo
lievitava la mia ragione,
insieme alle tue vie
maestose.
E...come cumuli di radici,
mescolavo la mia origine
alla tua.
Natale ‘96.
Luce accese
nei vicoli sconosciuti.
Ombre umane,
dettagliati
nel desiderio
di anonimità.
Un uomo solo
non si illumina,
resta nel buio,
in penombra,
mirando
l’indifferenza
di ognuno,
nella sua
solitudine forzata...
esterrefatto...
abbracciando
le stelle
in cerca
di un contatto
pieno di calore.
Sogno.
Su un dolce pendio
poggiai i miei pensieri.
Verso sera,
senti che rotolavano giù,
senza nessuna resistenza.
Mi accorsi
che sognavo,
ed io piuma leggera,
non sentivo più
il mio corpo.
Un giorno d’autunno.
Fuori, le nuvole
sembrano lupi
che il vento
carezza con violenza,
con scariche di fragorosa
elettricità.
Non molto distante,
un’ombra
rimane a mirarti,
perduta nella sua confusa
moralità,
in un mare di pensieri.
Il mio cuore.
Il mio cuore,
ha bisogno
di spazi aperti...
lontani,
con la faccia umida di rugiada
verso la terrazza del mare.
Il mio cuore ha bisogno di prati,
di fiori odorosi
fioriti sotto le montagne aperte.
Il mio cuore
ha bisogno
di verità
nascoste da lunghi
silenzi, forse veri
e profondi.
Ma i giorni trascorrono
sbattendomi in faccia
questi viali apatici
di questo chiuso paese,
lasciando emigrare
il mio cuore
verso città conosciute.
Sapore di libertà.
Ti porto via libertà,
come i miei giorni
trascorsi al buio
in un cesto colmo di farfalle.
In un giorno grigio,
tra la fitta nebbia,
sto inebriandomi
con un volante
tra le mie mani;
asciugando
le mie arse lacrime.
Qui, sotto questa fitta pioggia,
a lenire il mio dolore
con immagini sognanti.
Non c’é più tempo
che mi lega a te
mia perduta libertà.
In questo istante
davanti a me,
compare un indimenticabile
arcobaleno.
Ho deciso,
vi libero mie tristi
farfalle...
come i giorni
della mia perduta libertà.
“Giuseppina Pontillo,,
è nata a Grassano (prov. di Matera) il 18.3.1960 dove attualmente risiede.
Nel 1994 sue poesie sono state lette da alcune emittenti radiofoniche regionali.
Nel 1995 ha partecipato e vinto, a Pescara, il 7° Premio -Internazionale
di poesia e narrativa “Gabriele D’annunzio”.
Nel 1996 ha partecipato a una lettura pubblica di poesia tenutasi al teatro “Francesco Stabile” di Potenza e al premio
internazionale “Città di Pomigliano d’Arco” (Prov. Di Napoli).
Nel 1997 ha partecipato, a Ferrandina, al concorso letterario “Poesia Donna”.
E’ stata pubblicata nell’antologia intitolata “Schegge di poesia e di narrativa di autori contemporanei” edita da Cronache
Italiane (Salerno).
INDICE
- Premio di Emily Dichinson. 3
- Poesia.
- Anima.
- Mamma.
- Polvere di stelle.
- Rose di Maggio.
- Le quattro stagioni.
- Gli anni.
- Attimi fuggenti.
- Sei...
- Nel mio paese.
- Milano.
- Natale ‘96.
- Sogno.
- Un giorno d’autunno.
- Il mio cuore.
- Sapore di libertà.
- Giuseppina Pontillo, note bio-bibliografiche.
- Indice.
•&_#61472;&_#61472;Ringraziamenti.
Ringraziamenti a:
Si ringraziano il Dott. Pietro Dell’Aquila Direttore del C.S.E.C di Tricarico e i suoi collaboratori, il Dott. Ortensio
Ruggiero, il signor Pontillo Innocenzo e l’Associazione “Centro Storico” di Potenza.
Commenti
Inserisci il tuo commento