Kimbau

Vi racconto il nostro viaggio in jeep verso Kimbau

Abbiamo rischiato di capovolgerci nonostante la perizia dell'autista

Enormi camion portano di tutto e sono stracarichi di merce e di gente. Creano dei solchi che per le auto come la nostra sono solchi insormontabili.

31/08/05 mercoledi
On the road


A mezzogiorno, in attesa della Chiara, sono andato all'internet point per trasferire il diario alla Simona dell'Aifo e a Marescotti.

Mentre leggevo la posta ho ricevuto la chiamata della Chiara che era arrivata dalle suore diocesane e mi stava attendendo con Paolo. Mi sono subito recato da lei e li ci siamo conosciuti.

Abbiamo iniziato a parlare subito di ciò che c'è da fare e abbiamo preparato un programma di operatività per i prossimi giorni. Ci incontreremo domani mattina con il Vescovo per i diversi argomenti definiti alla mia partenza poi io e Paolo andremo in centro a Kinshasa per acquistare del vettovagliamento e soprattutto uno stabilizzatore di tensione perché a Kimbau il problema sono gli sbalzi di tensione del gruppo elettrogeno che danneggiano gli alimentatori dei computer e della radio.
Il Vescovo ha accettato d'incontrarci domani mattina alle 9.

I facchini hanno terminato di caricare il camion e l'hanno coperto con un telone. Spero che domani sia la volta buona della partenza. Spero anche che sia stato possibile caricare tutta la roba che era nel container, il cemento e i carburanti. Se non ci dovesse essere andata tutta la roba sarebbe necessario organizzare un altro trasporto.
La Chiara questa sera e domani sarà alloggiata dalle suore diocesane mentre Paolo sarà dalle suore della 5° Premiere.

01/09/05 giovedì

Questa mattina alle 9 Chiara, Paolo ed io siamo stati ricevuti dal Vescovo per illustrare la situazione che io ho conosciuto da Abbe Avelin. Esistono dei problemi per reperire un autista che sia anche meccanico per l'auto del CEI in uso a Paolo. Il Vescovo cercherà chi è disponibile e valido a ricoprire il ruolo. Intanto sarà l'Abbe Cirill che ci porterà a Kenge.

Poi abbiamo parlato di Kimbau e della logistica per i volontari che dovranno arrivare dall'Italia forse il prossimo mese. L'argomento si è rivelato un grosso problema perché in questi tempi a Kimbau non c'è nulla da mangiare e manca tutto. Con la prossima stagione delle piogge forse qualche frutto potrebbe apparire. La Chiara vive mangiando Scenill (bruchi arrostiti sul fuoco) e Fufu che è farina di manioca cotta nell'acqua.

Bisognerebbe trovare qualcuno che si occupasse solo della logistica e della cucina per queste persone. I volontari dovrebbero accettare di vivere per il periodo di permanenza o mangiare come Chiara oppure scatolame o cibi preparati da loro con alimenti portati da Kinshasa.
Praticamente dovranno essere autosufficienti.

Quando io e Paolo andremo a Kimbau si dovrà vedere se ci sono ancora le lenzuola e le zanzariere perché sembra che qualche cosa sia sparita.

Si è parlato delle apparecchiature radiologiche e dei pannelli solari da installare a Kenge. Domenica dovremo affrontare questo argomento con Chiara e il Direttore dell'ospedale.

Ho sottoposto al Vescovo poi il problema del trasporto a Kimbau dei materiali del container, perché prima di entrare in riunione Abbe Avelin mi ha informato che con il camion caricato ieri sono partiti 50 sacchi di cemento, i quadri elettrici e parte dei materiali del container. Non è partita neanche una goccia di carburante nonostante le insistenze di Chiara. Non c'era posto.

Domani su ordine del Vescovo organizzerò un altro carico con il rimanente cemento, il carburante e il rimanente materiale del container rimasto a Kinshasa.

Il Vescovo poi mi ha incaricato di organizzare un incontro con il dott. Bassetto il 12 o 13 settembre 2005 per ringraziarlo della disponibilità sempre gratuita della Parisi-Elettrobeton.

