Chiara Castellani incontra Papa Francesco
Intervista di Laura Tussi a Chiara Castellani
Lavoro in Congo dal 15 giugno 1991 come medico missionaria laica "fidei Donum". Non è quindi volontariato, è una intera vita in Africa, 30 anni di Congo.
L'Ambasciatore ucciso Luca Attanasio era un amico. Da quando è stato ammazzato, sto cercando di rendergli giustizia che non significa, per chi crede fino in fondo nella nonviolenza come ci credo io, cercare vendetta, ma dare respiro più ampio a un'informazione finalmente corretta sull'Africa e sul Congo. Un Paese dove la gente non solo non è violenta come la dipingono i media, ma che sta facendo della protesta nonviolenta, il solo metodo di lotta per costruire una reale democrazia ed uno Stato di diritto.
La sola Persona che condivide con Luca e con me questa visione positiva del Congo e delle sue grandi potenzialità umane è il Papa. Ho esplorato canali vicini al Vaticano e finalmente sono riuscita a ottenere un appuntamento. Al Papa ho detto che in Congo vive un popolo non violento che ha enormi potenzialità, capace di costruire una vera democrazia.
Considerate le importanti e forti prese di posizione di Papa Francesco relative ai temi della pace, dell’ambiente, del disarmo nucleare, della giustizia sociale, prova a raccontarci questo importante incontro.
Grazie Laura per avermi posto questa complessa domanda. Questa è la mia battaglia di una intera vita! Ed è vero che in tutti questi temi che hanno ispirato 40 anni di professione e di quella che chiamerò "militanza missionaria" mi sono trovata finalmente, da credente"della sinistra ecumenica" in Sintonia totale con Papa Francesco.
Pace: perché non c'é pace in Congo? "Una guerra inventata" dice la mia collega e amica Suzanne Diku. La guerra all'Est del Congo è stata creata ad arte, spacciata per guerra civile ed etnica dagli interessi delle transnazionali. Perché è in realtà una guerra "economica" dove 5 milioni di morti quasi esclusivamente civili sono stati il prezzo incommensurabile per estrarre a costi infimi, saccheggiare e sfruttare le materie prime. La guerra del contrabbando del coltan, della bauxite e del cobalto. Per produrre a prezzo irrisorio i telefonini e le auto elettriche e poi commercializzarle a prezzi decine di volte più alti, con guadagni scandalosi.
Ambiente: Auto elettriche le considerano auto ecologiche ma... con enormi costi ecologici e umani per il Congo. Perché quel giovane, spesso ancora bambino, quel piccolo schiavo che minacciato da un militare di un cosiddetto "esercito di liberazione" armato e senza scrupoli nell'uccidere, estrae materiali altamente radioattivi con le mani nude... se non morirà ora ucciso da un'arma da fuoco, da un machete o cadendo in un cunicolo, morirà fra qualche anno di una leucemia o di un carcinoma. Poi se muore un italiano tutti si stracciano le vesti. Quell'Italiano aveva denunciato le miniere a cielo scoperto e i bambini minatori-schiavi.
Intanto il parco Virunga naturale diventa teatro di massacri. E dove muoiono esseri umani, sempre civili, chi può aver pietà di elefanti e gorilla, specie a rischio di estinzione che un Paese che non sa difendere i propri cittadini né un Ambasciatore straniero ancor meno saprà difendere i suoi animali?
Disarmo nucleare. Dove sono le riserve mondiali dell'uranio? In Congo!
Da dove è uscito l'uranio di Hiroshima? Dal Congo. Il Congo va balcanizzato per questo? Temo che sia questo il vero disegno delle grandi potenze, quel disegno criminale di cui tutti siamo complici e che Luca, fotografando le fosse comuni di cadaveri decapitati di civili, voleva denunciare. Luca era un documentarista, ma troppo scomodo per chi vuole "balcanizzare" il Congo per saccheggiarlo meglio.
Giustizia sociale. Per molti anni il titolo delle mie conferenze è stato "non c'é solidarietà senza giustizia". Finché un'amica sindacalista dei sem tierra mi ha "completato" dicendo "non c'é
solidarietà senza reciprocità. Anche Paolo VI diceva "non si può dare per carità ciò che si deve per giustizia". Giustizia sociale e distributiva in un Paese dove un 5% straricco domina un 70% che vive sotto la soglia di povertà.
Ma Papa Francesco è andato oltre la giustizia e il diritto parlando di "promozione umana integrale" e indirizzandomi al Dicastero che lui stesso fondò "motu proprio" nel 2016. Sto preparando quel nuovo incontro. Voluto da lui, da Papa Francesco.
