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27 dicembre 2005

IL NUOVO PIANO REGIONALE SUI RIFIUTI

pubblicato due giorni prima di Natale, Vendola fa sul serio, e ribaldando l'impostazione di Fitto vara, prima di lasciare i poteri del Commissario per l'ernergenza rifiuti, un nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti
Autore: roberto de giorgi

Per la Regione Puglia l' obiettivo del 35% da raggiungere per i rifiuti si rovescia:
35 % è la percentuale limite dei rifiuti che possiamo concederci di smaltire in discarica.
Il piano in premessa compie una doverosa ed analitica critica a tutta l' impostazione commissariale regionale di Fitto, che avrebbe dovuto avviare una gestione integrata dei rifiuti ma che di fatto ha lasciato tutto nel vago senza indicare la potenzialità degli impianti necessari, finendo con il proporre bandi per la realizzazione degli impianti delegando alle stesse imprese partecipanti la individuazione dei siti ove realizzarli senza valutare se tale dimensionamento fosse congruo con gli obiettivi di raccolta differenziata.
Per non parlare degli impianti di compostaggio delle frazioni organiche previste nel decreto 41/2000 e poi cancellate l'anno dopo con il decreto 296/2002, demandando alle Autorità del bacino ogni decisione.

Ora si cambia. L'elemento cardine del Piano è la raccolta differenziata al cui evolvere anno per anno (dal 22% al 60% nel 2015) è commisurata l' esigenza impiantistica ( inceneritori e produzione di CDR [combustibile da rifiuti], discariche e compostaggio) necessaria per lo smaltimento in sicurezza delle frazioni residue.
Torna nella piena applicazione il decreto Ronchi e l'applicazione dei regolamenti Comunitari

Per raggiungere questi risultati tra l'altro il piano regionale punta a realizzare un osservatorio sulla produzione e il recupero dei rifiuti, un monitoraggio dei risultati della gestione dei rifiuti, puntando ad introdurre strumenti di semplificazione amministrativa per gli operatori, realizzando apposite campagne di comunicazione, che sostengano e incentivino la raccolta differenziata, articolando il sistema tariffario in maniera da avvantaggiarla.
Il piano individua una sorta di patente ecologica per I Comuni che pagheranno una maggiorazione dell’ecotassa se non raggiungono gli obiettivi fissati per la R.D e viceversa, prevede una premialità per I Comuni, che raggiungano più alte quote di raccolta differenziata.
Il piano prevede la nascita di una figura professionale dedicata al compito di organizzare la RD nelle società a prevalente capitale pubblico e nelle amministrazioni pubbliche e a tal fine organizza corsi di formazione per la qualifica professionale.
Il potenziamento della raccolta differenziata, passa attraverso una maggiore partecipazione attiva e responsabile del consumatore e a tale scopo ci si orienta dove possibile al prelievo domiciliare del tipo “porta a porta”.
Anche per raggiungere questo obbiettivo si incentiva e sviluppa la raccolta
Dell ’organico di qualità e si definisce un piano regionale per gli imballaggi, promuovendo appositi accordi con I produttori e utilizzatori di questi beni (CONAI)
Per la realizzazione del piano individua un potenziamento del controllo sul territorio attribuendo funzioni di sorveglianza amministrativa anche alla polizia provinciale.
Per quanto riguarda I rifiuti speciali, fermo restando il dimensionamento impiantistico legato agli obiettivi di riduzione e riciclo previsti dal piano si stabiliscono inoltre alcuni criteri che puntano alla regionalizzazione dei flussi confermando il criterio della "prossimità" e soprattutto il principio della Pubblica utilità Infatti, nell’ambito dell’istruttoria del procedimento di autorizzazione dell’impianto le competenti autorità devono provvedere a valutare e motivare espressamente sull’interesse pubblico generale alla realizzazione dell’impianto medesimo, tenendo conto degli obiettivi del piano regionale di gestione dei rifiuti, considerando che mancando tale requisito si negherà ogni autorizzazione.

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