Biocarburanti e fame nel mondo

Un mondo affamato ma col serbatoio pieno! “Un crimine contro l’umanità”, afferma l’ONU.
Un colossale sperpero di cereali per far risparmiare meno del 15% del consumo delle auto dei paesi ricchi.

9 maggio 2008
Fidel Castro Ruz
Fonte: Il grido dei poveri, mensile di riflessione nonviolenta

Pompa di benzina

Il costo del mais sta aumentando. Il motivo: il mais serve a produrre etanolo, il nuovo petrolio verde. Il costo del combustibile diminuirà, quello del pane e della carne aumenterà. Questo nei Paesi ricchi, in quelli poveri aumenteranno solo i morti di fame e le esportazioni di etanolo.Il cibo deve essere energia per l’uomo non per le macchine. Fidel Castro ha fatto alcune riflessioni sul quotidiano Granma, dopo otto mesi di silenzio, sul lancio dell’era dell’etanolo da parte di George W. Bush. E’ preoccupato. In futuro non si toglierà più il petrolio di bocca ai Paesi in via di sviluppo, ma direttamente il pane. “Più di tre miliardi di persone nel mondo condannate ad una morte prematura. Non si tratta di una cifra esagerata ma prudente. Ho meditato molto su questo dopo la riunione tra il presidente Bush e i fabbricanti nordamericani d’automobili. Lunedì 26 marzo la sinistra idea di trasformare gli alimenti in combustibile è stata definitivamente fissata come linea economica della politica estera statunitense.Il Presidente ha sollecitato il Congresso ad avanzare rapidamente nell’introduzione di una legislazione proposta recentemente dal Governo per ordinare l’uso di 132 miliardi di litri di combustibile alternativi per il 2017 e per imporre parametri più esigenti di consumo del combustibile nelle automobili. Bush si è riunito con il presidente del consiglio e direttore generale della General Motors Corp., Rich Wagoner; con il direttore generale di Ford Motor Co., Alan Mulally e con il direttore generale del gruppo Chrysler di Daimler Chrysler AG, Tom LaSorda. Penso che ridurre e riciclare tutti i motori che consumano elettricità e combustibile sia una necessità elementare e urgente di tutta l’umanità. La tragedia non consiste nel ridurre questi costi energetici, ma nell’idea di trasformare gli alimenti in combustibile. Oggi si sa con precisione che una tonnellata di mais può produrre in media soltanto 413 litri di etanolo. Il prezzo medio del mais nei porti degli Stati Uniti è di 167 dollari la tonnellata. Sono necessari 320 milioni di tonnellate di mais per produrre 35 miliardi di galloni di etanolo. Il raccolto del mais negli USA nel 2005, secondo i dati della FAO, è arrivato a 280,2 milioni di tonnellate. ... Applicate questa ricetta ai paesi del Terzo Mondo e vedrete quante persone non consumeranno più mais tra le masse affamate del nostro pianeta. O peggio: concedete ai Paesi poveri prestiti per finanziare la produzione di etanolo dal mais o da qualsiasi altro tipo di alimento e non rimarrà in piedi nemmeno un albero per difendere l’umanità dal cambiamento climatico. Altri paesi della parte ricca del mondo hanno programmato di usare non solo mais, ma anche grano, semi di girasole, di colza ed altri alimenti per la produzione di combustibile. Per gli europei sarebbe redditizio importare tutta la soia del mondo allo scopo di ridurre il consumo di combustibile delle loro automobili ed alimentare i loro animali con i suoi residui, ricchi di tutti i tipi di aminoacidi essenziali. Tutti i Paesi del mondo, ricchi e poveri, senza eccezione alcuna, potrebbero risparmiare miliardi di dollari in investimenti e combustibile semplicemente sostituendo tutte le lampadine incandescenti con lampadine fluorescenti, cosa che Cuba ha fatto in tutti le case. ... Dall’agenzia ufficiale di notizie sui problemi economici e sociali del mondo: la TELAM. Cito testualmente: “Circa due miliardi di persone, da qui a 18 anni, abiteranno in Paesi e regioni dove l’acqua sarà un lontano ricordo. Due terzi della popolazione mondiale potrebbero vivere in luoghi dove questa scarsità potrebbe produrre tensioni sociali ed economiche di una tale portata da provocare guerre per il prezioso ‘oro azzurro’”. Secondo il Consiglio Mondiale dell’Acqua (WWC) nel 2015 il numero di abitanti colpiti da questa grave situazione aumenterà fino a raggiungere i 3 miliardi e 500 milioni di persone.

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