Gli atleti alle Olimpiadi in cerchio per la Pace in Georgia
sono stato in montagna fino a ieri tagliato fuori da tutto; quando ho rivisto mia madre mi ha detto che i carriarmati russi sono entrati in Georgia.
Oggi si svolgono le olimpiadi; i paesi del mondo concorrono pacificamente nello sport in un posto e si fanno la guerra politicamente in un'altro; questa è una contraddizione sotto gli occhi di tutti, che come inermi riescono ad assistere all'una e all'altra cosa.
Mi sono venuti in mente i greci che durante le Olimpiadi interrompevano le guerre per fare i giochi, per poi riprenderle. Lo trovo da non credere;... ma come se interrompi una guerra per giocare con il tuo avversario ed esaltare la bellezza ed il corpo umano, perchè riprenderla? Se stavate giocando continuate a giocare… Significa che non era una guerra per qualcosa di importante; non era necessaria. Come si può passare da uno stato d'animo ad un altro così radicali per diversità? Quella era la prova schiacciante che si poteva benissimo vivere in pace; potevano benissimo estendere quel momento a sempre.
In definitiva, le scrivo perchè mi è venuta in mente una proposta, un invito valido che potrebbe essere accolto per contribuire alla cessazione della guerra in Georgia.
Lei pensi se di tutte le discipline, sportive e sportivi facessero un cerchio (una specie di giro tondo) e al centro vi fossero Georgia e Russia, per la mano. Sarebbe un bel simbolo. Con tutti gli occhi addosso che hanno per via della televisione, l'opinione pubblica potrebbe sentirsi spinta a far pressioni al governo perchè la guerra cessi.
Se poi sportive e sportivi durassero il cerchio fin quando proprio la guerra non smette; come a dire: "rinuncio all'oro possibile in cambio di una possibile pace". Sarebbe significativo. Succederebbe qualcosa.
Lei rappresenta l’Italia e la sua costituzione, lei è in un tempo cittadino e simbolo; il suo potere può avere influenza sulle cittadine ed i cittadini, sul suo popolo. Il suo potere non è per lei ma per gli altri che probabilmente non vedrà mai (ciò è grandioso, la manifestazione di un amore societario), il suo potere è tale perché si è assunto un enorme e nobile responsabilità; la cura delle sue sorelle e dei suoi fratelli italiani.
Noi non ci siamo mai visti e forse nemmeno ci vedremo, ma giuro morirei, io so che lei ha buon cuore e che le mie parole la toccano, dunque mi ajuti. Proponga l’iniziativa del cerchio alle atlete ed atleti italiani, dica loro di parlarne con le altre atlete ed atleti di diversa nazionalità, scriva una lettera pubblica che esorti le cittadine ed i cittadini del mondo a compiere un gesto solidale. Dica che lei stesso si asterrà dal partecipare alle Olimpiadi guardandole e che non è fiero di atlete ed atleti duri ai richiami di sofferenza; inciti le persone a sentirsi responsabili delle guerre e dei mali del mondo e dica loro che possono cambiare le logiche di male con quelle di bene, dica loro che sono attrici ed attori che possono influenzare la scena.
Mi rimetto in parte a lei per via della sua posizione istituzionale, per porgerle un caloroso invito ad usare tale posizione con amore e forza, con decisione e pazienza, premura e rispetto, con parsimonia e risolutezza ma oltremodo con volontà, la stessa volontà di quell’uomo che vede negli altri, le sue sorelle ed i suoi fratelli.
Un saluto ed un abbraccio, Alessandro Cesarali.
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