«Murgolo ha diretto l'irruzione alla Diaz»
Improvviso cambio di fronte al processo in corso a Genova per l'irruzione alla scuola Diaz. Nel corso dell'udienza di ieri l'ex questore della città, Francesco Colucci, ha indicato in Lorenzo Murgolo, all'epoca dei fatti vicequestore vicario di Bologna e oggi al Sismi, il funzionario che coordinò l'irruzione degli agenti nella scuola occupata dai manifestanti. «Fu lui a coordinare l'operazione», ha detto Colucci riempiendo in questo modo un tassello rimasto finora vuoto. Le parole di Colucci, se confermate, hanno l'effetto di spostare l'attenzione processuale dagli agenti che attualmente si trovano sul banco degli imputati, e che devono rispondere dell'accusa di aver falsificato delle prove introducendo all'interno della scuola due bottiglie molotov in seguito attribuite ai manifestanti. Ma rende ancora più chiaro quanto sia difficile fare luce sulle responsabilità del massacro compiuto nella scuola del G8. In questi sei anni, infatti, l'identità di chi coordinò l'operazione non era mai emersa, anche se Colucci afferma di aver già fatto il nome di Murgolo in una audizione alle commissioni parlamentari. Sempre Colucci, però, non accusò Murgolo quando venne sentito dal pm.
Quello di Lorenzo Murgolo non è un nome nuovo nell'inchiesta sui fatti di Genova. L'ex vicequestore venne indicato come responsabile dell'ordine pubblico durante il G8 dall'allora vicecapo della polizia Ansoino Andreassi (la cui testimonianza al processo è prevista tra due settimane), e agli inizi dell'inchiesta fu tra gli indagati eccellenti, insieme a Francesco Gratteri, all'epoca capo dello Sco, al suo vice Gilberto Calderozzi e al dirigente della squadra mobile della Spezia Filippo Ferri. Accusato di concorso in lesioni e falso, Murgolo uscì però dall'inchiesta nel giugno del 2005, quando i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini chiesero e ottennero dal gip Lucia Vignale l'archiviazione della sua posizione. Le affermazioni di Colucci adesso lo ritirano in ballo e rischiano di mettere definitivamente la parola fine al processo, visto che è difficile infatti che, una volta archiviata la posizione di Murgolo si possano riaprire le indagini. Di sicuro le parole di Colucci nalleggeriscono la posizione di chi, Gratteri, Calderozzi, Luperi, Ferri, accusati di falso e calunnia per le molotov e difesi a spada tratta dai vertici della polizia. Nell'udienza di ieri Colucci ha comunque cambiato versione rispetto ad altre affermazioni fatte in passato ed caduto anche in contraddizione. E' successo a proposito delle famose bottiglie molotov. Colucci ha sostenuto di averne avuto notizia da Spartaco Mortola, allora dirigente della Digos a Genova, o da Giovanni Luperi, vice capo dell'Ucigos. Il difensore di quest'ultimo, però, ha dimostrato che il primo a chiamarlo fu Murgolo e che non ci furono telefonate di Mortola, mentre Luperi lo chiamò solo all'1,53.
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