Forum: Segnalazioni
Iraq: il miraggio del miglioramento
Adottata lo scorso 8 giugno dal Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite, la risoluzione 1546 si profila quale ulteriore trattato internazionale in materia di guerra del Golfo tendente a trascurare la volontà e gli interessi della popolazione autoctona.
In effetti, il cambiamento si riduce all’accresciuta importanza attribuita all’ONU, a cui la Casa Bianca – dopo aver compreso di non poter assicurare la stabilità dell’Iraq e dopo aver perso credibilità a causa delle sevizie perpetrate dai propri militi ai danni dei detenuti di Abu Ghraib – ha concesso un maggiore spazio di manovra e la possibilità di partecipare alla proficua ricostruzione di un paese distrutto dalla follia dittatoriale e dalle bombe alleate.
Progressivamente, si moltiplicano le dichiarazioni dei vari capi di stato occidentali e non circa la presunta sovranità irachena, che dovrebbe essere garantita a partire dal prossimo 30 giugno. Tuttavia, la realtà risulta essere sensibilmente diversa, come attestano le seguenti affermazioni tratte dalla sopracitata risoluzione:
[The Security Council] affirming that the United
Nations should play a leading role in
assisting the Iraqi people and government in
the formation of institutions for representative
government [...] Decides that the multinational
force shall have the authority to take all
necessary measures to contribute to the
maintenance of security and stability in Iraq.
[Il Consiglio di Sicurezza] afferma che le
Nazioni Unite devono giocare un ruolo di
leader nell’assistere il popolo iracheno e il
governo nella formazione d’istituzioni per un’
amministrazione [politica] rappresentativa [...]
Decide che la forza multinazionale deve
avere l’autorità di prendere tutte le misure
necessarie a contribuire al mantenimento della
sicurezza e della stabilità in Iraq.
(U.N. Security Council, Resolution 1546, 8
giugno 2004. Trad.e grassetto miei)
A tale proposito, va sottolineato in particolare che la tutela dell’ordine pubblico sarà assicurata dalle truppe della coalizione, a cui sarà conferito un nuovo statuto: non si tratterà più di una milizia d’occupazione, ma di sostegno. Insomma, in meno di un mese l’offensiva repressivo-punitiva nel Golfo si muterà in una missione d’aiuto a carattere protettivo o difensivo che dovrebbe condurre alla costituizione di un governo eletto democraticamente.
Magnanimamente, l’ONU concede agli iracheni l’autorità necessaria a formare una propria forza di sicurezza che potrà appoggiare quella alleata:
[The Security Council notes] that the
Government of Iraq has authority to commit
Iraqi security forces to the multinational force to
engage in operations with it.
[Il Consiglio di Sicurezza rileva] che il Governo
[interinale] dell’Iraq ha l’autorità di
affidare le forze di sicurezza irachene alla forza
multinazionale al fine di partecipare con
essa alle operazioni.
(Ibid. Trad. Mia)
È quindi evidente che il cambiamento dettato dalla risoluzione 1546 risulta essere prettamente formale. Infatti – contrariamente a quanto vanamente richiesto e gridato dalla popolazione autoctona – i soldati stranieri continueranno a solcare il suolo iracheno, almeno sino al completamento del processo di ricostituzione politica previsto per il 31 dicembre 2005, quando si dovrebbero svolgere le elezioni in base alle quali verrà istituito un governo costituzionale definitivo che sostituirà quello transitorio attualmente presieduto da Iyad Allawi. In merito, va ricordato che quest’ultimo era alla testa di un gruppo eversivo sostenuto dalla CIA (Cfr. The New York Times, 28.05.04).
In sostanza, nulla è dunque mutato. Il potere resta nelle mani di chi per interesse occupa militarmente l’Iraq, un paese che continua ad essere percepito quale minaccia globale:
[The Security Council ] Determining that the
situation in Iraq continues to constitute a
threat to international peace and security.
[Il Consiglio di Sicurezza] Considera che la
situazione in Iraq continua a costituire una
minaccia per la pace e la sicurezza
internazionale.
(Ibid. Trad. e grassetto miei)
A tale proposito, è opportuno paragonare il passaggio appena citato alle esternazioni formulate dal presidente Bush nel periodo in cui fu dichiarata la guerra al paese ove scorrono il Tigri e l’Eufrate:
Today I have signed into law H.J. [Joint]
Res.114, a resolution "To authorize the use of
United States Armed Forces against Iraq." By
passing H.J. Res. 114, the Congress has
demonstrated that the United States speaks
with one voice on the threat to international
peace and security posed by Iraq.
Oggi ho firmato secondo i termini della legge la
Risoluzione Collettiva 114, una
risoluzione “Per autorizzare l’uso delle Forze
Armate degli Stati Uniti contro l’Iraq.
Accettando la Risoluzione 114, il Congresso ha
dimostrato che gli Stati Uniti rispondono
all’unisono alla minaccia per la pace e la
sicurezza internazionale rappresentata dall’Iraq.
(George W.Bush, Statement by the President,
16 ottobre 2002)
Whereas Iraq both poses a continuing threat to
the national security of the United
States and international peace and security [...]
Considerando che l’Iraq costituisce una
minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati
Uniti e per la pace e la sicurezza internazionale
[...]
(George W.Bush, Joint Resolution to Authorize
the Use of United States Armed Forces
Against Iraq, 2 ottobre 2002)
A ciò va aggiunto che la presunta persistente pericolosità della nazione irachena viene strumentalizzata dall’ONU al fine di giustificare delle nuove ispezioni atte ad assicurarsi che essa non disponga realmente di quelle armi di distruzione di massa – sino ad ora mai trovate –a causa delle quali il conflitto, ufficialmente, ha preso avvio:
[The Secutiy Council] reaffirms its intention to
revisit the mandates of the United
Nations Monitoring, Verification, and Inspection
Commission and the International Atomic
Energy Agency;
[Il Consiglio di Sicurezza] riafferma la sua
attenzione di rinnovare il mandato della
Commissione di Monitoraggio, Verifica, ed
Ispezione delle Nazioni unite e dell’Agenzia
Internazionale dell’Energia Atomica.
(U.N. Security Council, cit. Trad. mia..)
Così, la presenza invasiva degli usurpatori alleati non viene solo mantenuta, ma addirittura rinforzata. In effetti, da un profilo prettamente militare, il governo americano ha annunciato negli scorsi giorni di voler portare il proprio contingente da circa 140'000 a 145'000 uomini a partire dal prossimo autunno. Politicamente, gli Stati Uniti e – indirettamente – le Nazioni Unite, sono riusciti ad attribuire la direzione del governo iracheno interinale ad un individuo a loro vicino.
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