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1 aprile 2003

Giornalisti indipendenti uccisi dall'Amministrazione Bush

Comedonchisciotte ha raccolto e tradotto una serie di articoli internazionali (in inglese) ove si ipotizza l'omicidio di giornalisti indipendenti non vicini all'amministrazione Bush.
Autore: Michele Landi
Fonte: Comedonchisciotte - 01.04.2003 - http://www.comedonchisciotte.net

Dall’inizio della Guerra, almeno una mezza dozzina di giornalisti sono stati uccisi (una percentuale incredibilmente alta di incidenti – la piu’ alta di qualsiasi altro gruppo di persone nelle zone di Guerra, dal personale di supporto civile ai soldati stessi).
Coincidenza incredibilmente strana e’ che la maggior parte dei giornalisti caduti sono persone abituate a dire la verita’.

L’ultima morte e’ quella di un giornalista inglese (Channel 4, ITN) Gaby Rado, nel Nord Iraq.

Rado è morto in circostanze misteriose cadendo dal tetto di un albergo http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/2900379.stm.

Non molto tempo prima un giornalista della ITN, Terry Lloyd, era stato ucciso in Iraq dal “fuoco amico” delle forze alleate. Lloyd era uno dei giornalisti “unilaterali” che viaggiava liberamente nella zona di guerra.

L’11 Marzo una giornalista inglese, Kate Adie, aveva avvisato dell’esistenza di piani americani per colpire giornalisti indipendenti ( il racconto nell’intervista alla radio Irlandese: http://www.theinquirer.net/?article=8238.).

Alla data del 30 Marzo almeno 5 giornalisti indipendenti erano stati uccisi da auto bombe, fuoco amico o misteriosi incidenti o erano misteriosamente scomparsi.

EROI CADUTI

MORTI o presunti morti:

Gaby Rado, ITN, nel Nord Iraq per misteriosa caduta da un tetto;
Terry Lloyd, ITN, nel Sud Iraq “fuoco amico”
Fred Nerac, ITN cameraman “fuoco amico”
Hussein Othman, ITN, “fuoco amico”
Paul Moran, cameraman 39 Freelance, con la Australian Broadcasting Corp., no. Iraq - autobomba

FERITI (lista parziale)

Daniel Demoustier, ITN cameraman - “fuoco amico”
Eric Campbell, corrispondente ABC - “fuoco amico”

SCOMPARSI:

Matthew McAllester, giornakista, Newsday, Baghdad
Moises Sama, cameraman, Newsday, Baghdad

Questi due vennero dichiarati scomparsi il 25 marzo dall’Iraq dopo che gli era stato intimato di lasciarlo. Le loro stanze nell’Hotel risultarono completamente ripulite, senza lasciare una parola. Questa è la storia dal Newsday: http://www.newsday.com/ny-bzjour0328,0,5484723.story?coll=ny-top-adrail

Ci sono 2 teorie alternative:

1. Sono stati uccisi dal governo iracheno: questa è la storia sostenuta dalle fonti del governo statunitense, perché ufficialmente gli iracheni li avevano espulsi. Il “preannunciare” una esecuzione non è nello stile di Saddam: gli iracheni avrebbero potuto arrestarli, dichiarandoli “spie”, rendendo note le loro colpe.

2. I due erano effettivamente giornalisti che avevano acquisito informazioni che avrebbero potuto danneggiare gli interessi inglesi e americani. Essi furono intercettati nella loro uscita dall’Iraq o addirittura in Siria e assassinati per impedire il loro racconto.

Io scommetto sulla seconda teoria, in particolare per McAllester che aveva ampiamente documentato la piaga dei bambini iracheni a causa delle sanzioni e aveva ricevuto l’accredito del governo iracheno appena alcuni mesi prima.

C’è una storia pubblicata dal Newsday (30/3) che offre ulteriori particolari sul modo con cui I militari statunitensi trattano i giornalisti indipendenti: "Quattro giornalisti, due israeliani e due portoghesi, che seguivano le truppe della coalizione in Iraq, furono arrestati dai soldati americani ed espulsi dal paese dopo un periodo di prigionia nel quale, secondo quanto da loro riferito, vennero maltrattati e accusati di essere spie irachene”. http://www.newsday.com/news/nationworld/iraq/ny-wojour303198274mar30,0,2508841.story?coll=ny%2Dtop%2Dheadlines

Nel frattempo, nella sicurezza dei loro confortevoli e ben arredati uffici, Tim Russert, Tom Brokaw, George Will, Katie Couric, Dan Rather, et al, continuano a promuovere la Guerra e a disseminare propaganda con un chiaro disinteresse per la sicurezza delle truppe americane e dell’onore della loro nazione.

E intanto, i giornalisti coraggiosi e onesti nella zona di guerra si devono chiedere: “ Chi sarà il prossimo?”.

di Cheryl Seal

Da http://baltimore.indymedia.org/newswire/display_any/3521

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