Latina

Nicaragua: La risposta di Herty Lewites alle accuse del FSLN

14 marzo 2005
Giorgio Trucchi

Masaya è la stessa città che domenica scorsa aveva accolto la concentrazione del Frente Sandinista ed aveva ascoltato le parole molto dure di Daniel Ortega (vedi articolo "Daniel para siempre"), che accusavano l'ex sindaco di Managua, Herty Lewites e l'ex membro della Direzione Nazionale del Fsln, Victor Hugo Tinoco, di essere agenti dell'imperialismo utilizzati dagli Stati Uniti e dalla oligarchia nazionale per dividere il Frente Sandinista (cosa che aveva portato alla loro espulsione dal partito durante il Congresso Straordinario svoltosi a Matagalpa).
Esattamente una settimana dopo, la stessa città ha ospitato la concentrazione molto numerosa dei seguaci di Herty Lewites e delle sue aspirazioni a presentarsi ad elezioni primarie interne al Fsln, per decidere chi sarà il candidato presidenziale per le prossime elezioni del 2006.
Come noto, il Congresso del Frente ha già deciso che tali elezioni interne non si effettueranno e che l'unico candidato rojinegro sarà, per la quinta volta, Daniel Ortega Saavedra.

La concentrazione ha visto, in effetti, una numerosissima partecipazione e un continuo sventolio di bandiere rossonere, nonostante il Consejo Supremo Electoral e il Tribunale di Appello di Managua avessero vietato l'utilizzo dei simboli di un partito senza l'approvazione del rappresentante legale del partito stesso.
Dopo gli interventi di vari militanti di base e del poeta Ernesto Cardenal, ha preso la parola Victor Hugo Tinoco che ha scaricato tutta la sua rabbia per l'espulsione dal partito.
"Il sandinismo sta attraversando una dura crisi. L'origine di questa crisi è il patto tra Ortega ed Alemàn del 1998, quando poche persone hanno deciso questa strategia senza avvisare il resto della Direzione Nazionale di cui facevo parte. Attraverso il controllo delle strutture del partito, una cupola ha trasformato il patto con Alemàn in politica ufficiale del nostro partito.
Il patto ha prodotto l'esclusione di tutti quei dirigenti che non erano d'accordo, come Monica Baltodano, Josè Gonzalez, Carlos Fonseca Teràn ed anch'io. La condotta militarista della cupola ha impedito il dibattito interno e la discussione con la base sandinista e la fedeltà alle singole persone è diventata più importante che i precetti del partito.
Il gruppo danielista ha rifiutato di tendere una mano a quei settori del sandinismo che non erano d'accordo con il patto.
Tutta questa situazione di logica dittatoriale ha provocato gravi risultati.
Si è convocata una Asamblea Sandinista e un Congresso straordinario senza invitare i delegati che non erano d'accordo con la nostra espulsione.
Ha rotto l'unità sandinista con l'espulsione e con la sospensione delle Elezioni Primarie.
Sono stati incapaci di unire il sandinismo e quindi, di portare il partito alla vittoria nel 2006.
Seguendo gli esempi di Sandino, Benjamìn Zeledòn, Carlos Fonseca e gli eroici monimboseños, abbiamo tutto il diritto di ribellarci. Rifiutiamo l'espulsione che rompe l'unità, vogliamo il rispetto delle idee della base, vogliamo le elezioni primarie.
Bisogna sostituire la strategia pattista con una che riporti il Fsln al potere.
C'è ancora tempo sufficiente per rettificare, per rompere il patto con Alemàn e per smettere con la repressione interna per favorire l'unità.
Rivendichiamo l'antimperialismo di Sandino per una patria sovrana. Essere antimperialisti vuole anche dire essere democratici e quindi senza reprimere i propri compagni.
Siamo antimperialisti e democratici.
Chiamiamo la base sandinista di tutto il paese ad organizzarsi per una nuova unità del sandinismo e oggi siamo qui riuniti per riportare la speranza in una vittoria elettorale sandinista".

