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BUON VIAGGIO ROBERTO
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BUON VIAGGIO ROBERTO.
Roberto Marani di San Michele (n.d.r. frazione di Fabriano - AN) è ripartito per il suo Guatemala.
L'abbiamo salutato mercoledì 24 maggio alle 2 e 45 del pomeriggio alla stazione di Fabriano. C'erano Mela, Alessandro, Giovanna ed io. Un abbraccio affettuoso e sereno con un pizzico di nostalgia da ambo le parti. Lo vedevano deciso a riprendere la lotta dei vinti a favore delle vittime del sistema, sicuro della vittoria finale, e sicuro anche che il Signore premierà quello che abbiamo fatto e non quello che abbiamo fatto finta di fare. Ieri notte è stato un via vai di amici e amiche, fino alle tre del mattino.
Credo che sua mamma gabriella ha lasciato in asciutto il frigorifero e vuoto il magazzino delle riserve, e non so se anche la botte, glielo chiederemo a suo babbo Nicola. Lo aspettano tanti amici ma anche giorni duri. Sipakapa, terra arida e povera al nord-ovest di Guatemala, che all'improvviso, gente avida di fuori, l'ha scoperta ricca. Fiera del suo passato, della sua lingua, della sua identità indigena, ha saputo soffrire la fame e la emarginazione, dignitosamente; ma ora una impresa straniera ha scoperto oro nelle viscere della sua terra. Se vuole, avrà lavoro e denaro, ma per la sua fierezza Maia, e per la sua fede si rifiuta di inginocchiarsi davanti al nuovo idolo che promette benessere a cambio che si prostituisca. La presenza discreta e costante di Roberto tra i Sipakapesi, una comunità di 14 mila abitanti formata di credenti per lo più poveri e di poco peso sociale, è stata, in questi sette anni in cui è vissuto in mezzo a loro un'ancora sicura che li ha aiutati a non lasciarsi trascinare dalla corrente dell'oro che se oggi dà con una mano presto ucciderà con l'altra. Oggi pane e manciatine di spiccioli domani malattie infettive, mancanza di acqua e tanta aridità e contaminazione.
La presenza è fondamentale, è il primo passo della missione. Dio non ci salvò pensandoci e augurandoci buona salute ma incarnandosi.
Sappiamo bene che poi non sarà facile lottare stando dalla parte dei vinti e delle vittime che al dominio della tecnica e della finanza oppongono i loro valori passati, futuri e trascendenti. Sappiamo bene che se è difficile liberare i poveri dalla fame disperante del pane lo è più liberare i ricchi da quella piuttosto ingorda dell'oro. Se da una parte la lotta per la sopravvivenza della vita e della cultura tenta alla sovversione dall'altra la volontà di potenza e gli interessi concreti spingeranno alla repressione. Due fuochi che bruciano soprattutto a chi si schiera a favore dei più deboli.
Ma non ci sarà paradiso Là se non abbiamo lottato per costruirlo qua. Tanti auguri a Roberto a cui assicuriamo la nostra sincera amicizia e quando il suo fedelissimo cane Malachia gli manifesta il suo affetto gli ricordi anche il nostro.
Lo ziprete, Don Leopoldo Crocetti
(Tratto da "L'Azione" 6 giugno 2006)
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