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Una breve storia disperata
Una scelta che costa una vita...
Ho 42 anni, sono separato da 3 anni e mezzo, gli ultimi 9 anni li ho passati vicino a mia madre, rimasta vedova nel 2000 e visto che era invalida e non del tutto autosufficiente uno dei miei fratelli (Tutt'ora affetto da schizzofrenia cronica) e mia sorella (Sposata e separata con due figli) hanno pensato che fossi il più idoneo a restargli vicino, ai tempi ero libero e senza legami apparte un lavoro saltuario in val d'Aosta, andatoci perche in questa Città non mi riusciva di ingranare in niente. Ritornato in questa Città dopo qualche mese di lavoretti saltuari trovai lavoro più stabile presso una cooperativa che mi diede da mangiare per circa 4 anni , guadagnavo qualche mese 500.000 ma a volte anche 2.000.000 di lire , mia madre percepiva 600.000 lire circa di pensione al mese , cifra che non poteva bastare ad entrambi. Conobbi quella che oggi è la mia ex moglie, avevamo progettato prima di convivere tutti e tre in questa casa, ma poi ci rendemmo conto che non era possibile, buia e piccola per noi, affittammo un altro appartamento un po' più grande ma mia madre non volle venire ad abitare con noi, aveva il timore della mia ex moglie, diceva. Comunque decisi di restare con mia madre finché non riuscissi a convincerla ad andare in una casa famiglia o roba simile, che avevo anche trovato a 1.800 euro al mese, ma anche questa soluzione non andava bene per mia madre, avrei dovuto abbandonarla come mi consigliò l'assistente sociale di quel tempo, ma non ci riuscii, Decisi di stare con un piede in due scarpe, lavoravo, andavo a casa di mia madre a preparare la cena e a dormire, non riusciva a dormire sola dopo la morte di mio padre avvenuta proprio li vicino a lei nel letto. Il mattino mi alzavo per andare al lavoro e a volte dalla mia ex moglie, ho passato anche qualche notte fuori un po' per lavoro un po' per riuscire a stare vicino alla mia ex moglie.. Andai avanti cosi per due anni con problemi qui con mia madre e a casa con la mia ex moglie, tanti che alla fine ci separammo, cosi rimasi con mia madre. La vita era sempre più dura. mia madre peggiorava, l'assistente sociale riusciva a fare sempre meno, il lavoro a Genova scarseggiava e la ditta mi propose di andare fuori città ma dovetti rifiutare. Per farla breve, sono due anni che non lavoro più per forza di cose, la mia disponibilità era sempre compromessa dalla situazione, riuscii ad ottenere un assegno di accompagnamento di 450 euro, ma per una badante avrei dovuto darne almeno 800 e questo voleva dire lavorare per pagare una persona che faceva quello che facevo io, forse anche meno, e in più mia madre non era molto d'accordo su persone estranee, non voleva ricoverarsi in una struttura e l'assistente sociale non poteva obbligarla ne se la sentiva di farlo, e nemmeno io, in più c'è da dire che le istituzioni hanno una convenienza a far restare gli anziani in casa propria. Non mi restava altro che accudirla io, anche perché già di lavoro non se ne vedeva qui, almeno non per me, per trovarlo avrei dovuto andarmene dalla Città.