Nel pomeriggio sono andato in un supermercato per acquistare dei generi alimentari per i nostri prossimi giorni a Kimbau. Ho acquistato uno stabilizzatore da 1000 W per la Chiara, è costato 60 dollari.
Oggi stavamo andando a prendere dei generi alimentari quando l'Abbe Cirill che guidava si è fermato per parlare con un amico lasciando il vetro dl finestrino abbassato e il telefonino sul sedile. Paolo era seduto davanti e ha visto un tizio che allungava la mano e prendeva il telefonino; a questo punto Paolo ha iniziato ad urlare e l'Abbe Cirill capita la situazione è corso dietro al ladro finché questo ho gettato in terra il maltolto.

2/9/05 venerdì

Incontro di Chiara, Paolo ed io con Abbe Avelin. Si è parlato dei due progetti AIFO il primo per la Centrale Idroelettrica e il secondo denominato Progetto Infanzia. Sembra che il denaro per gli stipendi di marzo e aprile sia insufficiente e quindi gli stipendi non sono stati pagati perché gli operai si sono rifiutati di ritirarli. Vedrò cosa si può fare e se la voce è vera.

Siamo poi stati da Ing. Avuta che ci ha spiegato come collegare la radio a Kenge. Abbe Cirill gli ha già anticipato 330 $ per la scheda guasta con regolare fattura poi gli dovrà dare altri 70 $ per il trasporto. Sarà mia cura rimborsare Abbe Cirill di tasca mia.

A mezzogiorno sono stato dalle Suore, dove dorme Paolo, per mangiare e per la prima volta in vita mia ho mangiato il Fufu e la Ciaka. Rispetto a come l'avevano descritta è una cosa accettabile.
Abbiamo terminato di fare provviste e gasolio (mazout) anche per il ritorno. Qui la benzina e il gasolio costano oggi 436 FC al litro con il cambio a 460 FC per 1 $. A conti fatti costa 0,79 euro al litro quindi rispetto all'Italia è molto conveniente.
Abbiamo anche acquistato del petrolio per le lampade.

3/9/05 sabato

Alle 7.20 questa mattina siamo partiti per Kenge. Il viaggio è stato a dir poco avventuroso. Non mi sarei mai aspettato - nonostante lo avessero detto - che fosse cosi impegnativo.
La strada per andare a Kenge è quella che passa davanti all'aereoporto di Kinshasa e per 133 Km è ottima, ossia finoa Bankana. Da quel momento inizia la pista sabbiosa. Enormi camion portano di tutto e sono stracarichi di merce e di gente. Creano dei solchi che per le auto come la nostra sono solchi insormontabili. Per evitare questi enormi solchi l'autista deve capire quale pista prendere ed eventualmente inventarne una in mezzo alla savana. E deve fare ciò fino a Kenge.

La nostra auto è un Defender della Land Rover e porta da 6 a 10 persone. Noi eravamo in 5 più 2 bambini che non ho ben capito di chi fossero ma che Paolo conosceva molto bene. Lo spazio rimanente era stipato di carburante, valigie e generi alimentari. Il carburante anche se ben sigillato faceva un puzza che ci obbligava a tenere i finestrini aperti; quindi la sabbia che è finissima entrava all'interno e ci ha praticamente avvolto per gli altri ulteriori 139 Km.

Appena iniziate le piste abbiamo rischiato, nonostante la perizia di Abbe Cirill, di capovolgerci. L'auto si è inclinata e insabbiata su una duna e io, che ero dalla parte alta, ho avuto molta paura perché se uscivo sbilanciavo ancora di più il veicolo e dalla parte bassa c'era Paolo e la Chiara. L'autista è precipitosamente uscito e con la pala: ha iniziato a togliere sabbia da sotto le ruote della mia parte per portare il veicolo a livello. Poi è arrivato uno dei soliti camion e ci ha dato una mano spalando sabbia e finalmente siamo usciti.

Lì ho avuto veramente paura e ho capito l'incidente della Chiara dove ha perso il braccio sinistro. Deve essere stata una cosa terribile.

Tutto ciò che si vede nella vita serve d'insegnamento e proprio in quella strada ho imparato la grande solidarietà umana che esiste in questo paese. Infatti, qualsiasi cosa ti succeda, si trovano persone che ti indicano percorsi e ti danno una mano.

