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    24 settembre 2024 - Alessandro Marescotti

Forum: Segnalazioni

25 marzo 2003

quando si incazzano gli sciiti

la rivolta di Bassora, tanto auspicata dalle forze alleate, viene segnalate dalle governo inglese e dalle opposizioni sciite, smentita da Bagdad mentre il comando non conferma e dimostra prudenza sull'argomento
Autore: Aniello Margiotta
Fonte: 25.03.2003 - repubblica.it

Il ministero della Difesa britannico: "Mortai sparano sulla gente" Bassora, voci di rivolta
"Si ribellano a Saddam"
Secondo due televisioni inglesi sarebbe in corso nella città Bagdad smentisce, l'opposizione replica: "Sommossa in corso"
Due soldati inglesi uccisi dal "fuoco amico"

BASSORA - Una rivolta popolare contro Saddam Hussein sarebbe in corso a Bassora. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa britannico: le forze della coalizione - spiega un comunicato - hanno distrutto tre mortai iracheni che sparavano sui civili per reprimere la sommossa. Il ministro dell'informazione di Bagdad, Al Sahaf, smentisce "formalmente" e parla di "menzogne provocatorie" diffuse "dall'amministrazione americana e dal governo britannico". Ma la replica giunta dall'opposizione ("la rivolta è in corso") sarebbe supportata dall'emittente Sky News, che ha riferito di una sollevazione degli abitanti della città, contro i quali le forze irachene fedeli al raìs avrebbero sparato colpi di mortaio.

Intanto giunge anche la notizia di altre due vittime del "fuoco amico": si tratta di due soldati britannici, rimasti uccisi ieri, a Bassora, nel corso di uno scontro a fuoco fra due carri armati britannici "Challenger". Altri due militari sono rimasti feriti. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa britanico.

E a Bassora, secondo Sky News, le forze britanniche che circondano la città sarebbero intervenute per sostenere la rivolta degli abitanti, sparando dei missili verso il luogo da dove proveniva il fuoco dei mortai. "La popolazione sciita - ha detto Richard Gaisford, inviato al fronte per l'emittente - sembra aver trovato il coraggio di ribellarsi". Secondo un portavoce militare britannico a Kuwait City, sempre a Bassora, le forze della coalizione avrebbero catturato un leader del partito Baath.

La notizia della sommossa è stata diffusa anche dall'emittente ITV Channel, che ha detto di riferire informazioni dei servizi di intelligence che operano con le Scots Dragon Guards. Secondo le fonti citate dal network, la popolazione locale avrebbe voluto accogliere gli alleati come liberatori, ma era troppo forte la paura della reazione da parte di Saddam Hussein: in molti ricordano ancora le vendette del leader iracheno dopo la guerra del 1991. "Ora sembra che abbiano trovato la forza di sollevarsi contro gli uomini del dittatore - ha detto Gaisford - e in questo sono aiutati dalle forze britanniche che si trovano nell'area".

Ma la coalizione non conferma. Il comando centrale angloamericano ha detto di non avere informazioni a proposito di rivolte nella città. Anche se "sarebbe auspicabile, e le forze armate britanniche sono pronte a fare il possibile per incoraggiare eventuali ribellioni", hanno riferito fonti del Comando Centrale in Qatar. E intanto il corrispondente di Sky News parla di miliziani fedeli a Saddam che, asserragliati nelle strade della città, usano i civili come scudi, li spingono in avanti, verso la periferia, e poi, protetti dai loro corpi, aprono il fuoco contro le forze britanniche che presidiano la periferia.

"Smentisco formalmente - ha detto il ministro dell'Informazione iracheno, Al Sahaf, in diretta sulla rete televisiva Al Jazeera - queste menzogne provocatorie che gli americani hanno cercato di propagare attraverso la Cnn, bugie diffuse dall'amministrazione americana e dal governo britannico allo scopo di demoralizzare gli iracheni". Ma alla smentita ufficiale del governo ha fatto eco la conferma dell'opposizione: secondo la maggiore organizzazione sciita irachena, la popolazione di Bassora si è ribellata contro le forze irachene ed i miliziani di Saddam presenti nella metropoli meridionale. La rivolta, ha detto un portavoce del Consiglio supremo della rivoluzione islamica, "è in corso".

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