E’ assolutamente legittimo criticare la politica israeliana così come avviene per qualunque altra scelta politica di qualunque altro stato al mondo ed è sempre possibile farlo senza usare toni antisemiti. E’ sbagliato considerare ogni forma di critica verso la politica israeliana come antisemitismo.
L’espressione emblematica del 2008 è quel paio di scarpe roteanti lanciate contro l’impero USA in persona, che esprimevano disgusto e disprezzo. Quella per il 2009 è finora un fumetto in El Paìs della vigilia di Capodanno: un carrarmato, ovviamente israeliano, che irrompe dal portone dell’anno nuovo, Felice 2009!
E' incredibile l’annuncio dal Ministro degli Esteri Frattini, che AFRICOM, il supremo comando Americano per le truppe di terra e di mare per l’Africa, troverà posto a Napoli e a Vicenza. In quali sedi e con quali procedure è stata presa questa decisione di grande importanza strategica? Perché il Parlamento italiano non è stato informato e non c’è stato nessun dibattito parlamentare? Come mai che la CEI non ha alcuna parola da dire su scelte militaristiche così scellerate?
L'impasse esistente tra Israele e la leadership palestinese e l'estrema gravità della situazione vanno canalizzate verso alternative costruttive e nonviolente. Quello che è in gioco a Gaza è l'etica fondamentale del genere umano. Dobbiamo svegliarci e trovare il coraggio morale e la visione politica per un salto qualitativo in Palestina
4 gennaio 2009 - Vaclav Havel, Hans Kung, Desmond Tutu, Hasan Bin Talal
Leggerò solo un rigo domani, sui vostri giornali e solo domani, poi leggerò solo, ancora, l'indifferenza. Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?
31 dicembre 2008 - Mustafa Barghouthi
Il trionfo epocale di Barack Hussein Obama è un’utopia che fino a qualche anno fa sembrava impensabile e segna un punto di rottura che cambia per sempre la storia della prima nazione del mondo libero.
Il mandato di Obama dovrebbe segnare la fine dell’egemonia Usa nella gestione della politica internazionale. Un presidente transetnico sarebbe così il primo leader transnazionale con connotati non imperiali, per inverare la “svolta umanista” (Hugo Chavez) degli USA nei rapporti col resto del mondo.
"Io odio la guerra come solo un soldato che l’ha vissuta può odiarla, così come uno che ha visto la sua brutalità, futilità, stupidità" (Dwight Eisenhower). Ci auguriamo che Lei sia convinto, come lo siamo noi, del fatto che l’attuale situazione del mondo richiede un cambiamento totale di politica estera con una riduzione fortissima delle attuali spese militari, e l’incremento invece di quelle a scopi civili, perché “le armi uccidono anche se non vengono usate” (Dietrich Bonhoeffer).
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