Saponi al mercurio per sbiancare la pelle degli africani: "Stop!"
http://www.radiovaticana.org/radiogiornale/ore14/2007/luglio/07_07_29.htm - 29 luglio 2007
Cosmetici tossici importati dall’Europa e pubblicizzati come sbiancanti della pelle. Succede nella Repubblica Democratica del Congo. A dare l’allarme Chiara Castellani, medico italiano impegnato nel Paese africano da più di 15 anni, che ha lanciato una campagna contro il commercio dei prodotti incriminati dal titolo “Nero è bello”. Ma come si è saputo della tossicità di questi saponi? Giovanni Augello lo ha chiesto a Chiara Castellani.
R. – Io avevo letto una piccolo articolo sul giornale in inglese di un altro Paese africano. Questo articolo era una denuncia pesante contro i fabbricanti europei di sapone al mercurio che, resisi conto che era stato proibito in Europa, l’hanno scaricato sull’Africa che viene considerata ancora 'pattumiera' del mondo.
D. – Perché sono tossici questi cosmetici?
R. – Questi saponi contengono due, tre per cento di mercurio. La tossicità del mercurio è stata dimostrata almeno una ventina di anni fa in Giappone, a causa di un epidemia di lesioni neurologiche a causa dell’intossicazione cronica da mercurio durante la gravidanza; mi sono trovata con donne incinte che usavano il sapone a mercurio.
D. – Nella campagna però denunciate un problema ancora più grave?
R. – C’è una cosa ancora più criminale, che per poter dare impulso al marketing di un prodotto scartato in Europa, si sottolinea in modo più o meno velato che il sapone al mercurio schiarisce la pelle. Bisogna fare attenzione proprio a questo tipo di propaganda perché sottilmente vorrebbe ridimostrare quello che per fortuna siamo riusciti piano piano a combattere a livello mondiale. La supposta superiorità della razza bianca, qualcuno vuole ancora tirarla fuori con metodi di marketing.
D. – La gente è a conoscenza della tossicità di questi prodotti?
R. – Tutti i saponi al mercurio che sono passati nelle mie mani, sono scritti in inglese per cui è in inglese che c’è scritto “poison”, veleno, e nessuno sa che è velenoso ed è secondo me un altro crimine il fatto di scrivere in una lingua che la gente non sa capire.
D. – Quali fasce di popolazione sta coinvolgendo questo fenomeno?
R. – Non solo i giovani, ma i giovani che hanno studiato e che sono molto più esposti ai media. A Kinshasa vedi dappertutto la pubblicità con questa donna bellissima di pelle chiara, è come la propaganda della Nestlé con il bambino grasso e bello che fa credere che il latte Nestlé sia meglio del latte materno. E’ il marketing che impone un prodotto nocivo, lo impone sulla base di una propaganda che invia un messaggio che pensava appartenesse ad un passato di razzismo e di colonialismo e invece si intrufola ancora.
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