Ci sono anche quelli che ti chiedono da bere o da mangiare perché hanno terminato le scorte. Si vedono spesso camion fermi, sempre stracarichi con decine di persone sopra che attendono pazientemente che l'autista e qualche volontario stesi sotto il mezzo riparino trasmissione, pneumatici ecc.

A Kenge funzionano i cellulari che sono una grande comodità. Ma durante il percorso non si è coperti.

La sorpresa però è che a 227 Km dalla partenza c'è un villaggio dove i cellulari prendono anche se non c'è l'antenna. Forse è a grazie a fenomeni di rifrazione. Infatti se si entra fra le capanne di fango e vicino al gabinetto del villaggio, in un piccolo spazio, i cellulari sono coperti! La cosa buffa è che in quello spazio piccolo si vedono i viaggiatori, che conoscono il posto, fra le capanne che telefonano.

Dopo 262 Km si supera il ponte sul fiume Wamba. Infine, dopo 272 Km, alle ore 16, siamo arrivati alla diocesi di Kenge.

Mai arrivo fu da me più desiderato.

L'accoglienza è stata ottima. Diverse persone ci aspettavano, fra cui Papà Mbelo, l'ing. Kaunghu (attesa forse interessata perché aspettava lo stipendio) e tanti altri. Abbiamo pranzato all'italiana con spaghetti e carne ristorandoci egregiamente.

Ho bevuto dell'acqua che nonostante fosse bollita sapeva di fango, chissà da dove veniva.

Successivamente abbiamo installato la radio che era stata riparata dall'ing. Avuta. Purtroppo non funziona. Per 10 minuti sembrava andasse bene poi ha iniziato con i cosiddetti "reset" che erano i guasti che presentava in precedenza. Le batterie sono buone ma ho anche capito che qui è facile sbagliare polarità perché si usano fili volanti senza diodi di protezione. Ho chiamato le mie figlie con il cellulare che qui funziona benissimo, peccato che esiste il problema della carica delle batterie.

Per la prima volta ho dormito sotto la zanzariera. Dopo cena abbiamo accompagnato la Chiara in un convento di suore nel buio più totale. A farci strada avevamo una piccola lampada portatile.

4/9/05 domenica

Questa mattina, dopo la messa celebrata dall'Abbè Cirill, abbiamo incontrato l'AG Brigadier che ci ha confermato che non ha fatture o ricevute in sospeso e che praticamente lui ha lavorato per Aifo fino alla fine di settembre. Con i soldi che gli erano anticipati per le sue prestazioni di contabile si è dichiarato soddisfatto e ci ha firmato regolare ricevuta. Dal 1° ottobre 2004 è terminata definitivamente la sua collaborazione con Aifo e Diocesi.

La Chiara mi ha portato poi all'Ospedale di Kenge dove con il dr. Pierre Wadigesila, direttore dell'ospedale, abbiamo parlato delle eventuali localizzazioni delle radiologiche. Gli spazi che loro avevano progettato sono insufficienti per poter far muovere all'interno dei locali delle barelle. Quindi il direttore ha accettato i nostri suggerimenti, dati sulla falsariga dei locali dove erano alloggiate le radiologiche ad Adria e donate dalla Regione Veneto.
L'ideale sarebbe costruire un nuovo edificio ma, mancando i fondi, si è deciso di adattare i locali della vecchia maternità, ora usati come sale di degenza. Abbiamo fatto insieme un disegno di massima che durante questa settimana verrà messo in scala prevedendo un locale attesa, un ambulatorio, il locale radiologia e un locale sviluppo lastre. Si è deciso d'installare per ora solo la Radiologica 2 ossia quella macchina che fa radiologia e scopia mentre l'altra verrà installata nei nuovi locali che verranno costruiti se si troveranno i fondi.

Esiste un grosso problema che è quello dei trasporti. Io sarei dell'idea (e Chiara è d'accordo) di portare il container sigillato da Matadi a Kenge ma le strade non permettono transiti di container. Le merci qui arrivano caricate alla rinfusa su camion vecchissimi che sopportano strade disastrate. Chiunque, per venire qui, non impiega mezzi moderni o nuovi perché si distruggerebbero in breve tempo. Ecco un'altra ragione perché ci sono tanti camion guasti per la strada.

