Spazi verdi per i pensionati: "Torniamo contadini come una volta"
Qualche metro più in là, Romano, 76 anni, è curvo a zappare nel suo quadrilatero, curatissimo e rigoglioso di ortaggi: «Io l'orto l'ho sempre fatto, prima a Casellina, poi a Novoli. Questa terra era intestata a mia cognata, ma è rimasta vedova e l'ha abbandonata. Così la lavoro io da due anni. Si paga 40 euro all'anno, e ci danno anche l'acqua e un cassone per gli attrezzi. Bella terra nera? Per forza, la concimo con lo stallatico dei cavalli che prendo qui al maneggio. È una mia passione, mia moglie non vuole, ma ho di tutto: peperoni, insalata, cipolle, fagioli. E in inverno, cavoli, carote, porri, finocchi. E ne lavoro anche un altro, di una signora qui accanto, e si fa a metà». Silvano, 81 anni, ex profugo da Pola, «ma fiorentino dal '47», arriva con Camilla, un devoto setter di 13 anni: «Prima avevo un'officina meccanica in via San Gallo, e un orto abusivo qui vicino, poi mi hanno dato questo, ma da un paio di anni non sto tanto bene, e vede quanta erbaccia cresce in mezzo ai pomodori, non ce la faccio più tanto a stargli dietro».
Spazi verdi recintati con canne o legni. Orti sociali per pensionati. Cinquanta metri quadrati a testa: geometrie di insalate, radicchi, ortaggi di ogni tipo, qualche macchia di fiori, l'attacco dell'acqua, il cassone per gli attrezzi, ombrellone e qualche tenda improvvisata. La chiamano la Valle degli Orti, l'ha resa possibile il Quartiere 4, lungo il corso sinistra dell'Arno, sotto al Ponte all'Indiano.
E ancora storie: Lino, 85 anni fra un mese: «La pensione è magra. Arrotondare con l'orto? Ma che vuole arrotondare. È che non mi va di andare nei circoli o al bar a fumare il fumo degli altri. Prima facevo il ferroviere, ma sono nato contadino a Borgo San Lorenzo e rieccomi qui». Giuseppe, 72 anni, ex macchinista alle ferrovie, è un veterano. E sa tutto della comunità che all´inizio - nel '96 - contava solo 49 orti. Ora sono oltre 200. Giuseppe tira di vanga sotto al sole: «La battaglia è iniziata andando in ginocchio dalla signora Vogel, quella della villa, per avere la terra per far giocare i bambini. Poi il Comune ha espropriato 27 ettari, volevano farci un giardino, invece è partita la lotta per farci gli orti. Mi è costata 2 mesi di galera e 600mila lire di multa. Allora ero amico di Graziano Cioni, ora io sono qui a vangare e lui è lassù, a Palazzo Vecchio». Battaglia vinta, comunque. I primi orti assegnati agli abitanti del quartiere - secondo graduatorie stilate in base all'età - sono dall'altra parte della strada.
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