Esce anche in Italia IL GESU' "STORICO" di Pagola che spaventa la gerarchia cattolica

Gesù si va spegnendo lentamente nei cuori mentre fra di noi circolano determinati cliché che ne impoveriscono e sfigurano la persona: un Gesù tale non può attrarre, sedurre né innamorare. Mi fa soffrire anche ascoltare un linguaggio di routine, logoro da molto tempo: non accende i cuori né mette nel mondo il suo fuoco; non scatena conversione...
18 giugno 2009
Valerio Gigante

Gesù Storico - Pagola

ROMA-ADISTA. Una rigorosa distinzione tra lo studio storico della figura di Gesù e la riflessione di fede. È questo il criterio metodologico che ha ispirato Jesús. Aproximación historica, il libro di José Antonio Pagola, direttore dell’Instituto de Teología y Pastoral de San Sebastián, pubblicato in Spagna nel 2008 (v. Adista n. 51/08) ed oggi finalmente disponibile anche in italiano con il titolo Gesù. Un approccio storico (2009, ed. Borla, euro 40).

Chi è stato Gesù? Come ha inteso la sua vita? Quale alternativa ha voluto introdurre con il suo comportamento? In che cosa consiste la forza della sua personalità e l'originalità del suo messaggio? Perché è stato processato e ucciso? Come si è conclusa la sua avventura? Un racconto vivo e appassionante del comportamento e del messaggio di Gesù di Nazaret che, partendo dallo stato attuale della ricerca, lo colloca nel suo contesto sociale, economico, politico e religioso, tenendo presenti gli studi e le acquisizioni storiche più recenti. “Il mio intento fondamentale - scrive Pagola nella sua introduzione - è stato quello di ‘accostarmi’ a Gesù con rigore storico e con un linguaggio semplice, per avvicinare la sua persona e il suo messaggio all'uomo e alla donna di oggi. Ho voluto mettere nelle loro mani un libro che li orientasse, perché non si addentrassero nelle vie attraenti ma false di tanti romanzi-fiction, scritti in margine alla moderna ricerca e contro di essa. Ma ho perseguito qualcosa di molto maggiore: nella società moderna intendo destare il ‘desiderio di Gesù’ e suggerire una via sulla quale si possano compiere i ‘primi passi’ verso il suo mistero”.
Un’operazione che la gerarchia cattolica non ha capito o non ha voluto capire. Il 18 giugno 2008, infatti, il libro di Pagola è stato censurato da una “Nota di chiarificazione” della Commissione episcopale per la Dottrina della Fede “con l’autorizzazione della Commissione permanente della Conferenza dei vescovi spagnoli”. Una Nota arrivata nonostante l’autore avesse accettato di intraprendere una revisione del suo libro, che peraltro aveva venduto già oltre 50mila copie. Il pericolo da arginare era, secondo l’episcopato spagnolo, che si producesse “una rottura tra l’indagine storica su Gesù e la fede in Lui, tra il cosiddetto ‘Gesù storico’ e il ‘Cristo della fede’”: un modo di procedere “dannoso”, “poiché finisce per delegittimare l’insegnamento della Chiesa”.
“Se il ‘Gesù storico’ che mostra l’Autore è incompatibile con il Gesù della Chiesa - affermava la Nota -  non è perché questa abbia inventato nel corso del tempo un Gesù differente, ma perché la ‘storia’ che si propone è una storia falsata”. Una storia che, secondo i vescovi spagnoli, assume l’analisi “propria della lotta di per descrivere l’ambiente familiare, sociale, economico, politico e religioso”; che presenta in maniera riduttiva Gesù come mero profeta; che nega la sua coscienza filiale divina, il senso redentore della sua morte e della sua intenzione di fondare la Chiesa come comunità gerarchica; che fa confusione sul carattere storico, reale e trascendente della resurrezione di Gesù.

Ma se i vangeli si basano su dati storici, non si tratta di cronache storiche, osservava Rafael Aguirre, già decano e professore della Facoltà di Teologia dell’Università di Deusto (Bilbao). La Nota, nel suo atteggiamento fondamentalista, ha scritto Aguirre, “apre un contenzioso non con Pagola, ma con i presupposti fondamentali degli studi biblici moderni”, uno dei segni distintivi del Vaticano II.
Del resto, nel suo libro Gesù di Nazareth Ratzinger ha invitato gli studiosi ad ‘andare oltre’ il metodo storico-critico nell’esegesi biblica e il Sinodo dei vescovi sulla Parola del 2008, se non ha messo totalmente da parte tale metodo, certamente lo ha marginalizzato, proponendo una lettura teologica della Bibbia che non riconosce autonomia all’analisi storica dei testi. Il libro di Pagola tenta di fare ordine anche su questo punto, ridando centralità ed autonomia ad una rigorosa e storica analisi sulla figura di Gesù.

dalla quarta di copertina:

«...sono convinto che Gesù è quanto di meglio abbiamo nella Chiesa e quanto di meglio possiamo oggi offrire alla società moderna...Per questo mi fa male sentire parlare di lui in maniera vaga o dicendo ogni sorta di luoghi comuni che non resisterebbero al minimo confronto con le fonti che su di lui possediamo. Gesù si va spegnendo lentamente nei cuori mentre fra di noi circolano determinati cliché che ne impoveriscono e sfigurano la persona: un Gesù tale non può attrarre, sedurre né innamorare. Mi fa soffrire anche ascoltare un linguaggio di routine, logoro da molto tempo: non accende i cuori né mette nel mondo il suo fuoco; non scatena conversione... Il mio intento fondamentale è stato quello di "accostarmi" a Gesù con rigore storico e con un linguaggio semplice, per avvicinare la sua persona e il suo messaggio all'uomo e alla donna di oggi. Ho voluto mettere nelle loro mani un libro che li orientasse, perché non si addentrassero nelle vie attraenti ma false di tanti romanzi-fiction, scritti in margine alla moderna ricerca e contro di essa. Ma ho perseguito qualcosa di molto maggiore: nella società moderna intendo destare il "desiderio di Gesù" e suggerire una via sulla quale si possano compiere i "primi passi" verso il suo mistero» (José Antonio Pagola).

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