In merito alla vostra conversazione, quali minacce a livello globale, secondo la “promozione umana integrale” di cui parla Papa Francesco, emergeranno in futuro?
Il Congo è un Paese in cui i giovani, gli studenti, tutta la società civile vive un fermento di presa di coscienza dei propri diritti umani fondamentali. Un Paese in cui la base è fortemente impegnata a costruire una vera democrazia ed uno stato di Diritto. Con i metodi della nonviolenza, che non sempre purtroppo vengono corrisposti dalla nonviolenza dell'avversario. Al contrario, le manifestazioni nonviolente che hanno consentito, fra il 2016 e il 2017, di far rispettare al governo la scadenza elettorale, benché partissero dalla chiesa dopo il culto con cortei armati solo con croci sono state soffocate nel sangue. La lotta non violenta fa versare solo il proprio sangue, ovunque: Gandhi e Nelson Mandela ne sono stati oltre che artefici prime vittime. Così in Congo dove ogni anno viene ricordata la "Strage dei Cristiani" del 16 febbraio 1992 a cui ogni anno se ne aggiungono altre. Come quella di quasi 30 anni fa, tutte di stampo politico, contro civili in genere studenti dimostranti in modo pacifico.
Ben diverse dalle stragi nell'Est, giornaliere e sempre a spese di civili, di stampo che definirei terroristico e che hanno provocato oltre 5 milioni di morti. Eppure la lotta nonviolenta non è una battaglia contro i mulini a vento: a lungo termine la Storia ha dimostrato che è vincente.
Ma questa crescita della società civile nella coscienza del diritto e nella partecipazione politica è scomoda per chi vorrebbe mantenere il Congo terreno di saccheggio delle risorse minerarie di interesse strategico. Il potenziale umano di una gioventù che vuole crescere diviene una sfida esplosiva verso lo strapotere delle multinazionali.
Come Papa Francesco ha intenzione di aiutarti rispetto alle sfide del terzo millennio elencate, che incombono sul Congo, ma anche su tutta l’umanità martoriata?
Aldilà dei millennium goals dell'Agenda ONU 2030: l'intreccio tra minaccia nucleare e militare, ecologica e climatica e della disuguaglianza e delle oppressioni sociali, quali sono le gravi sfide globali del terzo millennio? Le deduciamo dall'agenda ONU 2030: gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Porre fine alla povertà estrema. Combattere le disuguaglianze e le ingiustizie. Contrastare il cambiamento climatico.
Prenderò soprattutto quegli obiettivi importanti per il futuro del Congo e dell'Africa, quelli che richiedono la cooperazione tra governi, organizzazioni internazionali e leader mondiali. Fra cui il Papa, per il prestigio che assume, anche in previsione del G20.
Obiettivo 1: Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.
Soprattutto eliminare la povertà estrema, quella che chiamerei miseria e che fa perdere persino la propria umana dignità. In Congo 70% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. E soprattutto il numero di persone che vive sotto la soglia della povertà aumenta ogni giorno. Come può aiutarci il Papa? Garantendo sostegno politico a chi dall'interno del Congo sta combattendo le cause sociali della povertà e quindi la disuguaglianza e l'ingiustizia distributiva, in un paese che si contraddistingue per l'enorme baratro economico che separa una striminzita oligarchia privilegiata che grazie alla detenzione del potere politico si automantiene scandalosamente ricca e le masse rurali tremendamente povere, prive di tutto.
Obiettivo 2: Fame zero. Che significa: sicurezza alimentare, migliore nutrizione e promozione di un’agricoltura sostenibile. Anche in Congo si risentono i cambiamenti del microclima che provocano la crescente desertificazione. Soprattutto nel sud del Paese si sta incrementando
la percentuale di persone che soffre della malnutrizione se non letteralmente della fame. La desertificazione è accelerata dai cosiddetti "fuochi della savana", diretti a conquistare alla residua foresta nuove terre coltivabili attraverso gli incendi boschivi. Nella Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2019, Papa Francesco ha sottolineato la centralità del diritto al cibo in un messaggio alla Fao evidenziando come sia crudele che ci sia cibo per tutti e si "butti via" e auspicando a un ritorno alla semplicità e alla sobrietà negli stili di vita per coltivare un rapporto sano con noi stessi, i fratelli e l’ambiente. Cibo ed ambiente quindi sono strettamente correlati, soprattutto laddove il riscaldamento del Pianeta sta creando fragilità critiche nell'ecosistema. Il pontefice lo sa, ha promosso una campagna su questo tema (cibo per tutti una sola famiglia umana), ma spetta anche alle popolazioni locali l'assunzione di metodi di coltivazione sostenibili. A breve termine meno redditizi, e forse per questo serve aiuto! Per aiutare i poveri a non vivere "alla giornata" (quello che coltiverò, produrrò, mangerò adesso, in questi mesi) ma a riconquistarsi orizzonti aperti anche ad uno sviluppo umano integrale ecosostenibile. Significa restituire la capacità di guardare con lungimiranza al futuro. Impossibile per chi HA FAME OGGI!
Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. E' il mio lavoro, da sempre (non dai 40 anni di laurea celebrati a breve, ma da quella bambina di 7 anni che sognava di diventare medico per andare a lavorare in Africa. Cosa è cambiato da quel sogno? La crescita anche da parte mia della COSCIENZA DEL DIRITTO, anche perché ho avuto il privilegio di studiare medicina negli anni che seguirono la Conferenza di Alma Ata ("salute per tutti entro l'anno 2000") quando anche l'Italia si dotò di una Riforma Sanitaria che si poneva questo obiettivo. E' un obiettivo molto più politico che sanitario, ma che come medico ho fatto, in quegli anni, e in Nicaragua ai tempi della Rivoluzione Sandinista, il MIO obiettivo.
Se l'Agenda ONU 2030 lo ripropone, è perché non si è saputo realizzarlo, ma come già detto anteriormente, i diritti negati diventano diritti gridati e poi strappati con metodi non violenti, in
cui la presa di coscienza è il primo e permanente. Ho raccontato al Papa come grazie alla formazione ho visto questo popolo crescere nella Coscienza del Diritto. E anche io, con l'insegnamento nelle scuole infermieri, fucina di Diritto alla Salute, ho dato il mio piccolo
contributo. Il Papa contribuirà aiutando a far studiare chi vuol crescere in questa presa di coscienza.
Obiettivo 4: Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti. La prima urgenza è raggiungere l’istruzione elementare universale: completare il ciclo degli studi della scuola primaria, vincere l'analfabetismo che limita la capacità alla partecipazione alla cosa pubblica. Perché anche qui il problema non è tecnico ma politico. Già molto è cambiato rispetto a un recente passato in cui la scuola primaria era a tutta a pagamento, senza eccezione per le prime classi, escludendo quindi di fatto i più poveri dall'istruzione. E quando non ci sono soldi a sufficienza per far studiare i propri figli, sono le ragazze le prime a restare a casa, secondo una discriminante che per il Kwango e il Kwilu non è puramente di genere ma è soprattutto economica: dove si vive ancora alla giornata, senza lungimiranza per il futuro, la ragazzina che resta a casa non è solo risparmio su una retta scolastica ma anche e soprattutto aiuto al lavoro domestico.
Da quando la banca mondiale paga gli insegnanti, i primi tre anni di primaria sono gratuiti, e abbiamo "classi cinesi", con assoluta parità di genere nell'accesso allo studio. Ma al Papa ho raccontato come è importante far studiare le ragazze a livello superiore e universitario. Rita Levi Montalcini ci aiutò in questo progetto, e anche il Papa ci aiuterà.
Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze. Il Congo è un paese in cui le donne stanno conquistandosi spazi anche nel mondo politico. La discriminante nell'accesso agli studi è come detto puramente economica. Accesso agli studi significa possibilità di carriera, e lo sto vivendo: le ragazze che abbiamo sostenuto agli studi, molte diventate donne, sono diventate dei quadri anche con alti livelli di responsabilità. E' donna l'attuale direttore dell'Ospedale di Kimbau. Se le donne diventano quadri sanitari, il diritto alla salute viene garantito ai più poveri.
Mentre Ruth Nguba e Bela Nzusi sono entrate nel parlamento provinciale del Kwango, ministero della salute, con la Ministra Lamama. Anche questo aiuterà il Kwango a garantire il diritto alla salute.
Mentre nel Kwilu oggi 27 giugno le donne hanno manifestato per la non rappresentanza femminile nell'Assemblea provinciale. Le elezioni verranno rifatte: la loro protesta indignata ha ottenuto risposta.
Eppure era una protesta non violenta. Di donne. Che ci dimostrano che INSIEME SI PUO'.
Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
Obiettivo 7: Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.
Obiettivo 9: Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
Obiettivo 10: Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni.
Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.
Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Obiettivo 16: Pace, giustizia e istituzioni forti.
Obiettivo 17: Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.
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