Latina

Honduras: Perchè continuare a lottare per la libertà dei fratelli Miranda, indigeni lenca, membri del COPINH, a più di due anni dal loro arresto ingiusto

Appello di solidarietà internazionale
24 marzo 2005
COPINH
Fonte: Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras, COPINH

Nelle lotte del COPINH continua ad essere una priorità il cercare di raggiungere la libertà per Marcelino e Leonardo Miranda, indigeni lenca membri del COPINH, torturati ed incarcerati per il solo fatto di difendere il proprio territorio e la propria cultura nella comunità di Montagna Verde, dipartimento di Lempira, Honduras. Caso illegale perpetrato dalle forze feudali di questo dipartimento.

E’ lampante la cattiva intenzione del sistema giudiziario, non solo di questa zona, ma anche della Corte di Appello di Santa Rosa de Copan, nell’emettere una sentenza ingiusta, parziale, manipolata e che non procede, di fronte alle accuse infondate, calunnianti, senza nessuna evidenza, né testimoni credibili. E’ altrettanto lampante che le vere ragioni per cui i nostri compagni sono in carcere sono la lotta che hanno intrapreso da molti anni in difesa dei loro diritti storici e per essere membri del COPINH.

La sentenza di condanna a 29 anni di carcere rimane valida nonostante le comunità di Montagna Verde abbiano testimoniato in favore dei fratelli Miranda, che furono anche torturati selvaggiamente al momento della cattura e perfino dentro al carcere con metodi terroristici attuati da 22 agenti di polizia “cobras”, più altri soggetti civili armati e agenti degli Affari Interni del Ministerio de Seguridad.

Quanto detto non è un caso isolato nelle politiche del governo honduregno che promuove l’espropriazione ed il saccheggio dei territori indigeni e afrodiscendenti; la povertà; la privatizzazione della terra, dell’acqua e del bosco; le concessioni senza limiti per miniere e per megaprogetti come il Plan Puebla Panama, il Corredor Biologico Mesoamericano, i Trattati di Libero Commercio. Tutto ciò consente il dominio assoluto del potere delle multinazionali, porta alla scomparsa dei benefici del sistema sociale nella sanità, nell’istruzione, nell’energia, nelle pensioni, aprendo le porte agli OGM, a leggi anticostituzionali, ecc.

Allo stesso modo di un modello economico e politico ingiusto, il governo ed i settori di potere ricostruiscono e rafforzano la militarizzazione con la psicosi del terrorismo per giustificare assassini, torture, incarceramenti, repressione, maggiori stanziamenti per la polizia e per l’esercito, maggior ingerenza dell’esercito statunitense, attraverso operazioni militari e occupazioni del territorio centroamericano e latinoamericano.

Pertanto possiamo considerare il caso dei fratelli Miranda come un chiaro esempio della politica interna del governo antidemocratico e antipatriottico di Ricardo Maduro e temiamo che la Corte Suprema possa pronunciare una sentenza che, visti i precedenti, ci immaginiamo facilmente quale possa essere. Così come non ci stupiremmo per un eventuale assoluzione dei 22 “cobras” che dopo aver legato le mani dietro la schiena ai nostri compagni, li picchiarono in maniera selvaggia, gli spensero sigarette sui loro corpi, gli tirarono calci, introdussero pietre dentro le loro bocche, immersero le loro teste nell’acqua fino qu! asi ad asfissiarli, gli proferirono ogni tipo di insulto manifestando chiaramente che per loro il delitto dei fratelli Miranda era quello di essere “copinhes” e “indios”, gli puntarono le armi alla testa, trascinarono le loro famiglie, lanciarono gas lacrimogeni nelle modeste capanne delle comunità, causarono il successivo aborto della moglie di Leonardo e, mentre li tenevano legati a faccia in giù, si sedevano sulle loro nuche.

Tutto questo nella più completa impunità.

E le domande hanno già una risposta:

Chi li ha addestrati a queste pratiche criminali? Chi sostiene gli atti di ingiustizia, tortura e saccheggio in Honduras? Chi impartisce gli ordini ai militari ed alla polizia honduregna? Dove sono ora i manuali per “interrogare” e per “far confessare”? Dove sta colui che in Centro America collaudò i manuali di tortura? Che territorio usò l’ambasciatore della morte “plenipotenziario della sicurezza” statunitense, il Sig. J.D. Negroponte per “provare i suoi metodi di libertà e di democrazia”? Dove li applicano ora, a parte l’Irak?

Ora ci aspettiamo più risposte, quella della solidarietà permanente, quella dell’umanità e della denuncia energica, dei legami di fratellanza e della dimensione umana nel sentire il dolore, l’indignazione, l’ingiustizia, ma anche la forza, la speranza dei tanti esseri in qualsiasi parte di questo pianeta.

Da questo paese invisibile e sconosciuto, ma tanto reale come l’anelo per la giustizia, per il rispetto verso questo popolo e per una vita degna, lanciamo nuovamente un appello ad esprimersi, a manifestarsi, ad alzare la voce davanti al governo honduregno per questa causa e per concretizzare la libertà di Marcelino e Leonardo.

Come farlo? Nelle forme che già il popolo conosce. In quelle che implicano l’impegno e la coscienza, la ragione, lo spirito, la verità, la solidarietà, la creatività, la diversità, la libertà, l’umanità e la vita!

Intibuca, Intibuca marzo 2005

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