Alla fine dell'attività ha preso la parola l'ex sindaco Herty Lewites.
"Poco dopo aver presentato ufficialmente la mia candidatura si è messa in moto la macchina del partito e mi hanno accusato di essere un traditore, un agente dell'imperialismo, della CIA, di prendere soldi dalle destre centroamericane. Daniel Ortega, durante un Congresso illegale perché contava con solo il 40 per cento dei delegati, ha detto che dovevo essere impiccato come Giuda. Hanno accusato Victor Hugo Tinoco di essere un agente dell'imperialismo. Ma credete davvero che una persona con la sua traiettoria sia un agente degli Stati Uniti?
Chi è il vero Giuda?
Chi cerca di democratizzare il Frente o chi continua a fare patti con uno degli uomini più corrotti del continente? E' giusto chiamarsi rivoluzionario quando ti accordi per lasciare libero Alemàn prima delle vacanze di Pasqua?
La concentrazione di oggi dice sì alla democrazia e no alla dittatura.
Questa dimostrazione ci dà la forza per continuare con la lotta e oggi più che mai, so che sarò il prossimo presidente del Nicaragua.
Un presidente di tutti come quando sono stato sindaco.
Ma il vero sforzo sarà quello di organizzarci per scegliere i futuri deputati, che saranno quelli che faranno le leggi e sceglieranno i magistrati dei vari poteri dello stato che, oggi, sono controllati dai due dittatori.
Faranno leggi per la gente e la prima sarà quella della non rielezione di un presidente!
Dovrà essere un governo di consenso con tutte le forze del paese per garantire gli investimenti privati, ma anche la dignità e il progresso di tutti i lavoratori.
Un governo che ascolta e risponde alla gente.
Se in febbraio-marzo del 2006 ci avranno chiuso tutte le porte e non si sarà riusciti a far fare le elezioni primarie sarete voi che mi direte che strada prendere, come andare avanti.
Oggi continuiamo a lottare dentro il sandinismo.
Non più dittatura e sì alla democrazia".

Nei due discorsi era fin troppo chiaro il risentimento nei confronti del Fsln per l'espulsione e per le continue accuse rivolte contro di loro.
Il futuro resta quindi estremamente incerto.
Lewites ha dato prova del fatto di avere un certo seguito, che però non si può certo misurare con la presenza di gente nelle piazze.
Attualmente sembra improbabile che la struttura del Frente Sandinista riapra loro le porte.
Gli attacchi e le accuse personali sono andate ben oltre il limite della decenza e la rottura sembra oggi insanabile.
All'ex sindaco spetta ora il durissimo compito di attirare sempre più gente della base sandinista dalla sua parte, soprattutto a livello di delegati dato che qualsiasi cambiamento della situazione dovrà passare attraverso una votazione all'interno della Asamblea sandinista.
Bisognerà inoltre vedere che cosa accadrà a livello di base a tutti quei segretari politici del Fsln che hanno già preso posizione a favore di Lewites.
Per la prima volta, dalla bocca dell'ex sindaco è uscito, anche se in modo velato, la possibilità di creare una nuova forza politica nel momento in cui si arrivasse il prossimo anno senza nessuno spiraglio di apertura nei suoi confronti.
E' difficile, ora, poter dire quanto danno potrebbe causare Lewites al voto sandinista, ma
il Frente Sandinista, nonostante le dichiarazioni che danno per chiuso il discorso, è evidente che ha subito il colpo e questo sembra stia miniando in parte gli accordi con il partito di Alemàn.
Sono sempre più insistenti, anche se mancano chiaramente le prove, che uno degli accordi tra i due partiti comprendeva la liberazione di Alemàn prima di Pasqua, cosa che, secondo quanto si dice, è stata bloccata per evitare di mettere altra carne al fuoco in un momento tanto delicato per il partito rojinegro.
Prova di questo è che il Partido Liberal Constitucionalista ha immediatamente rotto gli accordi con il Fsln su alcuni temi molto delicati, come la regolazione delle esonerazioni concesse ai mezzi di comunicazione, la distruzione dei Sam-7 e l'approvazione del CAFTA.

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