Messico: un milione di persone sfila a Città del Messico in appoggio a Lopez Obrador
In un clima di sempre maggiore incertezza politica, oggi in Messico è trascorsa una nuova giornata ad alta tensione. Il sindaco di Città del Messico Andrés Manuel Lopez Obrador (popolarmente conosciuto come "Amlo") ha ripreso infatti pieno possesso dei suoi poteri presiedendo la giunta della capitale dopo esser stato deposto alcuni giorni fa da parte della Procura della Repubblica e dalla maggioranza della Camera dei Deputati che aveva approvato l'impeachment (il cosiddetto "desafuero", consistente nell'allontanamento da una carica istituzionale per atti illeciti nell'esercizio delle funzioni di governo). Secondo Misna, circa un milione di persone avrebbe partecipato ad una manifestazione in appoggio di Obrador, il cui tentativo di estromissione dalla corsa alle presidenziali del 2006 è orchestrata principalmente dall'attuale capo di stato Fox, dato dai sondaggi come il probabile grande sconfitto in occasione della prossima competizione elettorale.
La società civile si è mobilitata a favore di Lopez Obrador, c'è chi ha visto nel "desafuero" contro di lui una sorta di "colpo di stato preventivo" e gli stessi zapatisti, pur non schierandosi apertamente a favore del sindaco (appartenente al Partito della Rivoluzione democratica, centrosinistra, che secondo Marcos "è la mano sinistra della destra") hanno sottolineato come l'impeachment si configuri come un nuovo attacco alla debole democrazia messicana. Al tentativo di estromettere Lopez Obrador pare che non abbia lavorato solo il panista Fox, ma anche il Pri (Partito Rivoluzionario Istituzionale), che era stato fino al 2000 al potere prima che fosse sconfitto proprio dall'attuale presidente Fox : l'accusa di aver autorizzato la costruzione di una strada su un terreno privato è servita per incriminare Obrador con il pretesto dell'abuso di autorità.
La marcia e la nuova assunzione di tutte le sue funzioni da parte di Obrador ha notevolmente innervosito l'entourage presidenziale, tanto che un portavoce di Vicente Fox ha definito quella di Amlo "una provocazione ed una violazione della legge". In realtà, nota acutamente Misna, la Costituzione messicana stabilisce che "un funzionario pubblico perde il suo incarico in quanto soggetto a processo penale", ma questo non è il caso che riguarda il sindaco di Città del Messico, verso il quale per adesso la Procura ha chiesto soltanto il rinvio a giudizio.
Lopez Obrador ha sempre accusato Fox di aver organizzato un complotto ai suoi danni, e in effetti è stata espressa preoccupazione anche da attori da sempre presenti sulla scena messicana e finora mai dimostratisi particolarmente interessati alla salvaguardia della democrazia. "Carta" ha riportato le preoccupazioni della Banca Centrale per l'incertezza di questa situazione, da cui è derivato il peggioramento dell'economia messicana, e addirittura dei militari, allarmati per lo stato in cui è precipitato il paese.
Le perplessità espresse da Banca Centrale e militari, peraltro del tutto legate ad interessi personalistici e non certo alla volontà di restituire al paese una vera democrazia, esprimono però paradossalmente il gioco sporco di Pan, Pri e addirittura della fronda interna allo stesso partito di Lopez Obrador, il Prd, per togliere di mezzo un candidato scomodo alle elezioni che si terranno tra poco più di un anno.
A favore di Lopez Obrador gioca invece la sua capacità di essere riuscito, anche in condizioni proibitive, a mobilitare l'elettorato: la volontà di "Amlo" di proseguire la sua campagna elettorale anche nel caso in cui venga incarcerato, potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang per Fox ed un incentivo nel far capire alla popolazione che il governo e ampi settori della destra stanno cercando di estromettere il massimo candidato dell'opposizione tramite mezzi non leciti.
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