G8 Genova, 15 anni fa le violenze e la morte di Carlo Giuliani
Sono passati 15 anni eppure gli echi del G8 del 2001 a Genova non si spengono. Sono stati giorni di protesta e giorni di grande violenza, giorni in cui il movimento pacifico fatto di mille anime diverse eppure simili era diventata un'onda lunga infiltrata da rappresentanti del disordine, giorni in cui una parte di quelle forze dell'ordine votate alla difesa della Costituzione dimenticarono il loro mandato e la loro natura che li porta a difendere e non a offendere. Il G8 del 2001 è diventato simbolo di violenza e devastazione e morte sotto gli occhi del mondo.
Nessuno può dimenticare il corpo di Carlo Giuliani sull'asfalto, un ragazzo ucciso da una pallottola sparata dal carabiniere Mario Placanica, nessuno può dimenticare le vittime della caserma di Bolzaneto e della scuola Diaz: come un lungo film scorrono ancora davanti agli occhi le immagini di ragazzi picchiati, massacrati dai manganelli e dai calci, violati, umiliati. E nessuno potrà mai dimenticare il risultato dei processi con le condanne a funzionari di polizia e le polemiche per le loro promozioni, la prescrizione, i risarcimenti. Numeri extra ordinari: sette processi, un centinaio di imputati condannati tra cui i vertici della polizia nazionale e locale, oltre 300 udienze, 170 anni di reclusione comminati, otto pubblici ministeri impegnati, circa 120 avvocati per le difese e per le parti civili. E l'ultimo, in ordine di tempo, atto della giustizia: la Corte dei Conti che stima il danno patrimoniale e all'immagine dello Stato provocato dal comportamento della polizia in 12 milioni di euro.
E il vuoto normativo sulla tortura, una specie di reato il cui inserimento nel codice penale oggi, come ai tempi di quei processi, è richiesto a gran voce.
E Carlo Giuliani che morì in piazza Alimonda per un proiettile sparato dall'allora carabiniere Mario Placanica che venne indagato per omicidio e poi prosciolto per legittima difesa e uso legittimo delle armi, chi lo dimenticherà? "Il ricordo di mio figlio e il mio dolore sono un fatto privato - ha detto la madre di Carlo, Heidi Giuliani -. Ma non è privato il ricordo di quei giorni. Non continuiamo a dire: 'quanto è successo...' in quei giorni tutto è stato voluto, premeditato e forse qualcosa è sfuggito di mano. Il movimento con le sue mille anime diverse faceva paura, l'hanno voluto ricacciare indietro con la violenza". E sull'invito che il sindacato di polizia Coisp ha fatto a Placanica per intervenire a un convegno che si terrà a Genova a 15 anni da quegli eventi? "Sono fatti loro - ha detto Giuliani - Non abbiamo mai preso in considerazione un sindacato che rappresenta una manciata di agenti di polizia".
Quindici anni dopo, Genova ricorderà ancora una volta quei giorni terribili. Con i convegni organizzati dal Comitato piazza Carlo Giuliani, la musica, i fiori da portare al cippo di piazza Alimonda. E con le polemiche per il convegno del Coisp che ha per relatore Mario Placanica. Perché la violenza e il ricordo del G8 di Genova, nonostante i processi, le condanne, i risarcimenti, non sono e non potranno essere mai una 'questione chiusa'.
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