Latina

Argentina: la Monsanto e la soia argentina

secondo produttore di transgenici e terzo produttore di soia nel mondo, l'Argentina soffre ogni volta un attacco più duro da parte della Monsanto, perchè paghi le licenze sull'uso dei semi di soia
23 marzo 2005
Silvia Ribeiro (ricercatrice del Gruppo ETC)
Fonte: ALAI, América Latina en Movimiento
La Jornada

L'Argentina, il secondo produttore mondiale di alimenti transgenici e il
terzo nella produzione mondiale di soia, subisco sempre di più gli
aggressivi attacchi della Monsanto per guadagnare quello che secondo la
multinazionale "le appartiene": i privilegi per l'uso del suo brevetto
sulle soia transgenica.

Affermazione di certo temeraria, visto che Monsanto non ha alcun brevetto
per la soia valido in Argentina. Questo però non le ha impedito di
minacciare il paese di far pagare una "multa" di 15 dollari per ogni
tonnellata di soia argentina esportata in Europa.

Questo caso è paradigmatico perché mostra chiaramente sia le strategie -
legali e illegali - di giganti genetico sia i rischi a cui si espongono i
paesi che permettono le coltivazioni transgeniche.

Monsanto detiene il brevetto europeo numero 301749, concessa
originariamente a marzo 1994 alla compagnia Agracetus. È aberrante perché
funziona come un "brevetto di specie": concede al suo proprietario il
monopolio esclusivo su tutte le varietà e i semi di soia modificata
geneticamente, senza tener in considerazione i geni utilizzati o la
tecnica impiegata.

Quando Agracetus ottenne questo brevetto, il gruppo ETC (al tempo RAFI),
Greenpeace, altre organizzazioni e la stessa Monsanto intentarono una
causa contro Agracetus sostenendo, tra gli alri argomenti - con un
documento di appello di 292 pagine, che era un brevetto assurdo perché non
c'era né "novità" né "invenzione" e che "doveva essere revocata in toto" a
causa del controllo che concedeva a una sola impresa.

Due anni dopo, Monsanto comprò Agracetus, brevetto incluso, e
immediatamente cambiò idea riguardo a questi avvenimenti.

In pratica, Monsanto acquisì il monopolio mondiale della soia transgenica,
e visto che il suo brevetto non ha validità legale in nessun paese, per
ottenere gli stessi risultati lo fa illegalmente. In Argentina, per
esempio, il brevetto non ha mai avuto validità, visto che non sono mai
stati portati a termine, in modo adeguato, i passaggi previsti dal
registro nazionale.

Questo non ha però impedito a Monsanto di aver riscuotere le proprie
regalie, inclusa una percentuale nel prezzo a cui vengono venduti i semi.
In questo paese solo il 18% della soia transgenica viene comprata dai
distributori. Il resto viene venduto senza certificazione o è un prodotto
che gli stessi agricoltori tengono come riserva per la semine successive.

La maggioranza degli agricoltori del mondo ha l'abitudine di conservare i
semi. Non solo i coltivatori dei campi, per i quali questa metodologia è
ovvia, ma anche molti altri agricoltori commerciali. Questa tradizione è
riconosciuta dalle Nazioni Unite come parte dei diritti degli agricoltori,
come un piccolo riconoscimento per il lavoro che da 10.000 anni aiuta i
coltivatori a migliorare gli alimenti dell'umanità.

In Argentina, gli agricoltori hanno il diritto di conservare e ripiantare
le sementi, il che è stabilito anche dalla Legge sulle sementi. Dunque, i
reclami di Monsanto sono illegali e. già dal 1999, la multinazionale ha
stabilito (attraverso due suoi distributori) il concetto di "regalie
estese": chi compra la soia transgenica certificata può conservarne una
parte ma,m per poterla utilizzare, deve abbonare una percentuale
all'industria, il che ovviamente contravviene alla Legge argentina sulle
sementi.

Nel febbraio 2004 il segretario dell'Agricoltura ha presentato una
proposta ancor più scandalosa: la redazione di una Legge di "regalie
globali", chiamato Fondo di Compensazione Tecnologica. Secondo questo
meccanismo tutti gli agricoltori dovranno pagare una percentuale al
momento della vendita. Questa percentuali verrà riscossa dal governo, e
poi consegnata alle imprese di sementi. Di fatto, il governo applicherà
tasse per garantire gli interessi delle multinazionali contro gli stessi
agricoltori, contro i diritti stabiliti dalle nazioni unite e contro la
Legge sulle sementi del paese.

In seguito alla massiccia protesta degli agricoltori, la legge è ancora
sospesa. Monsanto minaccia ora di imporre una tassa più alta, da
applicarsi nei porti di entrata delle destinazioni di esportazione della soia.

Monsanto ha già ottenuto che il governo brasiliano e quello paraguaiano
legalizzassero e si coalizzassero per la riscossione delle regalie per la
soia, introdotta di contrabbando dall'Argentina.

Secondo Carlos Vicente, di GRAIN Argentina, "la formula sembra riguardare
le coltivazioni che rendono più denaro (cotone, soia, mais), trovare un
punto di accesso, contaminare la fornitura di semi e poi prende il
controllo totale (..) la storia di quello che è accaduto in Argentina è un
grave allarme di quello che accade quando si permette di far fare radici
alle culture transgeniche".

Con i transgenici, sia attraverso il cammino legale, come in Argentina,
dove Monsanto prima ha lasciato estendersi le coltivazioni e poi ha preso
misure drastiche, sia quello illegale, come il contrabbando o la
contaminazione con geni imparentati con altre radici, andiamo verso una
violazione globale, che intacca i diritti degli agricoltori.

Non è solo una questione giudica ma coinvolge direttamente tradizioni
fondamentali per l'agricoltura e l'alimentazione di tutta l'umanità.

Note: Traduzione a cura di Nuovi Mondi Media da http://www.jornada.unam.mx/2005/mar05/050321/023a2pol.php>http://www.jornada.unam.mx/2005/mar05/050321/023a2pol.php

http://alainet.org/active/show_news.phtml?news_id=7864

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