Genova, sei anni dopo....
Sei anni....son già passati sei anni dal G8 di Genova, anni in cui la brava gente ha dimenticato tutto, forse solo riposto con noncuranza in qualche area nascosta del cervello quel che accadde in quei giorni, i filmati dei coglioni neri lasciati liberi di devastare Genova e le cariche su gente con le mani alzate e dipinte di bianco. Ha dimenticato le foto di pareti imbrattate di sangue, di denti per terra e di persone, esseri umani raggomitolati su sé stessi mentre le forze dell'ordine gli spiegavano le cose a manganellate, ha preferito eliminare dai propri ricordi ciò che non va d'accordo con quello in cui ci si ostina a credere, insiste pensando che non ci siano poliziotti o carabinieri che infieriscono su persone disarmate ed inermi solo per sfogare rabbia e frustrazioni varie, insiste nel credere che non ci si può avventare manganello alla mano contro persone con le mani alzate, si accanisce pensando che la fabbricazione di prove false sia solo un espediente da romanzo, sa per certo che le torture fisiche e psicologiche all'interno di una caserma sono cose che avvengono in quei paesi dove non esiste democrazia, gli stessi che stiamo contribuendo a portare sulla retta via con bombardamenti incontrollati ed amenità simili. Un discorso a parte merita la certezza più assoluta che un proiettile sparato verso il basso da una jeep possa cambiare traiettoria , andare verso l'alto per rimbalzare su un calcinaccio volante ed infilarsi nel cervello di un ragazzo che poi, giudizio unanime, “se l'è cercata!”. L'unica cosa che rimane è la certezza che a Genova v'erano solo “drogati, pezzenti, una massa di delinquenti” (tanto per citare un famoso giornalista), un mare di persone da sbattere in galera e buttare via la chiave, non importa che fossero uomini donne, bambini, giovani, vecchi di qualsiasi etnia, non importa capire contro che cosa si muovesse questa massa umana....no, queste cose ormai fanno parte del passato e come tali vanno dimenticate.
Venerdì 20 Luglio, sesto anniversario dell'omicidio....dell'incidente in cui perse la vita Carlo Giuliani, ero a Genova. Camminavo tranquillo con mia madre in un caldo ma sereno pomeriggio per poi girare un angolo e trovarmi di fronte credo una decina di carabinieri in assetto antisommossa. Ovviamente mi son preoccupato, non tanto per me quanto per mia madre, specialmente quando uno di loro, notando che avevo una maglietta di Amnesty ha messo la mano sull'impugnatura del manganello. Non so dove ho trovato la forza di distogliere lo sguardo e di continuare a camminare come se nulla fosse, facendo morire tutto, ma un dubbio m'è rimasto: se lo avessi guardato cosa avrebbe fatto? Mi avrebbe spiegato alcune cose sul posto, davanti a mia madre ed a vari passanti, oppure avrebbe preferito fare tutto con calma, magari a nella caserma Bolzaneto?
Per fortuna non tutti dimenticano, ed io sono felice di essere tra questi!
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