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Nuove regole fissate dal Parlamento europeo.
Dall'Ue arrivano limiti più stringenti per le emissioni inquinanti delle imprese. Il Parlamento europeo, con 402 voti favorevoli, 184 contrari e 54 astenuti ha chiesto modifiche sostanziali alla direttiva proposta dalla Commissione sulla produzione e la riduzione integrate dell'inquinamento delle attività industriali per migliorare la tutela dell'ambiente, promuovere l'innovazione tecnica, semplificare la legislazione e ridurre al tempo stesso gli oneri amministrativi inutili. La normativa europea fissa regole per evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre le emissioni nocive nell'aria, nell'acqua e nel terreno e per impedire la produzione di rifiuti. Le attività interessate riguardano, tra l'altro, gli impianti di combustione, di raffinazione di petrolio e gas, di gassificazione e di liquefazione di combustibili e di produzione di coke. Ma anche la produzione e trasformazione dei metalli, l'industria dei minerali (produzione di amianto, vetro e prodotti ceramici), l'industria chimica, le cartiere, gli impianti di tintura dei tessili e di concia delle pelli, i grandi macelli e gli allevamenti intensivi di pollame e suini, la gestione dei rifiuti (trattamento, stoccaggio, incenerimento e coincenerimento, rigenerazione, ricondizionamento e recupero, incluse le discariche) e il trattamento di acque reflue. Soddisfatto dell'esito del voto l'eurodeputato Enzo Lavarra (Pse) secondo il quale oggi il Parlamento europeo ha avvalorato l'accordo tra governo italiano, Regione Puglia e l'Ilva sulle emissioni di diossina. Lavarra ha posto l'accento soprattutto sul fatto che Strasburgo ha approvato un emendamento che impegna la Commissione europea ad applicare in via prioritaria "limiti restrittivi" per le emissioni di diossina e furani degli stabilimenti che producono acciaio e ghisa. Anche per Roberto Musacchio (Gue) la direttiva è "un successo per l'ambiente".
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