Terrorismo, la promessa di Barack:
"Gli Usa bandiranno la tortura"

l presidente eletto durante la presentazione del nuovo capo della Cia: "Gli Stati Uniti saranno contro la tortura e rispetteranno la convenzione di Ginevra". 
E apre rispetto all'Iran: "E' un pericolo, ma pensiamo anche alla via diplomatica".

11 gennaio 2009
Matteo Della Torre (Casa per la nonviolenza, associazione di ispirazione gandhiana.)

Da Repubblica.

Barack Obama

"Gli Stati Uniti saranno contro la tortura e rispetteranno la convenzione di Ginevra". Lo ha detto il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama, nella conferenza stampa in cui ha presentato il nuovo direttore della Cia, Leon Panetta, e i nuovi vertici degli altri organismi dell'intelligence. Di più, ha assicurato che questo è un impegno della sua amministrazione.

A due giorni dal settimo anniversario dell'apertura della prigione di Guantanamo (i primi detenuti arrivarono nella base navale a Cuba l'11 gennaio 2002) Obama ha detto che manterrà la promessa elettorale di portare avanti una guerra al terrorismo che tenga conto "dei più alti valori e degli ideali americani", dopo che i servizi statunitensi sono stati accusati in questi anni di aver fatto ricorso a forme di tortura nell'interrogare presunti terroristi, mentre il Pentagono è finito nel mirino per il mancato rispetto della convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra.

Obama non è sceso nei dettagli del modo in cui intende combattere il terrorismo e mantenere la promessa elettorale di chiudere Guantanamo trasferendo altrove i presunti aderenti ad Al Qaeda che vi sono detenuti. Ma il suo è un implicito e netto capo d'accusa contro le prigioni segrete, le intercettazioni clandestine e altri metodi usati dall'amministrazione Bush nella lotta al terrorismo.

Il messaggio che il presidente eletto intende mandare è che l'intera gestione dell'intelligence sarà diversa. La scelta di Panetta, ex capo dello staff di Bill Clinton, va in questo senso. E sfida le critiche di chi sottolinea soprattutto che l'italo-americano non ha un'esperienza specifica di servizi segreti.

Un'apertura il presidente eletto l'ha fatta anche nei confronti dell'Iran: rimane una minaccia per gli Stati Uniti ma Washington deve "trovare la volontà di dare il via a un'iniziativa diplomatica".

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