La rincorsa delle rinnovabili
A certificare la ripresa, con il passaggio della quota rinnovabile dal 15,7 del 2007 rispetto ai consumi totali di energia elettrica al 18,2 dello scorso anno, sono i dati ufficiali pubblicati dal Gse, il Gestore dei servizi elettrici. Ma chi pensa a un’Italia finalmente all’altezza con la sfide del futuro e avviata verso la transizione a un sistema energetico più sostenibile è sostanzialmente fuori strada.
Se è vero che il solare compie nel giro di un solo anno un clamoroso balzo in avanti del 400% grazie alle attrattive del conto energia, il suo contributo ai consumi nazionali resta del tutto irrisorio, rimanendo fermo a una percentuale dello 0,1%.
A farla da padrone è ancora una volta l’idroelettrico, baciato lo scorso anno da un autunno e un inverno straordinariamente piovosi. Il settore nel 2008 ha raccolto anche i frutti di nuovi investimenti, ma è stato soprattutto il “pieno” di acqua caduto sul Paese a permettere alle turbine di far registrare un robusto +27% nella produzione di elettricità. Miglioramento che una volta “diluito” sul totale ha portato a un incremento complessivo dell’energia rinnovabile rispetto al 2007 del 21%, pari a 58.164 GWh.
“Non sarei troppo schizzinoso, mi sembrano comunque dati ottimi”, sottolinea Edoardo Zanchini di Legambiente. “Innanzitutto perché tenendo conto della nuova potenza eolica installata in questi ultimi mesi e di cui il Gse non dà ancora conto nelle sue statistiche, l’energia ricavata dal vento è ormai la seconda fonte rinnovabile italiana”.
L’eolico, registra il rapporto del Gestore, è cresciuto infatti del 30% rispetto al 2007, arrivando a contribuire grazie ai suoi 4,9 TWh all’1,4% dei consumi totali. “E’ un dato simbolico molto forte – segnala ancora Zanchini – perché smentisce chi si ostina a bollare l’apporto delle rinnovabili come insignificante. Sono risultati conseguiti nel giro di pochi anni e soprattutto nel Mezzogiorno, dimostrando come è possibile gestire un mix di fonti legato alle caratteristiche regionali in grado di farci centrare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2020, quando il 17% dei nostri consumi energetici totali, compresi quelli termici quindi e non solo quelli elettrici, dovrà essere di origine rinnovabile”.
“Per questo – conclude Zanchini – ripeto che siamo di fronte a dati ottimi, ma che è necessario accompagnare da politiche in grado di far finalmente decollare anche il contributo delle sottovalutate biomasse nel settore termico e soprattutto da rigorose e intelligenti provvedimenti a sostegno dell’efficienza energetica: aumentare la quota di rinnovabili non basta finché i consumi non verranno tagliati drasticamente e non solo episodicamente, come avvenuto nel corso del secondo semestre del 2008 per effetto della crisi economica”.
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