Per un parto senza violenza
Il diritto negato ad una nascita “dolce”
I problemi dei neonati occidentali sono differenti, ma, a ben guardare, la dura e inumana legge del più forte lega con un filo sottile tutti i bambini del mondo in un comune destino. Oggi, le tecniche della scienza moderna sperimentano gravi cortocircuiti ed entrano in palese contraddizione quando incrementano i disagi umani col pretesto di alleviarli. E’ quanto accade negli ospedali a chi spalanca, per la prima volta, gli occhi sul mondo. Un bambino appena nato è un essere “nuovo a tutto, sensibilissimo al contatto, al freddo, al modo di essere spostato, agli odori, ai suoni, alle luci”. Lui che per mesi ha abitato immerso nella quiete, al buio, in uno spazio caldo, via via più ristretto, viene improvvisamente catapultato in una realtà che lo assale con le sue luci accecanti, col rumore e l’intimità violata. Il cordone che lo legava a sua madre è reciso in fretta e disinfettato con alcool. Il bruciore lo fa strillare dal dolore e dalla rabbia. Ma gli uomini considerano quel pianto disperato sintomo di salute e vigore. Già negli anni ’20 Maria Montessori sosteneva l’ipotesi che il taglio repentino del cordone ombelicale potesse risultare traumatico per un bambino. “Aspettando, invece, qualche minuto, ci si accorge che esso in un punto preciso che varia da bambino a bambino si restringe e collabisce: questo sarebbe il punto ideale per il taglio”. Nelle nursery degli ospedali il piccino viene maneggiato come un pacco; lo si lava con acqua scrosciante, “sì e no calda”, lo si strofina “con una spazzola dura, soprattutto sulla testa dove i capelli sono intrisi a volte di sangue o vernice caseosa”, la quale, tra l’altro, è ricca di elementi che vanno ad incrementare la capacità dell’ipotalamo di attivare alcuni organi; non è casuale, infatti, la maggiore presenza di vernice caseosa sulla testa dei prematuri. C’è, poi, il dovere, legittimo, del prelievo di sangue per gli esami clinici di routine. Ma, ci si chiede, perché sottoporre il neonato ad un’ennesima sofferenza quando il cordone reciso contiene sangue a sufficienza per ogni indagine ematica?
E’ convinzione ormai unanime che queste ed altre violenze si sedimenteranno in modo indelebile nella psiche di un individuo, che varcherà la soglia del mondo già provvisto di un ampio corredo di aggressioni. Quale alternativa offrire al bambino perché possa godere di un’accoglienza diversa, più umana, più civile? La risposta è racchiusa nella saggezza di un’inversione di marcia verso forme di nascita che leghino armonicamente buon senso passato e progresso scientifico. Nelle comunità dell’Arca, ad esempio, i parti avvengono in casa, il luogo migliore per dare alla luce una piccola creatura, perché la nascita non è una malattia, ma un evento naturale che, solo talvolta, si complica e richiede interventi medici di emergenza. Oggi la limpidezza di questa semplice verità comincia a svegliare molti genitori che, nella misura in cui acquistano consapevolezza, decidono di gestire autonomamente l’evento della nascita. In un paese come l’Olanda, sempre all’avanguardia in molte scelte alternative, il 40% dei parti avviene tutt’ora in casa e il suo “indice di mortalità perinatale è tra i più bassi del mondo”, poiché “l’abbassamento della mortalità perinatale dipende più dal miglioramento economico, sociale, igienico e delle condizioni di vita in senso lato che non dalle cure mediche”. Una possibile soluzione nonviolenta al coacervo di problemi che già soffocano chi viene al mondo ci è offerta dal “Centro Nascita Attiva Maria Montessori” che ha sede in Roma. Esso si adopera al fine di trasformare l’attesa, la nascita e il periodo a seguire in occasioni, per l’adulto di dare prova della sua naturale ed istintiva capacità di attivare le sue innate disposizioni alla cura della prole e, per il piccolo, di gustare i primi attimi della sua esistenza terrena. Dal Centro si dipartono numerose associazioni sparse sul territorio nazionale che, ispirandosi ai principi montessoriani, ricostruiscono intorno alla nascita condizioni di benessere e di serenità. Esse accompagnano e sostengono, stimolano ad attingere alle proprie risorse interne; invitano, ove possibile, a partorire in casa, dove creano un clima di silenzio, di penombra per favorire la tranquillità necessaria ad un parto “dolce”, senza traumi. A chi opta per questa opportunità il Centro garantisce assistenza e un’accoglienza calda e confortevole al nascituro; suggerisce rimedi naturali intelligenti e liberi dalle seduzioni del mercato pubblicitario. Chi sperimenta i metodi di nascita attiva testimonia che “là dove gli altri neonati si mettono ad urlare, a singhiozzare disperatamente, il nostro eroe resta in silenzio, tace e in silenzio degusta stupefatto questa nuova incognita... Gli occhi restano spalancati, appassionati.. Questo neonato emana una pace intensa. Completamente sveglio, supremamente attivo e radioso...”. Sono queste le ricchezze cui un uomo potrà attingere per donare ai suoi simili quell’amore autentico che, per sua stessa natura, trabocca e si orienta verso l’altro.
M.I.P.A. (Movimento Italiano Parto Attivo) - Brescia
http://www.mipaonline.com
Sig. Pino Cirullo
tel. 030.6896597
www.uomoplanetario.org
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