Acqua e luce: mai piu' senza
E' minuta, fragile. E dimostra forse più dei suoi 48 anni, buona parte dei quali spesi in giro per il mondo a servizio dei poveri come missionaria laica. Chiara Castellani – cui oggi, Festa della donna, Carlo Azeglio Ciampi assegna il titolo di ufficiale all’Ordine al merito della Repubblica italiana – è uno scricciolo di donna. Ma dentro ha un’energia incredibile, una forza e una determinazione che le hanno permesso di superare tante difficoltà incontrate nel suo lavoro di medico, prima in America latina e da una decina d’anni in Africa.
Chiara sta per dar forma a un sogno che lei e i suoi amici hanno a lungo accarezzato, il «Progetto lampadina»: portare acqua e luce all’ospedale di Kimbau, in Congo, che lei dirige nel fitto della foresta. Quel piccolo ospedale (130 posti letto che diventano 400 se i malati si stendono sulle stuoie per terra) è l’unico nel raggio di molti chilometri e serve oltre 150 mila persone.
La malaria è la malattia più diffusa in quella zona e colpisce moltissimi bambini: se tenete conto che per arrivare in ospedale i malati impiegano anche due o tre giorni di cammino, potete immaginare a quale situazione debbano far fronte ogni giorno questa coraggiosa dottoressa e i suoi collaboratori. Adesso, per fortuna, acqua e luce stanno per arrivare nelle corsie dell’ospedale di Kimbau, grazie ad una turbina che utilizzerà l’acqua di una cascata per creare energia. È un sogno che si realizza grazie alla solidarietà di tante persone.
Ma Chiara vuole ringraziare in particolare i suoi amici africani che l’hanno aiutata – testardi come sono – a sognare insieme, lungo tutti questi anni. «Da sola non sarei riuscita», confida Chiara che si definisce "passero con un’ala sola" da quando – era il 1992 – un brutto incidente automobilistico, capitatogli pochi mesi dopo il suo arrivo in Africa, l’ha privata del braccio destro. E c’è da crederle."
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