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    13 luglio 2024 - Redazione PeaceLink

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14 febbraio 2004

Perché smettere di farsi la guerra?

Vi siete mai chiesti quale sia la risposta ad una domanda che martella la testa delle persone che vogliono la pace? Io l'ho trovata e vi giuro che è semplicissima...
Autore: Michele Palmiotta

Storia non accaduta realmente, me ne servirò per darvi la risposta al questio più importante del momento.
Una volta c'era un ragazzino come tanti, che sognava di potersi arruolare nell'esercito e di poter divenire il più forte generale di tutti, il più bravo, il più pagato (questo anche grazie all' "educazione" che il mondo esterno gli propinava). Era intrepido a fare a botte con gli altri, non aveva paura di farsi male pur di poterne fare ad altri. GLi altri gli chiedevano spesso aiuto ed egli li difendeva, ma non perché sentisse il bisogno di difendere i suoi amici, bensì perché voleva solo imporre la sua forza, come preso da una malattia che a stento poteva controllare. Un giorno, mentre era per strada, vide due bambini che litigavano per un giocattolo di poco conto, preso dalla sua "malattia" si scagliò contro quei poveri bambini, più piccoli di lui di parecchi anni, e li picchiò di "santa" ragione, rompendo il giocattolo, causa della lite. Quando fu rimproverato si giustificò dicendo che, essendo più corretto dei due litiganti, aveva il diritto di esercitare la sua forza per imporre loro di smetterla di litigare. Quando gli fu detto che poteva provare a convincerli, non volle sentire ragioni, continuava a ripetere che non lo avrebbero mai ascoltato, ne era scioccamente sicuro pur non avendo parlato con i due malcapitati. Accadde, però, che un giorno incontrò per strada un povero bambino, orfano che respirava a fatica, ormai senza forze a causa del prolungato digiuno. Come al suo solito, il ragazzo si avventò su di lui e cominciò a picchiarlo, ma il bambino, tanto era debole che non si lamentò neppure. Quando il ragazzo si fermò, il bambino non aveva versato neppure una lacrima, perché ormai stava morendo e non aveva la forza di piangere, era lì che continuava ad osservarlo con sguardo che lo pregava di aiutarlo, di dargli qualcosa da mangiare, ma il ragazzo era cresciuto solo esercitando la forze e mai il cuore e non sapeva come aiutarlo: un sentimento nuovo stava prendendo piede in lui, la compassione, era una sensazione nuova e bruttissima per lui! Il bambino continuò a fissarlo, poi versò una lacrima ed infine morì gridando nel silenzio di quel tragico evento una disperazione incommensurabile.
Il ragazzo soffrì per parecchio tempo dopo l'accaduto e capì perché la sua vita sino ad allora era stata inutile, capì perché era inutile fare la guerra all'altro, la risposta era nello sguardo di quel bambino...

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