In questi giorni sto vivendo a diretto contatto con la Chiara e dico che è una persona straordinaria perché, nonostante sia un po' debole, è continuamente un vulcano di idee che vorrebbe poi metterle in pratica subito. Ha poi al suo fianco Paolo Moro che, essendo un logista, è molto pratico e realista. Quindi si scontrano continuamente. Ma lo fanno con un rispetto che a volte fa piacere assistere ai loro continui battibecchi. Debbo dire però che alla fine l'ha quasi sempre vinta la Chiara, oppure accade che si rendono conto, dopo queste discussioni, che la pensavano allo stesso modo.
Siamo andati anche alla farmacia dell'ospedale e, vista l'ora tarda, abbiamo deciso di partire domani mattina presto per Kimbau.

Siamo stati poi da Papa Tanfumu che gestisce il Progetto Scuola. Ha tutte le ricevute e i riepilogativi delle borse di studio date. Solo una piccola parte del denaro (1400 $) non è stato distribuito, ma lo ha in cassa, perché il denaro viene dato ai professori e agli alunni che completano l'anno scolastico e alcuni non l'hanno ancora ritirato. Lunedì prossimo iniziano le scuole e il rimanente denaro verrà distribuito.

Venerdì al mio ritorno a Kenge mi darà copia dei riepilogativi del 2004. Con Chiara si decide di lasciare le ricevute singole a Papa Tanfumu essendo tantissime

5/9/05 lunedì

Alle ore 7.30 si parte per Kimbau, con Chiara. Insieme a lei e a me c'è Paolo, l'Aabbè Cyrill e l'ing. Kaunghu.
Dopo 23 Km incontriamo, fermo sulla strada, il camion che avrebbe dovuto portare il cemento e i carburanti a Kimbau. E' lì da 10 giorni circa per un guasto. Forse oggi a Kinshasa il proprietario acquistava il cuscinetto di ricambio. Non si sa quando arriverà. Non ho notizie del camion partito giovedì con i quadri e parte dei materiali del container. Alle 12 arriviamo a Kimbau dopo 147 Km.

Nel pomeriggio attiviamo la posta elettronica di Chiara e scarichiamo le e-mail. Il sistema di trasmissione è identico a quello che c'è nella diocesi e che abbiamo portato da Kinshasa ma che riporteremo all'ing. Avuta perché non funziona. Molto brevemente il sistema è una radio composta da tre elementi interconnessi fra loro e al computer. Usa un programma di interconnessione con il server che si chiama UUPLUS e scarica i messaggi su Outlook Express. La radio per l'e-mail trasmette e riceve sulla frequenza 6604 LSB. Serve solo per la posta e non è possibile usare Explorer per navigare in internet. Non so quale sia la velocità di trasmissione e ricezione ma la cosa sicura è che lentissima.
Il carburatore del GE dovrà essere pulito perché gli è stata messa benzina sporchissima.

6/9/05 martedì

Oggi ho iniziato con l'ing. Kahungu e Mr. Odon la visita al cantiere per poter fare il punto della situazione e riferire lo stato dei lavori ad Aifo.

La visita ha seguito il percorso dell'acqua. E' cioè iniziata dall'opera di presa che è in una zona magnifica e selvaggia, assomigliante molto ai luoghi più belli delle piccole vallate dolomitiche.

La diga e l'opera di presa sono terminate mentre è da completare con circa 8 metri cubi di cemento il dissabbiatore. Anche lo scarico di fondo è terminato ma manca il pozzetto di protezione della valvola di fondo. Si vedano le foto che ho scattato.

Manca cemento, sabbia e ghiaia (masson fatto a mano); la sabbia manca perché manca il mazout (ossia il gasolio) per andare alla cava mentre per la ghiaia sarà da reimpiantare il cantiere di produzione fornendo agli operai dei martelli; in più la ghiaia va pagata in contanti.

Proseguendo si giunge alla vasca di adduzione di acqua alla condotta forzata. E' quasi terminata, è completa di porta d'accesso e di scaletta interna, manca soltanto la soletta di copertura. Si veda la foto.

