La triste storia di Amon il falso

24 gennaio 2014

Viaggiatore leggero

Quella notte John il solitario

attraversò

tre mari tempestosi

tre deserti riarsi

tre strade polverose

e giunse sulla Lincoln Highway. 

 

Stanco ed assetato

entrò in un bar

senza avventori. 

Rumori sinistri provenivano

dalla stanza sul retro. 

Uscito dalla fetida toilette

di quel sordido bar

con passo felpato

John vide un uomo irsuto 

con le mani impudiche

sul sedere di un vegetale.

Il gestore del bar

era così preso

dai suoi giochetti

che neanche notò

il passaggio dello straniero

nel suo locale. 

 

Tre passi dopo

John il solitario

senti una voce

alla sua sinistra:

“Ehi tu, straniero,

sei entrato nel bar di Amon il falso 

e lui ti ha buttato fuori, vero?”.

“No”, rispose John, 

“non mi ha neanche visto”.

 

Un vegliardo

con un largo cappello

e una pipa da quattro soldi

seduto sul bordo di una fontana 

lo squadrò e disse:

“Buon per te. Amon odia gli stranieri. 

Trent’anni fa volle aprire un bar 

e il padre, alcolizzato e violento,

lo cacciò di casa”.

 

Detto questo il vecchio saggio

portò la pipa alla bocca

e abbassò lo sguardo con aria pensosa. 

“Non ha ancora compreso 

e superato quel trauma,

che nega ad ogni respiro. 

Prova piacere sadico

come un brutale dittatore

nel buttare fuori gli stranieri dal suo locale

proprio come il padre fece con lui trent’anni fa.

Tra le quattro mura del suo caffè

il paladino della giustizia

mena vanto di amare tutti.

Noi lo chiamiamo Amon il falso, 

il principe degli ipocriti”.

 

John annuì col capo

e proseguì a piedi

con zaino leggero 

sui sentieri della vita

lasciandosi alle spalle 

la sorda inconsapevolezza di Amon il falso.

 

Matteo Della Torre

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