Campagna Kossovo

Nel loro incontro a Sarajevo, l’8 febbraio, i leader delle comunità religiose kossovare hanno emesso la seguente dichiarazione:

DICHIARAZIONE DI COMUNE IMPEGNO MORALE

Sarajevo, 8 febbraio 2000

Noi, leaders religiosi delle comunità religiose tradizionali del Kossovo, la Comunità Islamica, La Chiesa Serba Ortodossa e la Chiesa Cattolica Romana, preoccupati per la lentezza e l’inefficace compimento del piano di pace in Kosovo, in occasione della nostra visita di lavoro con il Consiglio Interreligioso della Bosnia Erzegovina, abbiamo deciso di emettere la seguente comune dichiarazione:

1. Tutte le popolazioni in Kosovo sono state sottoposte ad enormi sofferenze. Siano rese grazie a Dio che la guerra è finita, ma sfortunatamente continua ad esserci insicurezza e violenza. Nostro dovere ora è stabilire una pace durevole basata sulla verità, la giustizia e la vita comune.

2. Noi riconosciamo ed accettiamo che le nostre comunità religiose differiscono le une dalle altre, e che ciascuna di esse si sente chiamata a vivere fedele al proprio credo. Allo stesso tempo riconosciamo che le nostre tradizioni spirituali e religiose possiedono molti valori in comune e che questi valori condivisi possono servire come autentica base per una mutua stima, cooperazione e libera vita in comune sull’intero territorio del Kosovo.

3. Ciascuna delle nostre tradizionali chiese e comunità religiose riconosce e proclama che la dignità dell’uomo e  il valore umano è un dono di Dio. Le nostre fedi, ciascuna nel suo proprio modo, ci chiamano al rispetto dei fondamentali diritti umani di ogni persona. La violenza contro le persone o la violazione dei loro diritti fondamentali per noi non solo sono contrarie alle leggi fatte dagli uomini, ma anche infrangono la legge di Dio.

4. Noi inoltre, nel mutuo riconoscimento delle nostre differenze religiose, condanniamo ogni violenza contro persone innocenti ed ogni forma di abuso o violazione dei fondamentali diritti umani, e specificamente noi condanniamo:

  • atti di odio basati sull’etnicità o le differenze religiose;
  • la profanazione di edifici religiosi e la distruzione di cimiteri;
  • l’espulsione della gente dalle proprie case;
  • l’impedimento del libero diritto di ritorno alle proprie case;
  • gli atti di vendetta;
  • l’abuso dei mezzi di comunicazione allo scopo di diffondere odio.
5. Infine, noi richiamiamo tutte le persone di buona volontà ad assumere la responsabilità delle loro proprie azioni. Trattiamo gli altri come vorremmo che essi trattassero noi.

6. Con questa dichiarazione noi facciamo appello a tutti i nostri fedeli in Kosovo, alle autorità locali e ai rappresentanti della comunità internazionale in Kosovo.

Dr Rexhep Boja
Mufti e Presidente della Comunità Islamica del Kosovo

H.E. Dr Artemije Radosavljevic
Vescovo di Raska e Prizren, Chiesa Ortodossa Serba

H.E. Marko Sopi
Vescovo di Prizren, Chiesa Cattolica Romana  

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