Nella vasca di carico vi è la presa per il locale pompe acqua che è attiguo. Nel locale pompe l'impianto idraulico e l'edificio sono completati manca l'impianto elettrico e il relativo quadro.
La sala pompe ha 3 uscite: la prima grossa per l'acquedotto Ospedale, la 2° piccola va alla casa del guardiano mentre la terza servirà per l'abbeveraggio degli animali. Le prese all'esterno non sono completate per mancanza di materiali idraulici.
Infine troviamo il locale centrale idroelettrica. E' nelle medesime condizioni in cui l'ha lasciata l'ing Bovolo e come è stata vista dall'ing. Cavion. Manca il tetto, manca il pavimento, è da terminare la gettata di sostegno della turbina. Mancano gli infissi. All'esterno, protetto da un telo di plastica, c'è l'armadio di comando della turbina e il trasformatore elevatore.
Sono stati posati tutti pali della linea elettrica tranne l'ultimo attiguo alla cabina dell'ospedale.
Nel magazzino della centrale c'è un quadro MT a 2 scomparti al cui interno sono posati i sezionatori di linea aerea e uno scomparto di partenza della linea con i relè di protezione.
Nel magazzino ci sono diversi attrezzi e molte tavole di legno per costruire gli infissi.
C'è pure un grosso gruppo elettrogeno con la batteria fuori uso. La batteria è stata messa fuori uso dall'elettricista perché credeva che, invece di aggiungere acqua, si dovesse aggiungere acido.

Poi: visita all'Ospedale. La torre acquedotto è quasi completata, il serbatoio è stato tutto raschiato e carteggiato ma poi è mancata la vernice per pitturarlo. Il tubo di arrivo è già connesso al serbatoio e a circa 6 metri dal sostegno c'è la valvola d'intercettazione. Mancando il cemento manca il pozzetto di protezione della valvola. Il tubo è da 50 mm., non è a piombo perché mancano le curve. Vedi foto.
Le uscite dal serbatoio sono 3, una di fondo, una da 90 mm al villaggio con valvola e una da 50 mm con valvola all'Ospedale. Le due valvole sono interrate perché manca il cemento per fare i pozzetti. Non è stato ancora fatto il troppo pieno perché mancano i materiali. Il tubo per l'Ospedale arriva alla sinistra dell'edificio Ingresso Principale dove dovrebbe essere piazzato uno sterilizzatore.

Dallo sterilizzatore partiranno due tubi uno da 25 mm e da 32 che distribuiscono l'acqua all'Ospedale. Vedi foto.
Si è iniziato a predisporre l'edificio per la cabina di trasformazione dell'Ospedale ed è stata posata la maglia di terra della cabina MT. I lavori sono bloccati per la solita mancanza di cemento.

Nel pomeriggio ho consegnato al Diacono Charles il denaro degli stipendi di maggio e giugno.

In serata sono stato con la Chiara a scrivere delle e-mail.
Mi preme raccontare come avviene tutto ciò. Nella parrocchia c'è un locale che sarebbe dovuto servire come cucina ma il cuoco, non conoscendo come operare con un fornello a gas, ha preferito continuare ad usare la sporca e puzzolente vecchia cucina. La nuova cucina è stata utilizzata quindi dalla Chiara dove ha installato la radio trasmittente, uguale a quella della Diocesi, e il computer per la posta elettronica. Il locale è sopraelevato dal terreno di tre gradini. L'alimentazione elettrica avviene tramite gruppo elettrogeno Yamaka alimentato a benzina in buono stato. Ieri io l'ho messo distante dal locale perché il rumore è assordante. La Chiara dovendo scrivere molte e-mail lo mette sui gradini davanti alla porta con il tubo di scappamento rivolto verso l'esterno e le finestre aperte. Non riesce a spostarlo perché il gruppo abbastanza pesante; non lo può lasciar fuori dal locale perché potrebbe essere rubato. Il risultato è che dentro il locale c'è puzza per i gas di scarico e un rumore assordante pazzesco perché rimbomba tutto. Sarà mio compito provvedere, una volta rientrato in Italia; vorrei procurarle un impianto fotovoltaico di almeno 1,5 kW perché così attualmente impossibile lavorare in questo modo.

Note: Vuoi vedere le foto?
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