Le liturgie televisive di Michele Santoro

L’uso della balaustra, fatto nella puntata in questione, rappresenta un aspetto simbolico preoccupante, che evoca l’immagine delle liturgie preriforma e materializza nello spazio la divisione tra i sacerdoti della “liturgia” televisiva – le teste pensanti (esperti, politici, giornalisti e tuttologi) con il loro profluvio di chiacchiere – e i laici, il pubblico silente, ricettore passivo del flusso parolaio.
8 novembre 2010

Vincenzo Cenname ad Annozero

Matteo Della Torre

Mi è capitato di vedere sul web il talk show politico Annozero di Michele Santoro del 28 ottobre 2010, dedicato all’emergenza rifiuti in Campania. Ad un certo punto è stato invitato a parlare in studio – nel settore riservato al pubblico e delimitato da una balaustra – Vincenzo Cenname, ex sindaco di Camigliano. Un ingegnere ambientale, giovane, preparato, competente e con una grande esperienza sul campo, che nel suo comune, in poco tempo, è arrivato a riciclare, con la raccolta differenziata porta a porta, il 70% dell’immondizia; destituito con decreto del ministero dell’Interno per essersi opposto alla provincializzazione della gestione dei rifiuti.

A fine trasmissione è intervenuto, sempre dalla balaustra, l’assessore all’ambiente del comune di Capannori, Alessio Ciacci, che in cinque anni di amministrazione virtuosa è riuscito ad ottenere, col porta a porta, l’82% di raccolta differenziata, con l’obiettivo straordinario dei “Rifiuti Zero” da conseguire entro il 2020.
Ai due esponenti della rete dei comuni virtuosi la trasmissione ha dedicato in tutto 6 minuti, su un totale di un’ora e 30’ utilizzata dagli “illustri” ospiti seduti al centro dello studio.

L’uso della balaustra, fatto nella puntata in questione, rappresenta un aspetto simbolico preoccupante, che evoca l’immagine delle liturgie preriforma e materializza nello spazio la divisione tra i sacerdoti della “liturgia” televisiva – le teste pensanti (esperti, politici, giornalisti e tuttologi) con il loro profluvio di chiacchiere – e i laici, il pubblico silente, ricettore passivo del flusso parolaio.

E pensare che l’apparizione di Vincenzo Cenname e Alessio Ciacci ad Annozero è stata una iniezione di vita, di novità e concretezza in mezzo alla noia di una desolante radiografia della gestione fallimentare del ciclo dei rifiuti nella maggior parte del Meridione.
Sarebbe stato molto interessante per il pubblico televisivo vedere Cenname e Ciacci seduti nel presbiterio degli esperti a raccontare più a lungo la loro esperienza concreta, magari supportata da un videoreportage sulle buone pratiche amministrative di Camigliano e Capannori nella gestione dei rifiuti.

E invece, tenere separati questi due autorevoli esponenti dell’Italia del cambiamento, del “buon senso” e delle pratiche amministrative virtuose dallo spazio centrale, popolato dai soliti volti noti dell’informazione light e della politica geriatrica, significa che anche i programmi migliori della televisione peccano di lungimiranza, non valorizzano le idee nuove e le persone che le veicolano e, soprattutto, hanno scarso interesse per il futuro perché imprigionate solo nel presente. Ciò è pericoloso per la democrazia, il progresso civile e il futuro della nazione.

Chi relega queste persone e le loro idee innovative dietro una balaustra, lontane dal centro della riflessione politica televisiva, monopolizzata dai signori del vecchio e il loro cumulo di idee obsolete, opera la disinformazione dell’opinione pubblica. “Disinformazione non significa falsa informazione. Significa informazione sviante, spostata, irrilevante, frammentata, superficiale, significa l’illusione di sapere qualcosa, ma che di fatto allontana dal sapere” (Neil Postman).

Le idee semplici, economiche ed efficaci dei comuni virtuosi necessitavano della giusta evidenza e del giusto tempo per l’approfondimento, non di pochi minuti rubati alla stanca analisi delle responsabilità storiche dell’ennesima emergenza rifiuti in Campania.
La democrazia ha bisogno di un popolo informato e attivo che sappia vedere, valutare e scegliere nella quotidianità della vita la migliore alternativa possibile senza accontentarsi di cadere nella logica del “meno peggio”. Ci sono scelte comunicative che facilitano oppure ostacolano questo processo. Sta al buon giornalista, che si definisce progressista, scegliere ogni giorno la democrazia ed informare con accuratezza e coraggio, rompendo le barriere che impediscono al “nuovo” di emergere e divenire realtà diffusa. E meno male che c’è Report di Milena Gabanelli: nel suo programma Vincenzo Cenname ha avuto il giusto spazio e il giusto approfondimento.

Matteo Della Torre

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