Per il diritto di sognare dei più giovani e dei malati di AIDS in Congo
impervia. Io scendo dalla moto e monto a piedi. Jean Marie resta bloccato. Il disco della frizione è partito, la prima non entra più.
C'é un villaggio poco lontano, ci aiutano a spingere la moto fino alla cima. Ma poi non c'è verso di continuare.
E' scesa l'oscurità, bruscamente come sempre in Africa. Troviamo il pezzo di ricambio ma bisogna aprire la moto domani. Troviamo posto per dormire in una capanna di paglia e terra rossa. Parliamo con i bambini per conoscere il nome del villaggio. E' Mitini Tanu «cinque paletti», quelli con cui qui sono costruite le case, e guardando le dimensioni del villaggio ammetto che il nome è azzeccato. Associo il nome a quello del villaggio natale di Martin Fayulu, il mancato presidente della repubblica, per il quale secondo i sondaggi della CENCO avrebbe votato più del 60% della popolazione. «Ma qui a Mitini Tanu tutti abbiamo
votato per lui » ci dice il giovane padre che ci ha ospitato. Lo credo: il parroco di Ngi che come tutti i parroci del Congo è stato
osservatore alle elezioni, ci ha detto oggi che a Ngi, su 642 votanti, 641 hanno votato Fayulu, l'ultimo è stato un voto nullo (errore nella manipolazione delle famigerate macchine per votare?)
Ma dovevo vivere l'avventura della panne del disco della frizione per scoprire che Martin Fayulu è nato a qualche km dal nostro ospedale di Kingala Matela, in una fattoria alla periferia di Mitini Tanu. Ma forse, se è nato dopo il 1961 e la sua famiglia aveva mezzi, è nato nel piccolo ospedale che allora era maternità gestita dalle suore di Santa Maria di Namur che hanno fondato la nostra più valida struttura sanitaria.
Mi dicono che anche a Kikwit la percentuale dei votanti per Fayulu ha rasentato il 99%. Capisco allora perché i soli morti di questo post elezioni sono state nella più grande città del Kwilu e non nell'Est. Capisco perché i giovani di Kikwit si sono rivoltati lo scorso 10 gennaio!
Anche a Fatundu, dove arriviamo solo la domenica mattina, dopo aver riparato il disco e passato la notte a Kingala Matela, la gente è scontenta: da stanotte la CENI ha confermato che il Presidente è Tshisekedi, non si è voluto accettare il nuovo conteggio. Ma noi continuiamo il viaggio, Bandundu è ancora lontana e vogliamo arrivare stasera.
Domani saranno troppi i posti di blocco e abbiamo finito tutti i soldi.
Sociale.network