Per passare il tempo nelle ore vuote restavo al PC, una delle mie passioni, a volte giocavo, altre cercavo inserzioni di lavoro, a volte chattavo, ed altre mi informavo su argomenti di mio interesse, il più delle volte sulla robotica o sulla informatica. Ho conosciuto un po' di persone virtualmente, anche dal vivo, un anno fa ne ho conosciuta una, Roberta, anche lei aveva un po' di problemi, ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti, dopo qualche mese venne a stare da me, voleva darmi un aiuto con mia madre che era arrivata ormai al punto di non muoversi più dal letto, si alzava solo per andare in bagno ma non riusciva più ad alzarsi da sola. Nel giro di un anno, forse anche meno, peggiorò al punto di dovergli mettere il pannolone, ho fatto anche venire una fisiatra qui per fisioterapia riabilitativa, ma non è servita, anche perché in un' ora il primo giorno e un'altra ora il secondo non penso fosse sufficiente, il fisiatra ha lasciato a noi il compito di spronarla con gli esercizi, a mio parere non era in condizioni fisiche tali da poterli fare, ma io non sono medico, e comunque non riusciva a farli. ho preso una carrozzella per tentare di portarla fuori di casa anche cosi, ma la sua paura impediva qualsiasi cosa. Comunque, arrivando al sodo, e premetto che non sto colpevolizzando nessuno, se mi trovo in questa situazione è solo colpa mia, avrei dovuto seguire il consiglio di tutti e lasciarla qui sola con le sue paure, lasciarla morire in casa sua e pensare al mio di futuro, come penso faccia molta gente. Sono stato debole, non sono riuscito ad abbandonarla a se stessa, mi ero convinto che se l'avessi fatto ne sarebbe morta, cosa che presto o tardi sarebbe avvenuta comunque, lo so, ma penso che almeno cosi ha avuto qualche anno qualcuno vicino che un po' malamente forse gli ha dato qualche sorriso, qualche abbraccio, qualche carezza... Mia mamma è morta per ragioni che ancora non so, ricoverata al sanmartino per problemi di respirazione il 10 gennaio 2009, il 19 gennaio siamo andati a trovarla come ogni giorno si faceva, siamo entrati nella stanza e abbiamo visto il suo volto coperto dal lenzuolo, nessuno ci ha chiamato per dirci qualcosa, nessuno in quel momento si è fermato a parlarci nonostante io fossi li sulla porta della stanza e guardavo incredulo il personale che passava dritto, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo... Mi sentivo un qualcosa dentro che poteva esplodere da un momento all'altro e dissi a Roberta " Andiamo via... " .
Non aggiungo altro su questo episodio... Aggiungo solo questo, adesso mi ritrovo ovviamente senza un soldo, il contratto di affitto di questa casa era intestato a mia madre ed era anche scaduto, la casa era del comune ma avendola affidata ad un'azienda per venderla non so nemmeno che fine farò, il lavoro lo sto cercando da quando Roberta si è trasferita qui, ma nessuno vuole far lavorare un 42enne senza una professione o un qualche pezzo di carta che dimostri che so lavorare, eppure uno che lavora dall'età di 12 anni penso sappia lavorare, il mio problema è che so fare tutto ciò che si può fare con le mani, le braccia e un po' di testa... Vabbè, se chi legge è interessato ho un CV dettagliato da presentare, già inviato a molte aziende di lavoro interinale, cooperative ecc... Spedisco questa lettera di sfogo a un po' di indirizzi, sicuramente il 90% di chi legge lo cestina subito dopo, il 10% magari ci fa su una lacrimuccia e io me la cavo da solo come sempre... Almeno spero di farcela, non sono più cosi giovane e le speranze stanno svanendo.
Sapevo che la fine di tutta questa situazione sarebbe finita così, ma in un profondo angolo di me stesso forse speravo che non fosse cosi, speravo che in qualche modo questa società riuscisse a dar merito a chi in qualche modo sacrificasse un po di sé nel seguire un'anziano, anziani quasi sempre messi in un angolo perche non piu utili, basta vedere quanto se ne parla poco in TV di situazioni di questo genere, e ce ne sono... Ci sono sempre state e sempre ci saranno... Le istituzioni ci sono ma funzionano male, e per chi resta con l'intento di rimediare come me viene abbandonato. Io ho sacrificato tutto per una donna sola incapace di vivere sola, ho perso tutto volontariamente... E adesso mi si dice che le istituzioni aiutano i bambini e gli anziani, ma se a mia Madre non ci pensavo io le istituzioni non facevano un granché.. Non so cos'altro aggiungere.... Tirate voi le somme di tutto questo che ho scritto.
Grazie per l'attenzione
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