Papa Ratzinger visto dal Brasile
"Terzo mondo e poveri, il Papa è attento e preoccupato"
"Attorno al nuovo Papa c'è stata, alla fine, una grande unità pur nelle differenze e questo è stato un risultato molto importante".
Così, il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo e figura prestigiosa sul piano internazionale, ha riassunto il percorso che ha portato all'elezione di Benedetto XVI solo al quarto scrutinio.
Eminenza, come spiega che l'ultimo conclave sia stato tra i più brevi della storia, nonostante che alla vigilia si fossero delineate due posizioni a confronto tra i cardinali?
"Bisogna tener presente che, durante le Congregazioni generali, tutti i cardinali hanno potuto parlare liberamente per rappresentare, in modo franco e sereno, i problemi delle varie Chiese locali dei cinque continenti. Hanno potuto, in tal modo, illustrare le loro richieste per un ulteriore rinnovamento delle istituzioni della Chiesa universale in senso collegiale. In tutto questo lavoro preparatorio il nuovo Papa ha potuto rendersi conto delle questioni aperte. E sono convinto che se ne farà carico".
Pensa, quindi, che Benedetto XVI farà quelle riforme tanto attese, come per esempio lo sviluppo della collegialità nel governo della Chiesa, che magari Papa Wojtyla non è riuscito a fare?
"Ritengo che il nuovo Papa si sia reso conto, ascoltando le richieste dei cardinali e confrontandosi con esse, che occorre fare le riforme affrontando, in questo quadro, il problema di una più ampia collegialità a tutti i livelli, approfondendo i documenti e le indicazioni del Concilio Vaticano II. Del resto, dopo Paolo VI, Giovanni Paolo II ha celebrato numerosi Sinodi. E sono sicuro che Benedetto XVI farà di più nell'interesse della Chiesa essendo sensibile a quanto fermenta in essa nel suo rapporto con il mondo contemporaneo".
Ritiene che ci sarà un Concilio Vaticano III?
"Il Concilio Vaticano II ha prodotto tanti e importanti documenti da mettere in pratica pienamente. Si tratta di un lavoro immenso sulla via del rinnovamento che, già indicato da Giovanni Paolo II, è stato ripreso da Benedetto XVI con un preciso impegno e credo che si percorrerà intanto questa strada. Poi si vedrà dopo la realizzazione piena della ricchezza offertaci dal Concilio Vaticano II, anche alla luce degli stimoli che ci vengono dai giovani e dalle sfide del XXI secolo. L'opportunità di un terzo Concilio deve essere valutata dal collegio dei vescovi con il Papa, che è un uomo di grande cultura, di vasta esperienza, e disponibile all'ascolto più di quanto non si pensi".
Eminenza, si è parlato della questione sociale e della teologia della liberazione?
"La teologia della liberazione, così come l'abbiamo conosciuta, è ormai finita, ma è più che mai presente a tutti noi e al nuovo Papa la preoccupazione per i poveri, per quanto accade nei Paesi del Terzo Mondo e per le inaccettabili disuguaglianze che continuano a crescere nel mondo. Il marxismo, visto nelle sue realizzazioni pratiche, è tramontato. Ma le gravi questioni sociali, che voleva risolvere e che si sono accentuate nel mondo globalizzato degli ultimi anni, interpellano tutti ed anche la Chiesa".
Ci saranno iniziative in questo campo?
"Credo che già il prossimo primo maggio, giorno in cui i lavoratori manifestano per mettere a fuoco i loro bisogni e le loro legittime istanze di giustizia, Benedetto XVI si pronuncerà su questi problemi. Il Papa è sensibile alla scottante problematica delle vecchie e nuove povertà e alle aspirazioni dei lavoratori. Vede, come arcivescovo di una vasta diocesi come San Paolo, mi occupo dei suoi problemi senza trascurare la realtà del mondo in una visione globale. Un Papa deve avere ancora di più questa geografia per dialogare, come ha detto, con tutti a livello interculturale, interreligioso e direi anche sul piano politico nel senso alto della parola".
Eminenza, ha già invitato il Papa in Brasile?
"Il Brasile ama tutti i Papi e lo scomparso Giovanni Paolo II ci ha visitato molte volte. Perciò non escludo un viaggio di Benedetto XVI in Brasile dove troverà un'accoglienza straordinaria".
Come spiega che non pochi giornali abbiano espresso a caldo delle riserve verso il nuovo Papa?
"Chi esprime questi giudizi si riferisce al cardinale Ratzinger che, con il precedente incarico, ha dovuto affrontare problemi molto complessi e delicati dal punto di vista strettamente dottrinario. Dal 20 aprile Joseph Ratzinger è Benedetto XVI e, di conseguenza, proprio tenendo conto delle diverse anime della Chiesa universale ne deve rafforzare l'unità spingendo lo sguardo, aiutato dalla sua intelligenza e dal collegio dei vescovi, ad un mondo diversificato con cui è necessario, come ha già dichiarato, dialogare, con rispetto reciproco, con tutte le culture e le religioni nell'interesse della giustizia e della pace del mondo.
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